«È sempre tempo di Resistenza». Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella celebra il 25 aprile al teatro civico di Varallo, nel vercellese, tra le montagne dove nacque «la prima zona libera, anello delle Repubbliche partigiane». E ricorda che sul 25 aprile, su quella «volontà di riscatto», «si fonda la Repubblica». Ma anche che oggi «guerre e violenze crudeli si manifestano ai confini d'Europa. E, ovunque sia tempo di martirio, di tirannia, di tragedie umanitarie, vanno affermati i valori della Resistenza». Il 71esimo anniversario della Liberazione è segnato da celebrazioni in tutta Italia.
E guastato in alcune città dalle contestazioni.
A Portoferraio, all'Elba, il Comune non organizza celebrazioni e Sinistra italiana annuncia un'interrogazione parlamentare per chiedere il perchè. A Lavello (Potenza) viene strappata la bandiera europea vicino al monumento dei Caduti e disegnata una svastica. «L'antifascismo è elemento costitutivo e irrinunciabile della nostra società. Giusto tenere alta la guardia», afferma il presidente del Consiglio Matteo Renzi, che in mattinata è all'altare della patria con le più alte cariche dello Stato. Tutti i partiti, sottolinea, si riconoscono «nei valori della Costituzione». Ed è improprio, soprattutto guardando al confronto con il fascismo, parlare di «deriva autoritaria» per la riforma costituzionale del governo: «Non cambiamo neanche i poteri del governo». Ma la presidente della Camera Laura Boldrini, da Genova, ricorda più in generale che «le istituzioni sono nate dalla Resistenza e vanno difese. Il Parlamento, i partiti e i sindacati devono rinnovarsi ma non vanno demoliti». In questo 2016 l'immagine che più ritorna nelle celebrazioni è quella dei fili spinati e dei muri che si vanno costruendo in Europa per fermare i migranti. «I partigiani, che erano pronti al sacrificio della loro vita per la libertà, oggi sarebbero dalla parte dei profughi», sottolinea il presidente del Senato Pietro Grasso. E il ministro Maria Elena Boschi twitta: «Buon 25 aprile a chi crede in un'Italia libera e democratica e in un'Europa senza muri e barriere di filo spinato». È tutta interna la polemica della deputata M5s Maria Edera Spadoni, che sale sul palco con una maglietta contro la riforma del governo: «La Costituzione non si tocca».
Ma i toni più aspri li fa registrare la Lega Nord. Gianmarco Centinaio, capogruppo al Senato, definisce «inutile kermesse» le celebrazioni della Liberazione. E Massimiliano Fedriga, capogruppo alla Camera, scrive che «la vera liberazione ci sarà con il voto di ottobre al referendum per mandare a casa Renzi». «Renzi, Boldrini e Mattarella in piazza per il 25 aprile» sono «ipocriti», attacca Matteo Salvini. «Sono complici e finanziatori di una nuova e violenta occupazione straniera, servi di una Ue che ci ruba lavoro, diritti, sicurezza e speranza nel futuro». «Salvini ormai è un disco rotto. Vaneggia anche il 25 aprile», replica dal Pd il renziano Andrea Marcucci.