Scuola, l’appello dei genitori: «Vacanze troppo lunghe». E Valditara prepara il “Piano estate”

Per prolungare l’apertura degli istituti il ministero stanzia un fondo di 400 milioni

Sabato 13 Aprile 2024 di Graziella Melina
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ROMA «Le vacanze scolastiche sono troppo lunghe e le ferie sono invece corte.

E allora i bambini a chi li lasciamo?». Il dilemma delle famiglie si risolve ogni anno allo stesso modo: c’è chi ha la fortuna di avere i nonni vicini, chi invece cerca un centro estivo libero e possibilmente poco costoso. Ma c’è anche chi prova a risolvere il problema alla base, ossia chiedere di accorciare le vacanze.

Il ministro Valditara firma il decreto che stanzia 400 milioni per il nuovo progetto

L’idea è venuta all'organizzazione no profit WeWorld e alle autrici del blog Mammedimerda: hanno scritto direttamente al ministero dell’istruzione di cambiare il calendario didattico sul modello di alcuni Paesi europei, come Francia e Germania, dove le pause estive sono molto più corte e hanno coinvolto sui social migliaia di altre mamme. L'appello, lanciato lo scorso settembre sulla piattaforma Change.org, sta ricevendo molte adesioni. La questione per ora resta in sospeso, anche se in parte il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha cominciato ad affrontarla. Giovedì il ministro ha firmato il decreto che stanzia 400 milioni di euro per finanziare attività di inclusione, socialità e potenziamento delle competenze per il periodo di sospensione estiva delle lezioni.

I FINANZIAMENTI
Il provvedimento, che interessa gli anni scolastici 2023/24 e 2024/25, è destinato alle scuole primarie e secondarie statali e paritarie non commerciali. I finanziamenti dunque ci sono: 80 milioni di euro in più rispetto al progetto del precedente biennio potranno consentire di attivare percorsi che, stando ai calcoli del ministero, potranno interessare tra 800 mila e 1,3 milioni di studenti; in sostanza, 1,714 milioni le ore aggiuntive di attività. «Lo avevamo promesso lo scorso anno e ora – spiega Valditara - anche grazie a un incremento sostanzioso dei fondi, siamo in grado di mettere in campo un Piano estate ampliato e rinnovato. Il nostro obiettivo è una scuola che sia punto di riferimento per gli studenti e per le famiglie anche d’estate, con sport, attività ricreative, laboratori o attività di potenziamento, ricorrendo a tutte le sinergie positive possibili, dagli enti locali alle associazioni del terzo settore».

In aggiunta ai 400 milioni stanziati, le scuole potranno utilizzare ulteriori fondi per i progetti estivi, attingendo ai 750 milioni del Pnrr del contrasto alla dispersione scolastica e al superamento dei divari territoriali e ai 600 milioni Pnrr per azioni di potenziamento delle competenze Stem. «L’offerta formativa estiva è un fatto molto positivo per alunni e le famiglie – spiega Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale dirigenti pubblici e alte professionalità della scuola (Anp) - Dal punto di vista della gestibilità, però, le scuole sono allo stremo delle loro capacità gestionali. I dirigenti scolastici in primis hanno gestito e stanno continuando a gestire una quantità di risorse economiche, con un’enorme responsabilità. E il personale, ormai stanco, si rifiuta di fornire prestazioni extra. Più volte abbiamo fatto presente che è necessario incrementare l’organico del personale amministrativo».

A pesare sulla buona riuscita dell’apertura estiva delle scuole sarà di sicuro anche la volontà dei singoli istituti. «Consideriamo che questa è una attività di tipo facoltativo - rimarca Giannelli - Ogni scuola deve quindi valutare le condizioni in cui si trova ad operare. Laddove fa più caldo, vicino al mare, probabilmente è più difficile organizzare l’apertura estiva». Servirebbero, poi, aule ben attrezzate. Ma nonostante i fondi a disposizione, pare sia complicato utilizzarli anche solo per climatizzare le aule. «Sicuramente ci sono docenti disponibili anche d’estate, il problema è purtroppo la parte organizzativa. La disarmonia che c’è in Italia in materia edilizia – ricorda il presidente dell’Anp - tra quello che serve e quello che si riesce a ottenere è dovuta al fatto che l’edilizia degli edifici scolastici è di stretta pertinenza degli enti locali, e ognuno ha una gestione diversificata. Molto spesso non hanno personale amministrativo e tecnico in grado di gestire le complesse procedure di appalto, per cui i lavori non si fanno con la dovuta celerità e non si riescono a gestire in modo tale da dotare le scuole di attrezzature e locali adeguati».

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Ultimo aggiornamento: 14:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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