Come con il Covid anche sul clima tutti si sentono scienziati. E piovono stupidaggini di ogni tipo

Venerdì 28 Luglio 2023
Come con il Covid anche sul clima tutti si sentono scienziati. E piovono stupidaggini di ogni tipo

Egregio direttore,
in una trasmissione televisiva dedicata ai tanti guai provocati dal clima impazzito di questi giorni, ho sentito parlare della proposta di introdurre nel nostro codice il reato di negazionismo climatico. Ma cosa vuol dire? E a cosa servirebbe? Chi dovrebbe punire? Forse però non ho capito bene io. In questo caso mi scusi se le faccio perdere tempo.

Luisa Cagnan


Cara lettrice,
se non ci fossero i tanti danni provocati dall'ondata di maltempo di questi giorni, ci sarebbe quasi da sorridere leggendo le assurde polemiche climatiche che impazzano su giornali, web e Tv in questi giorni.

Come ai tempi del Covid ci ritroviamo attorniati da scienziati di ogni genere: metereologi, esperti di cambiamenti climatici, geologi. Tutti pronti a fornire la propria indiscutibile spiegazione di ciò che sta accadendo: le grandinate record, i venti esplosivi, le temperature oltre i 40 gradi. Come sempre l'equilibrio è materia rara. Non c'è storia: per alcuni ciò che sta accadendo è solo colpa dell'uomo e delle sue scelte dissennate; per gli altri siamo solo di fronte a fenomeni naturali, ciclici, il pianeta cambia è sempre accaduto così. Naturalmente questo modo di ragionare ha i suoi vantaggi: partendo da certezze granitiche non bisogna sforzarsi troppo nel porsi domande o affrontare dubbi. Ciò che conta è demolire il punto di vista dell'avversario, dimostrare che lui sbaglia. Il resto importa poco. Oltretutto per chi fa l'opinionista televisivo questo atteggiamento è il più efficace e richiesto: trasforma ogni confronto in un incontro di box e quindi alza l'audience. In questa situazione fa ovviamente fatica a trovare adepti l'idea che a determinare i cambiamenti del clima siano tanto le "normali" evoluzioni del pianeta terra, quanto una serie di comportamenti umani e di scelte economico-sociali, che sono certamente da modificare. I cambiamenti climatici non sono "colpa" dell'uomo, ma l'uomo ha il dovere e la possibilità di ridurne gli impatti negativi e ripristinare un rapporto equilibrato con la natura e le sue trasformazioni. La strada per farlo non è certamente quella di prestare fede agli estremismi contrapposti. Men che meno alle derive climatico-giustizialiste di cui si è fatto interprete il leader verde Angelo Bonelli. Costui ha proposto di introdurre il reato di negazionismo ambientale. Proprio così: lei ha capito benissimo. Secondo Bonelli chi non la pensa come lui e non sostiene posizioni ultra ambientaliste, dovrebbe essere punito dalla legge italiana. Semplice no? A parte il carattere censoreo della proposta e l'evidente impossibilità di definire un reato di questo genere (qual è il confine tra una critica legittima alle politiche ambientali e il negazionismo? Chi lo decide?), l'idea del leader verde dà esattamente l'idea dell'isteria e del dogmatismo inconcludente raggiunto dal dibattito sul clima. Resta un dubbio: la responsabilità di una tale stupidaggine sarà da attribuire a un colpo di sole o agli effetti di uno dei mostruosi chicchi di grandine piovuti dal cielo in questi giorni?

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