Nuove accuse al prof di religione arrestato per abusi sessuali, spunta un'altra vittima: un ragazzo di 13 anni figlio di amici

L'ex diacono è ai domiciliari: adescava i ragazzi attraverso i social

Martedì 12 Settembre 2023 di Marco Cusumano
Nuove accuse al prof di religione arrestato per abusi sessuali, spunta un'altra vittima: un ragazzo di 13 anni figlio di amici

Nuove accuse nei confronti del prof di religione ai domiciliari per abusi sessuali nei confronti di alcuni suoi alunni.

I carabinieri hanno notificato una nuova ordinanza relativa al caso di un ragazzino di appena 13, figlio di amici del prof, anche lui vittima delle attenzioni morbose del 49enne.

Il ragazzo, dopo aver saputo dell'arresto dell'uomo per abusi sessuali, ha trovato il coraggio, a distanza di anni, di raccontare cosa gli era accaduto nel 2018. I genitori, sconvolti per le rivelazioni del figlio, hanno immediatamente presentato denuncia ai carabinieri.

Oggi, dopo gli approfondimenti investigativi, i militari della Sezione Operativa della Compagnia di Latina, diretti dal tenente Monica Loforese, hanno eseguito l’ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari richiesta dal Procuratore Aggiunto, Carlo Lasperanza ed emessa dal Giudice per il Indagini Preliminari presso il Tribunale di Latina, Giuseppe Molfese.

L'ex prof, che svolgeva anche la funzione di diacono a Terracina, dovrà rispondere di violenza sessuale aggravata commessa ai danni di un giovane, all’epoca dei fatti, minore di 14 anni.

Secondo l'accusa il professore, come scrivono i carabinieri «in due distinte occasioni, già nel mese di aprile 2018 e nel successivo mese di giugno 2018, approfittando del rapporto fiduciario con i genitori della vittima, aveva abusato sessualmente del minore, dopo averlo contattato ripetutamente sulla messaggistica whatsapp con conversazioni a sfondo sessuale, per carpirne la fiducia».

Il ragazzo si è tenuto tutto dentro per anni, ma solo qualche settimana fa, quando ha saputo dell'arresto del prof, ha trovato la forza di raccontare le violenze subite 5 anni fa.

LONTANO DA CASA

Il 49enne è agli arresti domiciliari dall'11 luglio scorso, ma il giudice ha deciso di isolarlo lontano dai suoi due figli, a casa di una parente. 

Al momento risultano 5 vittime del professore di religione, che ha insegnato a lungo al liceo Majorana di Latina entrando in contatto con centinaia di alunni, ma non tutte sono legate all’ambiente scolastico, gli investigatori stanno scavando anche al di fuori della scuola, a cominciare dalle conoscenze personali e familiari, fino ad analizzare l’ambiente parrocchiale, visto che il prof era anche un diacono in piena attività.

L'ultima vittima, per la quale è scattata una nuova ordinanza, è un ragazzino figlio di amici di famiglia, con i quali il prof aveva un legame abbastanza stretto con una frequentazione regolare.

I CONTATTI

Dall’inchiesta è emersa una rete di contatti enorme, in ambienti e città diverse, dietro la quale potrebbero nascondersi ulteriori episodi ancora ignoti.

«L’uomo approfittando del proprio ruolo di insegnante di religione - spiegano Procura e carabinieri - prima instaurava un rapporto confidenziale con i suoi alunni e poi incominciava un intenso rapporto telematico intrattenendo comunicazioni a sfondo sessuale tramite social network, nonché in diverse occasioni cercava con loro il contatto fisico con la finalità di agire loro violenza di tipo sessuale. Quando i ragazzi si sono resi conto che le attenzioni del professore “non erano normali” hanno avuto il coraggio sia di bloccare la condotta criminosa dell’insegnante che di riferire quanto accaduto loro alle autorità competenti».

I SOCIAL

Proprio attraverso i social, dove il prof appare con un profilo di coppia insieme alla moglie, l’uomo contattava le sue vittime, chiedendo prima di essere “seguito” virtualmente per poi iniziare a inviare messaggi privati sempre più spinti, fino alle foto hard, inoltrate ma anche chieste ai ragazzini. Alcuni di loro si sono resi conto piano piano di quanto stava accadendo, della particolarità di quelle richieste, arrivando poi a segnalare gli episodi. Determinante è stato anche l’intervento della Garante dell’Infanzia, Monica Sansoni, che ha incontrato le vittime e le famiglie aiutandole nel percorso di denuncia.

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