La responsabilità politica dei bonus e il loro costo: una risposta alle contestazioni di un lettore

Venerdì 5 Aprile 2024

Egregio direttore,
vedo che ancora una volta lei manifesta il suo astio nei confronti del M5S e del Presidente Conte. Mi riferisco alla sua risposta sui bonus. Primo errore. Lei asserisce che il Superbonuns costerà 135 miliardi in 4 anni a noi contribuenti. Quello è il costo magari certificato da Enea, ma non è certo l'importo che il contribuente dovrà pagare. Fossi in lei andrei a verificare anche quali sono state le entrate dirette, indirette e riflesse. Seconda questione:, il superbonus fu pensato da Giuseppe Conte e firmato un mese prima che cascasse il Governo con lo scopo di rilanciare in maniera massiccia l'economia e così è stato. Poi mi sembra che Draghi lo ha lasciato e Salvini ha dichiarato che era un' ottima cosa. Poi arriva la Meloni e come si sa tutto ciò che è M5S puzza e va cancellato. Terza castroneria: il bonus facciate. Non sono stati Giuseppe Conte e il M5S ad attivarlo, ma il PD e il ministro Dario Franceschini e il bonus facciate è quello che ha generato il maggior numero di frodi. Credo che servirebbe più neutralità nei giudizi.

Paolo Antoniazzi


Caro lettore,
nessun astio, solo opinioni che non mi pare siano (ancora) un reato.

Comunque accetto le sue critiche, ma mi permetta di farle notare che, quanto a parzialità, anche la sua lettera non scherza. Esemplare mi pare ciò che lei afferma sul bonus facciate. Cito dalla sua lettera: "non è stato Conte ad attivarlo ma Franceschini". Scusi, ma se non sbaglio Franceschini era un ministro del governo Conte. O mi vuol dire che Conte da presidente del consiglio non sapeva nulla di ciò che approvava il consiglio dei (suoi) ministri? O che non è responsabile delle leggi emanate dal governo da lui diretto? Il fatto poi che altri governi o altri esponenti politici abbiano avallato i bonus o non li abbiano aboliti, non cambia il mio giudizio: se un provvedimento è sbagliato lo è indipendentemente dal colore o dalla composizione partitica del governo che lo ha voluto e varato. Non è questo il corretto approccio che si dovrebbe avere? In cosa consiste altrimenti la neutralità di giudizio che lei invoca? I numeri infine. I 135 miliardi sono il costo, ad oggi, per le casse pubbliche dei bonus e superbonus e sono soldi che provengono dalle tasse dei contribuenti. Questa è una certezza. I vantaggi diretti e indiretti di quei provvedimenti sono invece assai più incerti e difficili da calcolare, ma certamente sono assai lontani da quella cifra mostruosa. La controprova? Se i bonus avessero rilanciato in egual misura l'economia, ne avremmo avuto un'evidenza chiara nell'andamento del Pil, cioè del Prodotto interno lordo. Così invece non è stato: i bonus hanno certamente aiutato la ripresa, ma in misura decisamente inferiore a quanto sono costati. Me ne rendo conto: i numeri sono un po' noiosi, ma sono uguali per tutti e spesso ci avvicinano alla realtà dei fatti. Che, come noto, talvolta risulta un po' indigesta.

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