Piano Mattei da 5,5 miliardi, la mossa di Meloni al vertice Italia-Africa: ecco tutte le priorità

Faki (Unione africana): «Ora i fatti ma potevate consultarci prima»

Martedì 30 Gennaio 2024 di Francesco Bechis
Piano Mattei da 5,5 miliardi, la mossa di Meloni al vertice Italia-Africa: ecco tutte le priorità

Uno ad uno. Giorgia Meloni guida il cerimoniale, abbraccia e stringe mani ai leader africani in mezzo al Salone Garibaldi del Senato. È il giorno del Piano Mattei e Roma è blindata per la passerella di capi di Stato e di governo accorsi a sentire la ricetta Meloni per lavorare insieme su «cinque priorità»: istruzione, salute, energia, acqua e agricoltura.

IL PIANO

Il piano ispirato al fondatore dell’Eni prende forma: l’Italia stanzierà 5,5 miliardi di euro nei prossimi cinque anni, annuncia la premier a Palazzo Madama, circondata dai tre presidenti dell’Ue: Ursula von der Leyen, Roberta Metsola, Charles Michel. «Cara Giorgia, è la nostra agenda» sorride Ursula in aula e promette che il piano sarà «complementare» al Global Gateway, la roadmap dell’Ue per investire fino a 150 miliardi di euro in progetti di cooperazione sull’Africa. E un’apertura arriva un po’ da tutti i leader africani radunati nella Capitale. C’è il tunisino Kais Saied con cui Meloni potrebbe vedersi oggi per studiare come fermare l’onda di migranti in arrivo dal Paese magrebino la prossima estate.

E poi il presidente del Kenya Ruto, il premier etiope Ali. Una nota stonata a inizio giornata interrompe l’idillio a Palazzo Madama.

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Meloni riceve nel salone Moussa Faki, il presidente della Commissione dell’Unione africana. Noto alle cronache per la finta telefonata di due comici russi che hanno interpretato la sua voce con Meloni a settembre beffando l’ufficio diplomatico di Palazzo Chigi. «È quello vero?», scherza la presidente del Consiglio al suo arrivo. Lui, in aula, inizia con un appunto: «Ci aspettavamo di essere consultati di più» sul Piano Mattei, e poi è il momento di «passare dalle parole ai fatti». Ma in serata viene corretto dal presidente dell’Unione africana Azali Assoumani: «Conosco Moussa, forse non ha letto il piano, non intendeva questo». E poi giù un profluvio di lodi per l’iniziativa italiana: «Nessuno può contestarlo, è un piano molto buono: però bisogna renderlo concreto». È questo il nodo, in fondo. Nella giornata in verità, per la prima volta, il vaste programme del centrodestra per rivoluzionare i rapporti con l’Africa e frenare alla radice i traffici di esseri umani inizia a delinearsi. Ne parla Meloni, citando progetti concreti studiati dalle feluche italiane: pozzi, dighe, ponti, scuole, gasdotti, dalla Tunisia all’Algeria, dal Marocco al Kenya e la Costa d’Avorio. Ne parlano i ministri tutti precettati per l’occasione. «Le infrastrutture sono un ingrediente chiave per il successo dell’area di libera scambio africana», dice il titolare dei conti Giancarlo Giorgetti. Matteo Piantedosi annuncia nuove partnership contro i trafficanti, c’è anche Matteo Salvini in Senato a discorrere di infrastrutture, viadotti. 

I PROSSIMI PASSI

L’idea è dimostrare ora, con la riunione della cabina di regia per il Piano Mattei fissata a inizio febbraio, che non si tratta di una «scatola vuota», come tutte le opposizioni hanno tuonato ieri in coro, «promesse e zero fatti», accusano dal Pd. Mentre la maggioranza applaude nel gran giorno di Meloni, «inviteremo l’Unione africana al G7», annuncia il ministro degli Esteri azzurro Antonio Tajani. Insomma, fatta eccezione per la Lega che rimane nelle retrovie, è tutto uno scroscio di mani. Meloni risponde in serata agli appunti di Faki, ex premier del Chad. «Serve concretezza e per questo il piano non è mai stato definito a monte, forse non l’ho pubblicizzato abbastanza io», smorza. 
Intanto guarda al bicchiere mezzo pieno. L’endorsement Ue, pronunciato dalla “cara Ursula” con cui si salda sempre più l’intesa in vista delle prossime Europee e della possibile ricandidatura di “Lady Europe” alla guida della Commissione. Sullo sfondo certo restano questioni in sospeso. Quanti soldi metterà l’Ue? E si può trovare con i leader africani una posizione comune sulla guerra in Medio Oriente? «Speriamo che a Gaza presto si arrivi a una tregua umanitaria», augura Meloni. Il tempo dirà. La premier chiude la giornata con uno stanco sorriso. Convinta che il summit sia stato «un successo». 

Ultimo aggiornamento: 07:49 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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