Paesi africani, il piano Mattei. Mattarella: «Africa e Ue insieme vanno lontano». Meloni: rapporti paritari

Lunedì 29 Gennaio 2024 di Francesco Bechis
Paesi africani, il piano Mattei. Mattarella: «Africa e Ue insieme vanno lontano». Meloni: rapporti paritari

L'assist della Commissione europea. Ora la sponda del Colle. Giorgia Meloni può tirare un sospiro di sollievo alla vigilia di un giorno spartiacque per la sua avventura a Palazzo Chigi.

Il giorno del "Piano Mattei per l'Africa", la ricetta della destra al governo per affrontare alla radice l'emergenza migranti nel Mediterraneo che oggi la premier presenterà al Senato, di fronte a 25 capi di Stato e leader di Paesi africani, durante la Conferenza Italia-Africa. Le opposizioni accusano: «È solo una scatola vuota». Ma alla ricetta Meloni contro i traffici di esseri umani - investire e rafforzare i legami commerciali con i Paesi di transito e origine dei flussi - sembra credere invece l'Ue: «Il Piano Mattei si adatta bene alla nostra visione». E un assist di peso arriva dal Quirinale. Lo serve il Capo dello Stato Sergio Mattarella mentre accoglie gli ospiti stranieri per una cena di gala della vigilia.

 

L'appello del Colle

Attovagliati il presidente tunisino Saied e il premier libico Dbeibeh, il kenyota Ruto. Anche il Vaticano siede a tavola con il Segretario di Stato Pietro Parolin e non è un dettaglio: se sulla linea dura del "blocco navale", antica promessa della destra, la Chiesa non può schierarsi, sulla via del Piano Mattei si possono trovare convergenze. Più in là ecco i presidenti dell'Ue Ursula von der Leyen e Charles Michel che Meloni ha incontrato già ieri sera fra gli arazzi del Quirinale. Parla Mattarella e inizia il brindisi citando un antico proverbio africano: «Se vuoi andare veloce corri da solo, se vuoi andare lontano, vai insieme a qualcuno».
Con gli occhi al summit della Capitale si può tradurre così: «Affinché il nostro sia un cammino comune, verso gli obiettivi del benessere e della pace in Africa, in Europa e nel mondo, occorre mettere in campo congiuntamente le nostre rispettive volontà», spiega il presidente. Poi l'assist, di fronte a Meloni. Servono «partenariati equilibrati e rispettosi dei diritti di ciascun popolo, secondo un modello che seppe ben interpretare un leader come Enrico Mattei». Eccolo, il fondatore dell'Eni che ha ispirato il piano di Palazzo Chigi e non a caso il Cane a sei zampe sarà in campo in tanti dei partenariati economici con i Paesi dell'Africa settentrionale e subsahariana. Una rivoluzione, ne è convinta almeno Meloni. In serata la timoniera del centrodestra appare non a caso sugli schermi del Tg1, in questi giorni sotto il tiro incrociato delle opposizioni con l'accusa di fare da cassa di risonanza del governo. All'Africa Meloni propone «un approccio nuovo, non predatorio, non paternalistico ma neanche caritatevole, un approccio da pari a pari per crescere insieme». Gas e idrogeno, infrastrutture e sicurezza, migranti e agricoltura: deve essere ancora declinato il Piano Mattei e a questo serviranno gli incontri e i bilaterali che scandiranno oggi il summit a Palazzo Madama, presente tutto il governo, da Salvini a Tajani, da Crosetto a Giorgetti. Ha ammesso, Meloni, la delusione per gli sbarchi clandestini da record sulle coste italiane durante il primo anno al governo. Rivendica però oggi un successo: l'Europa litigava sui salvataggi e le quote, ora «parla solo di come difendere i confini esterni, ed è un nostro merito». Il benchmark è l'accordo fra Ue e Tunisia sul controllo delle partenze che «sta dando risultati, vorremmo replicarlo» dice Meloni che oggi potrebbe avere un vis-a-vis con il leader Saied e la direttrice del Fondo monetario internazionale Kristalina Georgieva. Ci saranno altri «progetti pilota», aggiunge. Si parla già di un accordo sui traffici studiato dall'Ue con il Marocco e l'Algeria. Ma l'orizzonte del Piano Mattei non si esaurisce nell'emergenza migranti. A dettare una rotta ci pensa Mattarella durante il brindisi al Colle. «È la cooperazione a muovere il progresso», esordisce sottolineando lo «straordinario sviluppo potenziale» delle relazioni tra Ue e Africa «sul terreno politico, per spegnere i focolai di tensione e di conflitto, sul terreno economico, per realizzare una produzione sostenibile e un'equa distribuzione delle risorse, per accrescere il patrimonio delle nostre rispettive culture». Oggi sotto gli stucchi di Palazzo Madama il piano dovrà prendere forma. Le opposizioni sono scettiche: «Solo annunci», l'affondo di Francesco Boccia dal Pd.

 

Il summit

Presenti al summit, insieme ai leader e alle istituzioni internazionali, i rappresentanti delle grandi aziende partecipate che saranno l'ossatura del piano, da Eni a Snam fino ad Enel, che dal 2016 ad oggi ha investito nel Continente 2,4 miliardi di euro. Meloni sarà in campo e in regia. Tra un panel e l'altro vedrà a tu per tu diversi leader, con un occhio ai grandi dossier internazionali. La guerra in Ucraina e i suoi effetti sul Continente, ma soprattutto la guerra in Medio Oriente e gli attacchi degli Houthi alle navi nel Mar Rosso che minacciano i commerci italiani: «Rischiano di esserci conseguenze se noi non difendiamo la libertà di navigazione».
È una vetrina per incontrare e ascoltare il "Sud globale", leader africani lontanissimi dal tandem Europa-Usa su tanti fronti: i rapporti con Putin, la Cina, la guerra a Gaza e la jihad antisemita di Hamas. La sfida di Meloni è non lasciare scivolar via, alla deriva, un mondo con cui l'Europa e l'Italia devono parlare e accordarsi. Da pari a pari.
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