Ruby, il premier: pm eversivi, vanno puniti
Udc: basta minacce. Pd: è pericoloso

Mercoledì 19 Gennaio 2011
Silvio Berlusconi
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ROMA (19 gennaio) - Dopo un'altra giornata passata sotto il fuoco di fila delle opposizioni che ne chiedono le dimissioni, il premier Silvio Berlusconi tornato al contrattacco con un video-messaggio destinato ai Promotori della Libertà, diffuso in serata. Già ieri, dopo che il capo dello Stato aveva parlato di "Paese turbato", chiedendo subito chiarezza sul caso Ruby, il premier aveva affermato che non sarebbe andato dai giudici milanesi, incompetenti sulla vicenda secondo i suoi legali, e aveva ribadito la sua intenzione di non dimettersi: «Siete matti? Mi sto divertendo» aveva risposto ai giornalisti che gli chiedevano lumi sulle sue intenzioni. Una risposta che oggi ha innescato la replica del presidente della Camera, Gianfranco Fini, che ha detto di non trovare nulla di divertente nel "caso Ruby" e di essere preoccupato per il buon nome dell'Italia.



Intanto la Giunta per le autorizzazioni della Camera ha rinviato a martedì prossimo l'esame degli atti sul caso Ruby, che vede Berlusconi accusato a Milano di concussione e prostituzione minorile. Nelle carte trasmesse dalla Procura di Milano i magistrati chiedono di poter perquisire gli uffici del contabile del premier, Giuseppe Spinelli.



Berlusconi: fermare i pm di sinistra. Nel video-messaggio il premier sferra una controffensiva puntigliosa per respingere le accuse dei pm milanesi, con una chiusa tutta politica in cui ribadisce di voler andare avanti con il governo e procedere ad una riforma della giustizia per impedire che magistrati di sinistra tentino di far fuori chi è stato democraticamente eletto. Il Cavaliere punta anche su quella che definisce una persecuzione giudiziaria, sulla totale inconsistenza delle accuse, entrando nei dettagli della vicenda Ruby e sottolineando che un simile dispiegamento di mezzi e forze dell'ordine viene messo in campo solo per combattere la criminalistà organizzata. Nel rigettare ogni addebito (dal non aver mai avuto rapporti sessuali con Ruby al fatto che la ragazza si presentò a lui come una 24enne) e sostenendo che sarà facilissimo smontare il teorema accusatorio, Berlusconi parla di violazione dei principi costituzionali e conferma anche di non voler andare dai pm milanesi perché li considera non competenti sulla vicenda.



«Riforma della giustizia per fermare pm politicizzati». «Io sono sereno - ha detto il premier nel messaggio - state sereni anche voi perché la verità vince sempre. Il governo continuerà a lavorare e il Parlamento farà le riforme necessarie per garantire che i magistrati di sinistra non possano più cercare di far fuori illegittimamente chi è stato eletto dai cittadini».



«Procedura violenta, non resterà senza punizione».
«Sul caso Ruby è stata messa in atto una operazione degna delle operazioni contro la mafia e la camorra» ha detto nel messaggio Berlusconi, secondo il quale nel corso dell'inchiesta sono state commesse «violazioni di legge incredibili» che vanno «contro i più elementari principi costituzionali. Una procedura irrituale e violenta, indegna di uno stato di diritto che non può rimanere senza un'adeguata punizione - ha detto il premier a proposito del trattamento delle ragazze coinvolte nell'inchiesta dei pm milanesi - Queste perquisizioni nei confronti di persone che non erano neppure indagate ma soltanto testimoni sono state compiute con il più totale disprezzo della dignità della loro persona e della loro intimità. Sono state maltrattate, sbeffeggiate, costrette a spogliarsi, perquisite corporalmente, fotografati tutti i vestiti, sequestrati tutti i soldi, le carte di credito, i gioielli, i telefoni e i computer. Sono state portate in questura, alcune senza neppure poter chiamare un avvocato e tenute lì dalle otto di mattina fino alle otto di sera senza mangiare e senza poter avere alcun contatto con l'esterno. Trattate, dunque come criminali in una pericolosa operazione antimafia».



