Nella battaglia contro il Covid tanti medici di base sono scesi in prima linea. Altri loro colleghi no

Mercoledì 18 Novembre 2020

Egregio direttore,
dal giuramento di Ippocrate: giuro di prestare assistenza d'urgenza a qualsiasi infermo che ne abbisogni e di mettermi, in caso di pubblica calamità, a disposizione dell'Autorità competente. Nella guerra in atto contro il Covid 19 molti combattono e rischiano in prima linea, con ammirevole senso del dovere, mentre altri si stanno imboscando, coprendo la loro ritirata dietro un'incredibile sentenza del Tar del Lazio che decreta lo stop a visite a domicilio per i medici di famiglia ! Nessuno gli aveva obbligati a scegliere la professione medica che ben si sa, può offrire grandi soddisfazioni ma, quando tocca, portare fino in fondo il proprio giuramento. Anche se non è il momento delle polemiche è certo che tale comportamento, ancorché non generalizzato, resterà una pagina triste di questa battaglia.


Vittorio De Marchi
Albignasego ( Pd)


Caro lettore,
ha ragione: come sempre è bene non generalizzare.

Ci sono tanti medici di base che in questo periodo si sono messi a disposizione, senza chiedere nulla in cambio, non solo delle autorità competenti, ma soprattutto dei semplici cittadini. Ancor prima che venisse firmato qualsiasi tipo di accordo tra Regione e i sindacati della categoria, c'erano per esempio, solo in Veneto, 600 dottori che si erano resi disponibili a fare i test per il Covid ai loro pazienti in ambulatorio o in altre strutture messe a disposizione. Ma se questo è vero, è altrettanto vero che è difficile non restare sbalorditi e anche un po' disgustati nell'ascoltare le risibili motivazioni con cui alcuni esponenti di associazioni della categoria, in questa settimane, hanno cercato di chiamarsi fuori, accampando ogni tipo di pretesto, per evitare a se stessi e ai loro rappresentati di fare i tamponi o visitare persone che hanno sintomi riconducibili al Covid . Il recente richiamo della regione Veneto ai medici di base ha suscitato polemiche e reazioni piccate da parte dei sindacati della categoria, ma non è giunto per caso. Troppi pazienti vengono quotidianamente spediti nei Pronto soccorsi da medici di base senza neppure una visita o un controllo accurato. Ricevono la telefonata e sbrigano la faccenda nel modo per loro più semplice: mandano il paziente in ospedale. Contribuendo così ad intasare strutture che in questo momento sono giù fortemente sotto pressione. Lo ripetiamo: molti medici non si comportano affatto in questo modo. Ma altri sì. E non sono un esempio di professionalità nè di senso civico. Soprattutto in un momento come questo.

Ultimo aggiornamento: 14:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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