Il vescovo che abusò del nipote ridotto allo stato laicale, il caso di Roger Vangheluwe denunciato anche dal premier del Belgio

La vicenda era stata sollevata a più riprese dalle associazioni delle vittime della pedofilia, da alcuni sacerdoti e persino dal mondo della politica che chiedeva conto al Vaticano

Giovedì 21 Marzo 2024 di Franca Giansoldati
Il vescovo che abusò del nipote ridotto allo stato laicale, il caso di Roger Vangheluwe denunciato anche dal premier del Belgio

Papa Francesco (finalmente) ha punito e ridotto allo stato laicale il vescovo belga Roger Vangheluwe, 87 anni, colpevole di abusi sessuali su minori.

Un caso orribile che si trascinava da oltre dieci anni, quando affiorarono i crimini commessi su suo nipote quando era piccolo. In Belgio la vicenda era arcinota, sollevata a più riprese dalle associazioni delle vittime della pedofilia, da alcuni sacerdoti e persino dal mondo della politica che chiedeva conto al Vaticano del perché ci fosse tanta difficoltà a fare giustizia. Era intervenuto di recente anche il primo ministro belga Alexander De Croo. Prima lo ha fatto nel corso di una lunga riunione - lo scorso gennaio - con il nunzio apostolico, monsignor Franco Coppola e poi rendendo pubblici i temi sollevati durante quel colloquio. Il nunzio era stato ricevuto per organizzare il prossimo viaggio papale a Lovanio in occasione dei 600 anni dell'università cattolica belga. In un post su X il premier ha denunciato lo scandaloso ritardo. «Ho esortato ancora una volta il Vaticano a rimuovere il titolo del vescovo Roger Vangheluwe. Questo è importante per le vittime» aveva scritto il premier.

Oggi in una nota della nunziatura viene annunciato il provvedimento papale e la pena inflitta alvescovo emerito di Bruges, dimessosi dalla guida della diocesi nel 2010 dopo essere stato accusato di abusi . Egli stesso aveva ammesso, in particolare, l'abuso su un nipote. «I reati a lui imputati erano tuttavia caduti in prescrizione» fa sapere Vatican News aggiungendo che nel corso degli ultimi mesi, sono emersi «nuovi elementi gravi» riguardanti la vicenda dell’ex presule. 

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Le indagini

Sotto la fortissima pressione dell'opinione pubblica e il clamore suscitato il Dicastero per la Dottrina della Fede ha così avviato il “riesame del caso”. In seguito alla nuova indagine, il Dicastero ha ascoltato la difesa del prelato e presentato tutta la documentazione al Papa proponendo la dimissione dallo stato clericale, in conformità all’articolo 26 delle norme Sacramentorum sanctitatis tutela, il motu proprio di Giovanni Paolo II entrato in vigore nel 2001 sui “delitti più gravi” riservati all’allora Congregazione per la Dottrina della Fede, aggiornato nel 2010 da Benedetto XVI e da Francesco nel 2021.

La notifica all’interessato è stata fatta ieri che ha chiesto di poter risiedere in un luogo di ritiro, senza più «alcun contatto con il mondo esterno, al fine di dedicarsi alla preghiera e alla penitenza». Nello stesso comunicato si legge che Papa Francesco «ribadisce la sua vicinanza alle vittime di abusi e il suo impegno affinché questo flagello sia sradicato dalla Chiesa».

Il caso

In questa vicenda compare anche il ruolo negativo dell'ex capo della Chiesa cattolica in Belgio, il cardinale  grande elettore di Papa Francesco, Godfried Danneels (ora defunto)  avrebbe cercato di impedire al nipote abusato di Vangheluwe di rendere pubblica la storia. IN pratica il porporato consigliò alla vittima di ritardare la dichiarazione pubblica almeno fino a quando lo zio vescovo che aveva abusato di lui si fosse ritirato. Il nipote registrò quel colloquio imbarazzante e lo affidò ai giornali del Belgio. Sul nastro, il cardinale diceva alla vittima: «Potrebbe essere meglio aspettare il prossimo anno, quando si dimetterà». E ancora. «Non so se ci sarà molto da guadagnare facendo molto rumore, né per te né per lui». L'allora portavoce della diocesi, Jurgen Mettepenningen all'epoca conferò che le trascrizioni erano corrette anche se quelle parole non significavano un insabbiamento. 

La giustizia belga non poteva perseguire gli abusi sessuali perchè i reati nel frattempo sono andati in prescrizione. Resta in ogni caso inspiegabile l'atteggiamento del Vaticano di non procedere alla riduzione allo stato laicale come è già accaduto per altri casi eclatanti, per esempio quello dell'ex cardinale americano McCarrick. Intanto il Parlamento fiammingo, l'organo legislativo per la regione fiamminga del Belgio, nell'ottobre scorso ha istituito una commissione speciale d'inchiesta sugli abusi sessuali nella Chiesa, a seguito di una serie di documentari televisivi che hanno riacceso i fari anche sul caso Vangheluwe e sul perché il vescovo continui a mantenere il titolo di vescovo e a essere sacerdote. 

Ultimo aggiornamento: 17:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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