Sulmona, prodotto il primo tartufo artificiale: il suo uso vi stupirà

Domenica 10 Luglio 2016 di Ornella La Civita
Sulmona, prodotto il primo tartufo artificiale: il suo uso vi stupirà
SULMONA La dimensione è quella di un tartufo medio. Il profumo che emana, identico a quello del tubero pregiato. Tutto è perfettamente riprodotto nel tartufo artificiale Majella ideato e progettato da due abruzzesi: il sulmonese Luigi Di Bacco e il teramano Tonino Serafini. Entrambi appassionati di tartufi, certo, ma ancor più dei cani di ricerca del nobile tubero prezioso come l’oro, i due abruzzesi hanno pensato, con la loro invenzioni, alla salvaguardia della salute degli amici a quattro zampe. Mentre, fino ad oggi, infatti, i cani imparavano a cercare tartufi nascosti in calze di naylon o dentro piccoli contenitori di plastica con gravi rischi per l’animale nel caso in cui rimanesse nella gola parte del materiale, adesso grazie al tartufo Majella, i cani da tartufo non corrono alcun rischio.

Lo dice fiero, Di Bacco che proprio ieri, insieme a Serafini, nella gara che si è tenuta nella frazione del Bagnaturo, ha di fatto inaugurato il loro prodotto. «Da educatori cinofili – ha raccontato il sulmonese – ci siamo resi conti del pericolo che i cani correvano ogni volta che riuscivano a trovare, in allenamento, un tartufo nascosto nei contenitori “tradizionali”. Così, abbiamo utilizzato un silicone per uso alimentare, per riprodurre un tartufo vero. Il nostro tubero della Majella è uguale per dimensione ad un tartufo vero e per il cane non ci sono rischi di alcun genere. Per noi è motivo di orgoglio e deve esserlo per l’intero Abruzzo visto che è qui che lo abbiamo ideato e brevettato».

Dal prossimo mese di settembre si comincerá con la produzione rigorosamente Made in Italy, tiene a precisare subito Di Bacco che si augura che presto, tutti i cinofili utilizzino il tartufo Majella "per salvaguardare davvero la salute dei cani". Così, ieri, la gara ha avuto come oggetto proprio la ricerca del tartufo artificiale. Per la prima volta in assoluto nella storia del tartufo, ci si é avvalsi dell’ausilio di questo prototipo finale che i due abruzzesi hanno realizzato grazie alla collaborazione di grandi professionisti. «Il nostro tartufo – conclude Di Bacco – non comporta alcun problema al cane sua esso adulto o cucciolo. Nessun rischio se lo ingoierà. Il tartufo Majella per il cane, sarà come un giocattolo e gli ricorderà il tubero con tanto entusiasmo da renderlo felice e desideroso di giocarci». Infine, il premio: il trofeo “tartufo Majella” la riproduzione di un tartufo della grandezza di circa un chilogrammo con una lavorazione artigianale per sorreggerlo.
Ultimo aggiornamento: 13:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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