Piano Mattei per l'Africa, ecco di cosa si tratta e cosa prevede: dal Marocco al Kenya, ecco i progetti pilota

Un Piano per far fronte alle tante emergenze umanitarie e sostenere lo sviluppo economico dei paesi africani, dalla transizione energetica a nuovi investimenti. Questi i principali obiettivi del Piano italiano per l'Africa. Sullo sfondo del Summit Italia-Africa

Lunedì 29 Gennaio 2024 di Monica De Chiari
Gli obiettivi del Piano Mattei per l'Africa, in corso anche il Summit Italia-Africa

Fare di più per l’Africa, per fare fronte alle tante emergenze umanitarie e contenere i flussi di migranti illegali. Ma anche per sostenere lo sviluppo economico e la stabilizzazione sociale di Paesi nei quali altrimenti, senza un “ruolo forte” dell’Italia e dell’Europa si aprono inevitabilmente le porte “all’ingresso di altri attori”. Questo l’obiettivo del Piano Mattei che dal 10 gennaio 2024, dopo il voto favorevole della Camera, è diventato legge. La prima volta, il Piano Mattei, che prende il nome dal fondatore di Eni, Enrico Mattei, è stato citato durante il discorso d’insediamento alla Camera della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il 22 ottobre 2022.

Il Piano era stato annunciato come punto programmatico più importante del governo, in grado “di rimuovere le cause che portano i migranti ad abbandonare la propria terra, le proprie radici culturali, la propria famiglia per cercare una vita migliore in Europa”, un “modello virtuoso di collaborazione e di crescita tra Unione Europea e nazioni africane, anche per contrastare il preoccupante dilagare del radicalismo islamista, soprattutto nell’area sub-sahariana”.

Di cosa si tratta

La Presidente Meloni aveva affermato che il Piano Mattei “è forse il più significativo progetto strategico di questo governo a livello geopolitico di un’Italia che vuole tornare protagonista nel Mediterraneo”. Il Piano ha molti obiettivi a partire da quello di “fermare le partenze”, fino a quello strategico ed energetico che vede l'Italia come hub del gas nel Mediterraneo ( come diceva la premier a inizio 2023). Come evidenziato dal governo nella relazione allegata al disegno di legge di conversione, il Piano, che ha durata quadriennale, “persegue la costruzione di un nuovo partenariato tra Italia e Stati del Continente africano”, mediante “la promozione di uno sviluppo comune, sostenibile e duraturo, nella dimensione politica, economica, sociale, culturale e di sicurezza”.

Nel comunicato stampa della Camera c’è un lungo elenco di ambiti diversi toccati da questa collaborazione, ma nessun piano concreto per ciascuno di essi. “Saranno attuate, si legge, azioni di partenariato nei seguenti settori: cooperazione allo sviluppo; promozione delle esportazioni e degli investimenti; istruzione, formazione superiore e formazione professionale; ricerca e innovazione; salute, agricoltura e sicurezza alimentare; approvvigionamento e sfruttamento sostenibile delle risorse naturali, incluse quelle idriche ed energetiche; tutela dell’ambiente e adattamento ai cambiamenti climatici; ammodernamento e potenziamento delle infrastrutture anche digitali; valorizzazione e sviluppo del partenariato energetico anche nell’ambito delle fonti rinnovabili; sostegno all’imprenditoria e in particolare a quella giovanile e femminile; promozione dell’occupazione; turismo, cultura, prevenzione e contrasto dell’immigrazione irregolare e gestione dei flussi migratori legali”. 

I paesi coinvolti 

Dal punto di vista energetico si parla della realizzazione di progetti per il gas e per le rinnovabili, alla produzione, allo stoccaggio e all'esportazione. In gioco per l'Africa all'interno del Piano ci sono attualmente 4 Paesi: Repubblica del Congo, Mozambico, Egitto e Algeria. I rapporti tra Italia e Repubblica del Congo sono sempre stati di natura economica nel settore del gas e questi nel corso del 2022 vennero anche rafforzati da un accordo che la Rep. del Congo fece con Eni che avviò  importazioni di gas naturale liquefatto (GNL) in Italia. Eni, adesso, a inizio del 2024 ha annunciato che produrrà direttamente in Rep. del Congo il primo carico di GNL. Attualmente il Paese africano è il terzo produttore di petrolio dell'intero Continente e sono presenti 280 miliardi di metri cubi di riserve di gas naturale ancora non utilizzate. L'altro Paese cruciale per il Piano Mattei è il Mozambico, in primis perché ha il potenziale per essere uno dei primi Paesi africani in cui le rinnovabili potrebbero svolgere uno dei ruoli strategici per l'intera Europa. Nella ricerca di fornitori alternativi alla Russia, Ue e Italia hanno individuato nel Mediterraneo, e in particolar modo in Algeria ed Egitto, una regione di primaria importanza. Allo stato attuale però, affinché questi paesi aumentino le loro esportazioni di gas verso l’Ue e aiutino quindi a colmare il gap russo, sarebbero necessari ingenti investimenti per aumentare in modo significativo la produzione.

Il Summit Italia-Africa 


Sul Piano le opposizioni restano molto critiche continuando a parlare di “scatola vuota”, di “fuffa e propaganda”. Dovremo attendere il 30 giugno per conoscere le attività e i progetti finanziari dal Piano Mattei. Infatti, è entro tale data che la cabina da regia deve trasmettere alle Camera una relazione sullo stato di attuazione del Piano stesso. Il passo politico ora è quello del Summit Italia-Africa, aperto oggi con le parole della premier Giorgia Meloni: "Il Piano Mattei è un piano concreto di interventi strategici, concentrato su poche priorità di medio lungo periodo, istruzione e formazione, salute e agricoltura, acqua ed energia. Abbiamo individuato alcune nazioni africane del quadrante subsahariano e nordafricano" che sarà poi allargato "seguendo una logica incrementale", "Il Piano, inoltre, "può contare su 5,5miliardi di euro tra crediti, operazioni a dono e garanzie: circa 3 miliardi dal fondo italiano per il clima e 2,5 miliardi e mezzo dal fondo per la Cooperazione allo sviluppo". Un'occasione per il governo di approfondire quali saranno le fasi di attuazione del Piano. 

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