Tumori, nuovo farmaco per la ​leucemia mieloide cronica. «Efficacia raddoppiata»

"Efficacia confermata anche a 96 settimane, con un tasso di risposta molecolare maggiore del 37,6% per asciminib contro il 15,8% dell'altro Tki", sottolinea il professore Castagnetti

Lunedì 26 Giugno 2023
Tumori, nuovo farmaco per la leucemia mieloide cronica. «Efficacia raddoppiata»

Nuova speranza per i pazienti con leucemia mieloide cronica, tumore raro del sangue che colpisce circa 100mila persone nel mondo e quasi 9mila in Italia, costretti a cambiare terapia perché ormai resistenti o intolleranti a quella che stanno seguendo.

Questo bisogno trova ora risposta in asciminib (Scemblix*), farmaco in compresse mirato all'interruttore molecolare della malattia, ma dotato di un meccanismo d'azione innovativo che lo rende più efficace e tollerato. Sviluppato dalla svizzera Novartis, il trattamento è disponibile anche nel nostro Paese, rimborsato dal Servizio sanitario nazionale.

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Cos'è la leucemia mieloide cronica

La leucemia mieloide cronica (Lmc) rappresenta il 15% di tutti i casi di leucemia e colpisce gli uomini 1,2-1,7 volte più delle donne. È causata dalla proliferazione incontrollata delle cellule staminali del midollo osseo e in oltre il 90% dei casi è caratterizzata da un'alterazione genetica acquisita nota come cromosoma Philadelphia. Gli inibitori tirosin-chinasici (Tki) sono i farmaci usati per trattarla, ma »ancora oggi molti pazienti in seconda linea sviluppano resistenza o intolleranza alla terapia«, spiega in un incontro a Milano Fabrizio Pane, professore ordinario Università Federico II di Napoli, direttore Uoc Ematologia e Trapianti di midollo Aou Federico II di Napoli. È quindi »importante mettere a disposizione nuove opzioni terapeutiche in terza linea, efficaci, ben tollerate e capaci di garantire una buona qualità di vita«. Elemento che, da una survey internazionale condotta in 11 Paesi tra cui l'Italia, per un malato su due è »il primo obiettivo da raggiungere con la terapia«. In questo scenario si inserisce asciminib, indicato per i pazienti Lmc con cromosoma Philadelphia positivo in fase cronica (Lmc-Cp Ph+), con resistenza o intolleranza ad almeno due precedenti Tki.

Come funziona

"Asciminib è il capostipite di una nuova classe di farmaci, gli Stamp inibitori (Specifically targeting the Abl myristoyl pocket) - precisa Fausto Castagnetti, professore associato Università di Bologna, Istituto di Ematologia 'Seràgnolì, Irccs Azienda ospedaliero-universitaria di Bologna - Pur appartenendo alla classe degli Tki, asciminib si differenzia per un nuovo meccanismo d'azione: a differenza degli altri Tki, non si lega al sito Atp-asico della tirosin-chinasi Bcr-Abl1, ma al sito miristoilico nel dominio chinasico di Bcr-Abl1. Questo legame ha il vantaggio di essere altamente specifico e di stabilizzare la proteina Bcr-Abl nella sua conformazione chiusa e inattiva, arrestando la progressione tumorale con effetti collaterali minimi«. La tollerabilità è »un aspetto molto importante - rimarca lo specialista - visti i rischi a cui possono essere esposti i pazienti a causa dei lunghi anni di trattamento e della frequente presenza di altre comorbidità«.

Efficacia

«L'efficacia di asciminib - sottolinea Castagnetti - è confermata dai dati dello studio registrativo di fase III Ascembl che ha evidenziato, dopo 24 settimane di trattamento, un tasso di risposta molecolare maggiore quasi doppio (25,5% verso 13,2%) rispetto a un altro inibitore tirosin-chinasico. Efficacia confermata anche a 96 settimane, con un tasso di risposta molecolare maggiore del 37,6% per asciminib contro il 15,8% dell'altro Tki».

La cura a lungo termine

Per il nuovo farmaco esistono inoltre evidenze positive nel trattamento a lungo termine: «Il trial di fase I - riferisce Massimo Breccia, professore associato Università La Sapienza di Roma, Ematologia Policlinico Umberto I di Roma - ha valutato per una durata mediana di 4 anni gli effetti di asciminib in pazienti fortemente pre-trattati e ha dimostrato la sua sicurezza, tollerabilità ed efficacia a lungo termine: non solo la maggior parte dei pazienti (70%) è rimasta in trattamento con asciminib, ma due terzi hanno raggiunto la risposta molecolare maggiore o la risposta molecolare profonda, due parametri che indicano lo stato di attività della malattia».

I dati

Anche «i dati di real world», dal mondo reale, prosegue l'esperto, «ci confermano il potenziale ruolo di asciminib come standard di cura per i pazienti con Lmc in fase cronica che avevano precedentemente ricevuto almeno due linee di trattamento con Tki»: i risultati ottenuti sui «pazienti trattati con asciminib nel programma di uso compassionevole condotto in Italia fra il 2019 e il 2023, e recentemente presentati al congresso dell'European Hematology Association, hanno messo in luce l'efficacia di asciminib nel mantenere o migliorare la risposta molecolare e il suo buon profilo di tollerabilità».

Ultimo aggiornamento: 16:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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