Le sfide climatiche richiedono interventi poco "green" che contrastano con un certo pensiero ambientalista

Sabato 3 Giugno 2023

Caro Direttore,
l'articolo di Luca Ricolfi sul Gazzettino di giovedì fa molto riflettere. Se fosse reale anche solo una parte del contenuto, ci sono molte domande a cui dare risposte adeguate (non un tanto al chilo o di parte). L'Europa con le sue genialità ci costringe a fare cose che non servono più (spendendo cifre astronomiche!) e non prevede invece di programmare lavori che in un futuro ormai assai prossimo saranno necessari per salvare il poco ancora salvabile. Ci obbliga a fare importanti spese, impoverendoci e indebitandoci, non considerando che i nostri sacrifici serviranno comunque poco o niente se quello che stiamo facendo e faremo per "salvare il pianeta" non lo faranno anche gli Stati che maggiormente inquinano e che per loro non è una priorità (India, Cina, USA ecc).


Pietro Paolo Beggio


Caro lettore,
Luca Ricolfi ha sviluppato un ragionamento che, come sempre, prescinde dalle ideologie e dai pensieri politicamente corretti, ma guarda ai dati e ai fatti. Che, com'è noto, sono spesso antipatici perché mettono in discussione le nostre certezze. Ricolfi non nega l'esistenza del cambiamento climatico. Ci richiama però alla realtà, facendoci osservare che, quand'anche fosse davvero la causa di tanti disastri e stravolgimenti, con ogni probabilità per combatterlo e contrastarne a fondo gli effetti, come hanno rilevato diversi scienziati, ci siamo mossi tardi e male. Per raggiungere gli obiettivi che ci siamo dati dovremmo spendere talmente tanti soldi (e alcuni Paesi non possono o non sono in alcun modo intenzionati a farlo) ed incidere così radicalmente e in brevissimo tempo sui nostri stili di vita, che è illusorio pensare di riuscirci. Nel frattempo però dovremmo anche preoccuparci di ciò che accade. E da cui dobbiamo difenderci: il dissesto idrogeologico, le inondazioni, i grandi incendi, le migrazioni climatiche. Tutte sfide impegnative e costose. In termini economici e anche politici, perché spesso impongono interventi assai poco green, come per esempio la costruzione di dighe e nuovi invasi. Ma la sostenibilità dei nostri territori passa anche da qui. Sottolineare e invitare a riflettere su queste cose è forse impopolare e contrasta contro un certo pensiero ambientalista, ma è necessario.
      

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