Spazio, galassie sconosciute e nebulose lontanissime: l'universo mai visto nelle immagini del telescopio Euclid

Le prime immagini, selezionate fra le circa 4.000 finora inviate a Terra, sono state presentate dall'Agenzia Spaziale Europea

Martedì 7 Novembre 2023
Spazio, galassie sconosciute e nebulose lontanissime: l'universo mai visto nelle immagini del telescopio Euclid

Migliaia di galassie finora sconosciute, un ammasso di stelle catturato in un colpo d'occhio come non era mai accaduto, culle di stelle e pianeti finora ignote perché nascoste da gas e polveri: le prime cinque immagini scientifiche del telescopio spaziale Euclid, selezionate fra le circa 4.000 finora inviate a Terra, sono state presentate dall'Agenzia Spaziale Europea e gettano il primo sguardo sull'universo come nessuno finora lo ha mai visto.

 

Universo mai visto prima, le foto di Euclid

Per i ricercatori sono «rivoluzionarie» e per il direttore generale dell'Esa Josef Aschbacher «ricordano che andare nello spazio è fondamentale per saperne di più sui misteri dell'universo». La prima immagine scattata da Euclid è quella dell'ammasso del Perseo, nella quale emergono 100.000 galassie mai viste, alcune così lontane che la loro luce ha viaggiato per 10 miliardi di anni prima di essere catturata dal telescopio.

Un'altra foto è quella della galassia a spirale IC 342, nota come la "Galassia nascosta", svelata da Euclid grazie alla sua vista nell'infrarosso.

C'è poi la galassia NGC 6822, la cui forma irregolare rivela la sua natura primitiva e c'è l'ammasso globulare NGC 6397, del quale Euclid ha catturato tutte in una volta le centinaia di migliaia di stelle.

Le immagini

È riuscita a stupire anche con una nebulosa fotografata più volte, come Testa di cavallo, perché la vista all'infrarosso di Euclid è riuscita a penetrare al di là dei gas e delle polveri scoprendo stelle e pianeti nascenti. Queste immagini «sono solo un assaggio, perché da Euclid si attendono risultati sorprendenti», dice Giuseppe Racca, responsabile della missione per l'Esa; vanno «oltre le migliori aspettative», aggiunge Anna Di Giorgio dell'Istituto Nazionale di Astrofisica, che coordina le attività italiane per la missione Euclid, finanziate dall'Agenzia Spaziale Italiana. A un milione e mezzo di chilometri dalla Terra, da un punto di osservazione indisturbato dall'influenza di Terra, Luna e Sole, il telescopio spaziale che prende il nome dal padre della geometria, Euclide, dovrà scrutare l'universo a tappeto, come un detective a caccia del lato oscuro del cosmo.

Universo, quanto conosciamo

Dell'universo possiamo infatti vedere appena il 5%, il restante 95% è fatto di oggetti invisibili e sconosciuti, come la materia oscura che ne costituisce il 25% e l'energia oscura, ancora più misteriosa, che lo occupa per il 70%. Fotografando ciò che è visibile, Euclid cercherà le tracce dell'invisibile e forse potrà mettere in discussione teorie finora generalmente accettate. Lanciato il primo luglio 2023, Euclid ha ottenuto le prime immagini di prova il 31 luglio e queste cinque immagini scientifiche sono una chiara dimostrazione di quanto sia in grado di fare. La raccolta dati vera e propria è prevista da gennaio 2024, quando con il suo specchio dal diametro di 1,2 metri passerà al setaccio l'universo al di fuori della Via Lattea per costruirne la più estesa mappa 3D nell'arco dei sei anni della sua attività, per un totale di circa 30.000 immagini.

Video

La missione

È decisamente ambizioso l'obiettivo di questa missione da 1,4 miliardi di euro, frutto di un gioco di squadra che coinvolge 20 Paesi europei, più gli Stati Uniti con la Nasa, 300 istituti di ricerca e 80 aziende, per un totale di 3.500 persone attive e 140 contratti industriali. Sotto la guida dell'Asi, l'Italia partecipa con Inaf, Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e Centro Nazionale di Ricerca in High Performance Computing, Big Data e Quantum Computing. Partecipano anche le università di Bologna, Ferrara, Torino, Genova, del Salento e Trieste, Statale di Milano, Sapienza di Roma, Roma Tre, Sissa e Cisas. L'Asi, con Inaf e Infn, guida anche l'Associazione temporanea d'Imprese che ha contribuito agli strumenti, con Ohb Italia mandataria, Sab Aerospace e Temis mandanti. «L'Italia ha parecipato in modo importante a entrambi gli strumenti del telescopio Euclid», ha detto Barbara Negri responsabile del Volo umano e Sperimentazione scientifica dell'Asi, riferendosi al Vis (VISible Instrument e il Nisp (Near Infrared Spectrometer Photometer). L'Italia coordina inoltre i nove centri europei per l'analisi dei dati ed è italiana la carrozza del satellite, costruita dalla Thales Alenia Space.

Ultimo aggiornamento: 8 Novembre, 13:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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