Baristi e camerieri a rischio Covid? Certamente, ma evitiamo gare tra categorie per la vaccinazione

Giovedì 1 Aprile 2021

Caro direttore,
le scrivo in merito alla questione delle categorie prioritarie per la vaccinazione. Per evitare questa battaglia tra categorie sarebbe meglio attenersi alla sequenza operatori sanitari, categorie fragili, anziani in ordine anagrafico decrescente. Tuttavia nella questione delle categorie prioritarie non entra a mio avviso quella del manifesto rischio empiricamente constatabile, da questo punto di vista ci sono solo due categorie che lavorano a contatto con clienti senza mascherina: i camerieri e i baristi. Le chiedo un suo punto di vista e se possibile di mettere questo elemento di rischio all'attenzione dei media, cosa che finora non mi sembra sia stata fatta.

Manuel Polin

Caro lettore,
i baristi e i camerieri dei ristoranti sono certamente più esposti al rischio di contagio di altri lavoratori e cittadini.

Almeno quando i locali in cui lavorano hanno la possibilità di essere aperti. Ma a ben guardare i camerieri potrebbero rivendicare una priorità sui baristi perché chi sta seduto al ristorante è autorizzato a non usare mai la mascherina, né quando ordina né quando mangia, mentre il cliente al bar può abbassare la mascherina solo quando consuma l'ordinazione e non quando ordina e si rivolge al barista. So bene che poi non tutti sono così ligi nel rispetto delle regole e l'interpretazione che gli avventori danno delle norme è spesso molto personale. Ma ho fatto questo esempio per ribadire un concetto: se si fa a gara su chi deve essere vaccinato prima degli altri non se ne esce più. Ogni categoria riuscirà a spiegare perché proprio a lei, prima di chiunque altro, deve essere garantita la priorità di vaccinazione. E alla fine ad avere la meglio non saranno coloro che magari qualche rischio in più in effetti lo corrono. Ma coloro che hanno più potere e influenza politica (come i magistrati) o più capacità di interdizione (della serie: o mi vaccinate o sospendo il servizio). Certamente quindi non i baristi, né i camerieri dei ristoranti e neppure le commesse. Quindi meglio mantenere il criterio dell'ordine anagrafico. Prevedendo pochissime eccezioni (le malattie, per esempio) e punendo severamente chi cerca di scavalcare gli altri senza averne diritto.

Ultimo aggiornamento: 15:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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