Venezia, vivere di turismo è un'opportunità e una condanna

Domenica 23 Agosto 2020
la protesta dei lavoratori delle imprese portuali alla Marittima il 10 agosto scorso
Vivere di turismo può essere al contempo una grande opportunità e una grande condanna. Buona parte del tessuto sociale veneziano è legato nel bene e nel male a questa “industria” così ricca e così mal gestita. Festeggiare per il non arrivo di qualche nave dopo otto mesi di totale inattività per tanti lavoratori legati alla crocieristica e al suo inevitabile indotto sembra una follia.

Non è certo questo il modo di pensare al futuro di una città, anche se tutti i cittadini di Venezia (portuali compresi) vorrebbero un turismo più regolamentato ed educato, una politica dell’ambiente più attenta e un vero porto al passo con i tempi. Un porto in grado di funzionare per i prossimi 70 anni e di ricevere un numero stabilito di navi tecnologicamente evolute, piccole e grandi che siano. Il muro contro muro di questi anni ha creato solo polemiche e nessun passo avanti nei confronti dell’ambiente, della gestione controllata dei flussi turistici, del lavoro e dello sviluppo sano di questa città. Penso sia giunto il momento che autorità competenti, comitati del no, cittadini e lavoratori facciano un passo indietro e comincino a comprendere che se questa città vuole un futuro equilibrato tra lavoro, ambiente e sviluppo è dal porto che si può e si deve partire, esattamente come è stato innumerevoli volte nel corso di questi ultimi XV secoli.
Luca Pitteri 
Operatore portuale Venezia
Ultimo aggiornamento: 24 Agosto, 18:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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