Nessuno dubita dell'onestà di Conte, ma non è lesa maestà dire che non sottoporsi al giudizio del voto lo indebolisce

Domenica 12 Dicembre 2021
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Buongiorno Direttore,
vedo che anche Lei si schiera con quelli che non ascoltano. Il non candidarsi di Conte alle suppletive è dovuto al fatto di portare avanti un progetto del movimento, di andare in giro per il Paese, e quindi per farla breve non avrebbe tempo di presenziare in parlamento. Poi da precisare che è in aspettativa dal suo lavoro, e che non percepisce soldi, questo non lo sottolinea nessuno, tutti addosso a chi è onesto, in fondo ci meritiamo un presidente come Berlusconi, ci rappresenta bene... viva l'Italia.


Andrea Lorusso


Caro lettore,
forse non sono solo io che non ascolto, ma lei che legge in modo un po' distratto.

Non ho messo in dubbio l'onestà di Conte, ho posto invece un problema politico: Conte è il capo di un partito, M5S, ma non è mai stato votato in nessuna tornata elettorale, non si è mai sottoposto cioè al giudizio popolare. E questo a me pare un elemento di debolezza. Esterno ma anche interno, rispetto cioè al Movimento 5 stelle. Perché la misura del consenso contribuisce a definire anche la misura e la forza di una leadership. I voti contano e pesano. E come ormai sappiamo bene: uno non vale sempre uno. Due vale comunque di più. Conte aveva adesso la possibilità di candidarsi al Parlamento e ha fatto invece una scelta diversa. Le ragioni di questa scelta sono abbastanza secondarie. Resta il dato di fatto. Ma chiedo: è possibile ritenere e scrivere che Conte in questo caso ha sbagliato? O farlo è un atto di lesa maestà? O poiché l'ex premier è in aspettativa e non esercita momentaneamente la sua professione, allora è al di sopra di ogni sospetto e di ogni critica? Per favore impariamo a confrontarci sulle cose. Gli slogan non portano lontano. E nessuno più dei militanti di M5S dovrebbe saperlo.

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