«Vorrei andare dai giudici». «Ripeto, io vorrei andare subito dai giudici proprio perchè i fatti contestati sono talmente assurdi che sarebbe facilissimo smontare il teorema accusatorio», afferma il premier che poi aggiunge: «Vorrei fare il processo subito, con queste prove inconfutabili, ma con giudici super partes e non con pm che vogliono utilizzare questa vicenda come strumento di lotta politica. Gli stessi pm che hanno ordinato con uno spiegamento di forze di almeno 150 uomini una imponente operazione di perquisizione contro ragazze colpevoli soltanto di essere state mie ospiti in alcune cene».



Finocchiaro: Berlusconi minaccia istituzioni, è pericoloso. «Inaudito minacciare ritorsioni contro magistratura. Chi è responsabile in maggioranza se ne renda conto - dice Anna Finocchiaro, presidente dei senatori Pd - «Non entro sulle affermazioni che riguardano i suoi rapporti con giovani donne. Ma trovo inaccettabili, pericolose e fuori da qualsiasi limite le parole di Berlusconi su giustizia, magistratura e giudici. Se c'è qualcuno che calpesta le leggi e la nostra Costituzione e che si mette sotto le scarpe la dignità delle istituzioni italiane, è proprio lui, non i magistrati italiani. Quello di Berlusconi è un ulteriore attacco gravissimo ad un potere dello Stato che non possiamo tollerare. Sono le parole di un uomo fuori da ogni controllo che ha perso la testa di fronte a quanto sta avvenendo. Altro che divertirsi! Questo uomo deve dimettersi al più presto e, a proposito di "responsabilità", mi rivolgo a chi nella maggioranza ha ancora un minimo di senno: Berlusconi è pericoloso per il nostro Paese e per le nostre istituzioni democratiche ed è necessario che anche nel centrodestra se ne rendano conto».



Casini: Berlusconi si controlli, non è il padrone del Paese. «Berlusconi non si rende conto che chi vince le elezioni non è il padrone del Paese - dice il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini - Nessun leader può minacciare punizioni ai magistrati: ci si può indignare, si può polemizzare, ma soprattutto bisogna difendersi nelle sedi proprie. Quella di Berlusconi è una dichiarazione di guerra di cui il paese non ha alcun bisogno. Berlusconi si deve controllare, ormai è una escalation».



Bossi: pm hanno massacrato il premier. «L'hanno massacrato: non si è mai sentito un presidente del Consiglio massacrato in quel modo - commenta il leader della Lega, Umberto Bossi - Pensate se agli uomini non piacessero le donne...».



Vietti (Csm) al premier: parlare di pm eversivi è grave e infondato: «Usare espressioni come sovvertimento dell'ordine democratico è tanto grave quanto infondato» ha detto oggi il vicepresidente del Csm, Michele Vietti, replicando all'accusa rivolta dal premier ai pm di Milano che lo hanno messo sotto inchiesta. Ai giornalisti che gli chiedevano se si possa parlare di uno scontro con la magistratura, Vietti ha risposto: «Noi non vogliamo fare nessuno scontro con nessuno. Per quanto riguarda l'intenzione di Berlusconi di non presentarsi ai magistrati che lo indagano, Vietti ha risposto: «Questo è un problema di Berlusconi e dei suoi avvocati».



Csm, laici Pdl e Lega impediscono voto su accuse del premier. Il plenum del Csm non ha potuto votare la risoluzione che accusa il presidente del Consiglio di aver «denigrato» il pm di Milano Fabio De Pasquale e l'intera magistratura. I laici indicati dalla maggioranza hanno infatti abbandonato l'aula, facendo mancare il numero legale necessario. Il voto finale è stato rinviato a venerdì.



Fini: non c'è nienta di divertente. «L'unico che trova qualcosa di divertente è il presidente del Consiglio, francamente non so cosa ci sia da divertirsi»: così Gianfranco Fini commenta le dichiarazioni fatte ieri dal premier sulla vicenda Ruby. «Gli italiani sono sconcertati per la gravità delle accuse - ha detto Fini - E' legittimo essere preoccupati per la gravità delle accuse, soprattutto per il buon nome dell'Italia nel mondo. Credo che molti italiani siano sconcertati per la gravità delle accuse mosse al presidente Berlusconi».



Casini: discredito internazionale, premier risponda ai giudici. «Credo che in questo momento nel Paese ci sia una grandissima difficoltà perché c'è un discredito internazionale sotto gli occhi di tutti - dice il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini - Il modo migliore, più decoroso, più dignitoso che ha il capo del governo è rispondere ai giudici. Se queste imputazioni sono finte si deve scoprire che sono finte: se le cose stanno diversamente è chiaro che, a questo punto, cosa deve fare Berlusconi lo suggerisce il buonsenso, non glielo dobbiamo dire noi».



Terzo polo. premier si dimetta o si vada al voto. Intanto il Terzo polo (Fli, Udc, Api, Mpa, Liberaldemocratici e repubblicani) chiede le dimissioni di Silvio Berlusconi. «Se il presidente del Consiglio non è in grado di rispondere nelle sedi competenti alle accuse che gli sono state mosse - si legge in una nota diffusa al termine del vertice del Terzo polo in vista delle amministrative - e quindi di rassicurare un'opinione pubblica profondamente e giustamente turbata, deve rassegnare le sue dimissioni e consentire così al Paese la serenità e la speranza per un futuro migliore e alle istituzioni di realizzare le riforme necessarie. Altrimenti, nel rispetto delle prerogative del capo dello Stato, è meglio chiedere ai cittadini, attraverso il voto, di realizzare il cambiamento necessario e urgente». Secondo il Terzo polo, inoltre, «le gravi vicende emerse in questi giorni confermano e rafforzano le ragioni per le quali nelle scorse settimane il nuovo polo aveva chiesto una profonda svolta politica nella conduzione del Paese».



«Noi non chiediamo le elezioni anticipate, non le temiamo ma non togliamo a Berlusconi le castagne dal fuoco. È lui che deve levare dall'imbarazzo se stesso e il Paese, vada dai giudici da dimissionario e poi si rimetta alle decisioni del capo dello Stato». Così il segretario del Pd, Pier luigi Bersani, risponde ai giornalisti che gli chiedono se le opposizioni chiedono le elezioni anticipate dopo l'inchiesta milanese sul caso Ruby. «Se arriviamo al voto - aggiunge Bersani - è per un suo totale fallimento. Lui ha tradito l'articolo 54 della Costituzione che pretende da chi ha cariche pubbliche disciplina e onorabilità».



«Berlusconi ha tradito la Costituzione su cui ha giurato e - sostiene Bersani - e non c'è bisogno della magistratura per sostenere questo». Il leader del Pd definisce incomprensibile la difesa del Pdl intorno al premier: «E' difficile spiegarselo, sembra un meccanismo di solidarietà portato all'eccesso anche davanti a queste evidenze. Chi ha responsabilità morali, anche l'elite del Paese, dica una parola chiara, perché se ingoiamo anche queste cose dobbiamo vergognarci».



«Tutta la maggioranza respinge le dimissioni» del premier. Lo dice Fabrizio Cicchitto alla Camera spiegando che nei confronti di Berlusconi è in atto «un attacco politico e mediatico» e che la vicenda Ruby ha ben poco di «giudiziario». Lo dimostrano anche le osservazioni che arrivano dal mondo cattolico che «pone interrogativi etici e questo conferma che la vicenda ha ben poco di giudiziario...», afferma il capogruppo del Pdl. Quanto al governo, Cicchitto non ha dubbi che andrà avanti: «Oggi nasce un nuovo gruppo a sostegno dell'esecutivo. Ma - osserva - se non si dovesse riuscire ad andare avanti per l'azione di fatto inquietanti, ricordo che l'abitazione del premier è stata sottoposta a intercettazioni, allora non resta che il voto anticipato. Sarebbe preferibile evitarlo, ma se si impedisce di governare...».



«Le modalità operative, la durata e il dispiego ingente di uomini e risorse finanziarie - dice Osvaldo Napoli, vice presidente dei deputati Pdl - dovrebbero convincere anche i più fieri avversari del premier, o almeno quelli fra loro che conservano un barlume di ragionevolezza, che l'inchiesta della Procura di Milano ha qualcosa di abnorme che travalica e abbatte i confini dell'attività giudiziaria. Essa configura un attentato alla Costituzione, all'articolo che sancisce la segretezza delle comunicazioni fra i cittadini, ma più ampiamente un attentato contro lo Stato quale è il tentativo di far fuori politicamente il presidente del Consiglio liberamente scelto dagli elettori».



«Siamo sempre in attesa, domani vediamo il sottosegretario Gianni Letta e glielo chiederemo di

nuovo». Così il presidente del Copasir Massimo D'Alema torna a chiedere che «come dice la legge» il premier riferisca al Comitato. «È assurdo che questo - afferma D'Alema - sia al centro di un dibattito visto che per legge il premier deve riferire periodicamente al Copasir su temi come «la politica di sicurezza, il segreto di Stato, la dotazione finanziaria dei servizi». A noi non interessa che cosa il premier fa nelle sue case, non si tratta di curiosità malsana, ma la legge attribuisce a lui delle competenze esclusive sulle quali è tenuto a riferire».



«E' gravissimo che Silvio Berlusconi, che è anche capo dei servizi segreti, sia ricattabile a causa della sua condotta privata proprio dalla struttura alla quale è preposto» ha detto Felice Belisario intervenendo alla trasmissione di Radiouno Radio Anch'io. «È molto triste - ha aggiunto il capogruppo dell'Idv al Senato - assistere al degrado del nostro presidente del Consiglio che trascina con se tutto il Paese».



Famiglia cristiana: notti di Arcore, squallore e depravazione. «Le notti di Arcore». Si intitola così il resoconto sul caso Ruby pubblicato sul sito internet di Famiglia Cristiana, che anche oggi torna ad esprimersi con posizioni molto dure. «L'affresco delle "notti di Arcore" che emerge attraverso le intercettazioni di molte ragazze che vi hanno partecipato, allegate alla richiesta di autorizzazione, è un misto di squallore e depravazione - si legge nel testo - Giovani pronte a "offrirsi al Drago" in cambio di soldi, gioielli o alla disponibilità di appartamenti, ingaggiate per allietare le feste del "sultano". Se quanto scrivono i magistrati nella richiesta alla Camera di autorizzazione alla perquisizione dell'ufficio di un collaboratore di Berlusconi venisse confermato - sottolinea on line il settimanale dei Paolini - il quadro sarebbe squallido e sconfortante».



«È un bruttissimo momento per tutti, per le istituzioni, per i cittadini, per il Paese che non merita assolutamente di assistere a certi spettacoli». Intervistato da Repubblica, il cardinale Elio Sgreccia sposa l'appello di Avvenire e di Napolitano a «sgombrare subito il campo da ogni dubbio, perché la vicenda nel suo insieme, se vera, è sconvolgente». «Non posso non restare allibito e perplesso di fronte ad accuse così gravi e ad atteggiamenti e stili di vita tanto discutibili, dove valori come la moralità, l'etica, il rispetto della persona, a partire dalla donna e la difesa dei minori, vengono ridotti ai minimi termini», dice Sgreccia, presidente emerito della Pontificia Accademia per la Vita. «Per questo, accanto all'esigenza di fare chiarezza subito nelle sedi giudiziarie più opportune, mi auguro che davanti a una vicenda così scioccante il Paese trovi la forza di reagire per ridare il giusto peso all'educazione, alla morale e all'etica. Tutti siamo chiamati ad avere comportamenti morali ed etici alti e ineccepibili, ma chi è investito di responsabilità istituzionali - sottolinea il cardinale - deve sentirlo ancora di più, anche nella sua vita privata».
Ultimo aggiornamento: 7 Aprile, 18:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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