Sono morti sotto le macerie.
Liliana Minacori era un’insegnante della scuola materna mentre Pietro Carmina era docente di storia e filosofia al liceo classico Ugo Foscolo di Canicattì.
Un sopravvissuto: «Sembrava una bomba atomica»
«È stato spaventoso. Sembrava una bomba atomica, abbiamo anche pensato che un aereo fosse caduto qui vicino. Siamo vivi per miracolo». Lo ha detto Calogero Bonanno, un docente che vive a Palermo e che ieri sera si trovava a casa dei suoceri a Ravanusa, in via Trilussa. «Mia moglie stava allattando la bimba di 4 mesi quando abbiamo sentito lo scoppio e abbiamo pensato che l'edificio si fosse spostato - ha raccontato l'uomo tra le lacrime - subito con gli altri due miei figli, di 5 e 11 anni, siamo scesi per strada. C'erano vetri e fiamme ovunque. Tutti gli infissi scoppiati. Non capivamo se ci fosse stato il terremoto. La paura è stata tanta. Siamo davvero vivi solo per miracolo», ha concluso.
Corsa contro il tempo
È una corsa contro il tempo per riuscire a salvare le persone disperse che ci costringe a lavorare con la massima cautela». Lo ha detto l'ing. Salvo Cantale, responsabile team Usar dei vigili del fuoco che si trova sul luogo del disastro a Ravanusa. «Stiamo rimuovendo le macerie - dice - solo dopo potremo accertare i motivi della violenta esplosione».
Coinvolto un raggi di 10.000 metri
«L'esplosione avvenuta ieri sera ha coinvolto un raggio di almeno 10.000 metri quadri.». Lo ha detto all'Adnkronos, Luca Cari, capo dell'ufficio comunicazione dei Vigili del Fuoco arrivato sul luogo del disastro. «Man mano che ci si allontana dal 'craterè i danni sono minori. Resti di vetri e suppellettili si trovano anche a distanza di oltre 100 metri», ha aggiunto.