Coletta e il futuro: «Pronto a fare un passo di lato»

Mercoledì 2 Novembre 2022
Coletta e il futuro: «Pronto a fare un passo di lato»

L'INCONTRO
«Sono disposto a un passo di lato, ma non a un passo indietro, perché si affermi l'insieme dei valori di cittadinanza partecipazione e bene comune, per i nostri figli, affermando sempre la dignità della persona». Così l'ex sindaco di Latina, Damiano Coletta, ha prefigurato una sua ipotetica ricandidatura alle prossime elezioni amministrative della prossima primavera. Coletta ne parla concludendo il suo lungo intervento, il primo in pubblico dopo la caduta dell'amministrazione comunale lo scorso 28 settembre, nell'evento Non io ma noi, le parole della città al Circolo cittadino.
In platea, nell'ampio spazio esterno del Circolo, quasi 200 tra vertici e aderenti di Lbc, ex assessori, ex consiglieri comunali, anche di altri partiti, come Daniela Fiore del Pd, partito del quale, tra i tanti ascoltatori, c'era anche Mauro Visari. Presenti tra gli altri anche i vertici di Abc, come il presidente del Cda, Gustavo Giorgi.
CANDIDATURE
«Non ho smania di presenzialismo - chiarisce Coletta - mi si dà candidato di qua, di là Alle regionali? Lo valuteremo con Lbc, ma non è qualcosa di automatico: se può essere utile al territorio, se può portare qualcosa, probabilmente si, ma non è che dobbiamo fare qualcosa per forza». Ragionamento analogo per le amministrative: «Io credo che il cambiamento in città sia stato prodotto, e sei anni di lavoro non possono andare perduti, anzi vanno rafforzati. Io non voglio imporre la mia candidatura, ma ci sono valori in cui ci siamo riconosciuti e devono essere difesi con maggiore forza, indipendentemente dalla persona. Io metto a disposizione i miei sei anni di esperienza, a chiunque voglia farsi portatore dei valori. Oggi c'è una città accogliente e solidale e partecipata e questi sono i valori in cui riconoscersi».
ESPERIENZA
Coletta ha incentrato gran parte del suo intervento sulle cose fatte in sei anni di amministrazione, dall'elezione del 2016 alla caduta del 28 settembre scorso, seguendo il filo conduttore delle parole. Parte dai patti di collaborazione, «strumento che siamo tra i 200 Comuni, su 8mila, ad avere attivato: erano 30-40 in lista e hanno rappresentato il cambiamento del rapporto tra cittadini e amministrazione». Cita esperienze come quella del primo chiosco a mare, della sala polifunzionale al Gabbiano e della sala di registrazione a Sabotino, che «hanno dato ai giovani opportunità». Parla poi delle pari opportunità, di tutela dei diritti, di scuola, di mense e classi primavera: «Siamo sempre alle prese con i conti, e ho preferito tappare una buca in meno ma difendere un diritto in più». Rivendica «la connessione dell'università con il mondo del lavoro, con l'attivazione di corsi di laurea», e poi l'inclusione, «per mettere sempre la persona al centro, valore su cui si fonda la comunità» e allarma che «quest'anno il dormitorio forse rischia di non aprire», ricordando come «abbiamo tenuto aperto un dormitorio per 70-80 persone anche in periodo Covid». E poi parole come riqualificazione, con i progetti A gonfie vele e i 5 milioni di euro per il Parco Falcone e Borsellino, il teatro riaperto «per il quale stavamo organizzando con l'Atcl 8 spettacoli». E ancora l'urbanistica, con i Ppe R3, R6 e Podgora «pronti ad andare in aula come Pua, Peba, Piano del commercio». Ricorda quanto avvenuto prima con l'anatra zoppa e poi con le dimissioni del centrodestra: «Abbiamo governato con difficoltà e qualcuno mi ha detto che mi sarei dovuto dimettere e tornare alle urne, ma avrebbe significato tradire la scelta degli elettori. Credo di avere fatto la scelta più rispettosa».
Prima di Coletta hanno preso la parola diversi cittadini, testimoni dell'esperienza dell'amministrazione guidata da Lbc. Per primo Bruno Fontanarosa, titolare di un patto di collaborazione per la cura del verde, che ha ammonito come questi «devono essere organizzati meglio, perché ho visto che, dopo che avevamo tagliato noi l'erba, una settimana dopo ripassavano pure le ditte appaltanti. È andato bene il rapporto con i dirigenti, ma dobbiamo comunicare anche con le truppe». È poi il turno di Mirko Dell'Onto, dipendente di Abc, che ha raccontato di venire «da anni di contratti a termine; oggi ho un contratto stabile, come tanti altri padri di famiglia. Il porta a porta è soprattutto educazione, e vediamo come nei quartieri cittadini, ancora il 20-30% di utenti non ha ritirato i mastelli, ma più saremo bravi a differenziare, meno pagheremo». Seguono poi le testimonianze di Serena Ionta, come anche di Stefania Krilic, ex responsabile dei servizi sociali del Comune, che ha raccontato il cambio di paradigma nell'erogazione di risposte ai bisogni dei cittadini.
Andrea Apruzzese
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