Sorelline violentate per anni da nonno e zio: quattro arresti a Monreale. «Mamma e papà sapevano»

La mamma avrebbe tollerato e agevolato gli abusi, tentando di coprire le responsabilità dei congiunti

Mercoledì 6 Settembre 2023 di Laura Vaccaro e Riccardo Lo Verso
Sorelline violentate per oltre 10 anni da un gruppo di parenti: arrestati tre uomini e una donna a Monreale

Provincia di Palermo. Nel bagno di una modesta abitazione c’è una bimba di 9 anni. Entra il nonno, seguito dallo zio. Chiudono a chiave. E abusano a turno della piccola. Un nuovo caso di violenza sessuale irrompe nella cronaca dopo quello che ha coinvolto una ragazzina di 19 anni vittima del branco di 7 coetanei. 
Quattro persone sono state arrestate dai carabinieri.

Oltre al nonno e allo zio, accusati di violenza sessuale di gruppo, sono finiti in carcere anche i genitori di due sorelle che oggi hanno 13 e 20 anni. Il papà avrebbe abusato di loro, mentre la mamma non ha mosso un dito per fermare l’orrore di cui era a conoscenza. 

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LA DENUNCIA

Il campanello di allarme è suonato a scuola. La più piccola, lo scorso marzo, ha raccontato che i parenti facevano «brutte cose che non si possono raccontare». «Sono maniaci», ha aggiunto. Tre insegnanti, di cui una di sostegno, hanno avvertito il preside, che ha allertato i carabinieri. Gli abusi sono iniziati quando la bimba di anni ne aveva solo 6 e sono andati avanti fino a pochi mesi fa. A 9 anni, temendo che fosse rimasta incinta, la madre «spaventatissima per questa cosa mi ha dato la pillola (del giorno dopo, ndr). Ma non potevo essere incinta perché ero piccola. Poi è successo di nuovo e di nuovo. Poi ho detto basta». È stato il suo racconto a fare emergere che anche la sorella più grande ha subito le violenze del padre. L’hanno convocata e, dopo una iniziale ritrosia, ha confermato le accuse. Ora sono entrambe in comunità.

In casa, al mare e alla festa di compleanno. La vita delle due sorelle è stata scandita dagli abusi. «Mamma lo sa? Sì», nella risposta della più piccola c’è tutto il dramma della vicenda. «Al mio compleanno mio nonno mi ha dato un bacio in bocca, gli ho dato uno schiaffo ed è successo un casino», ha raccontato. Era la spia della morbosità. Un giorno del 2018 «eravamo tutti a mare. Il nonno si tuffa e io ho sentito da sotto qualcuno che mi toccava». Non erano al sicuro neppure a casa dei parenti: «Nel 2015 è stata la prima volta, stavo giocando con il mio tablet a casa di mia zia. C’era anche mio zio, che mi ha detto di andare con lui che mi avrebbe fatto un regalo. Mi ha portato in un posto strano fuori casa e mi ha spinta sul muro e mi ha tolto la maglietta. Io mi sono messa a piangere fortissimo». Ha cercato aiuto, ma rivolgendosi alle persone sbagliate: «A mamma e papà ho raccontato tutto il giorno dopo». Nulla è cambiato: «Quello del 2016 era maggio. Quello del 2018 era luglio. Loro hanno chiuso la porta prima e poi mi sono svegliata perché mi sentivo toccare e mi sono trovata mio zio e mio nonno di sopra». L’epilogo è stato dei più drammatici. Anni dopo il padre che non ha protetto la figlia più piccola ha abusato della primogenita ventenne. «Papà nelle volte in cui mi chiedeva le prestazioni sessuali ed io rifiutavo – ha spiegato lei ai militari della compagnia di Monreale –, cominciava a fare minacce del tipo che non mi avrebbe fatta uscire di casa, o mi obbligava a fare le faccende domestiche. Capitava che mentre lavavo i piatti mi fotografava il sedere e mi inviava le foto con il messaggio: Dai fammi entrare». Quando la giovane cercava di resistere «lui reagiva picchiandomi, provocandomi un occhio nero e spezzandomi un dente che poi non mi ha fatto curare». Ad un certo punto i familiari hanno capito di essere finiti nei guai. Volevano convincere le sorelle a ritrattare. Da ieri sono tutti in carcere su richiesta del procuratore Maurizio de Lucia e dell’aggiunto 

Ultimo aggiornamento: 7 Settembre, 08:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA