Malattia X, cos'è il virus che preoccupa l'Oms (e che potrebbe uccidere 20 volte più del Covid)

A dare l'allarme l'Organizzazione Mondiale della Sanità, che questa settimana si riunirà a Davos, in Svizzera, per elaborare un piano di protezione

Mercoledì 17 Gennaio 2024
Malattia X, cos'è il virus che preoccupa l'Oms (e che potrebbe uccidere 20 volte più del Covid)

Dopo il Covid, un nuovo virus sta facendo preoccupare gli esperti. A dare l'allarme l'Organizzazione Mondiale della Sanità, che questa settimana si riunirà a Davos, in Svizzera, proprio per elaborare un piano di protezione dalla cosiddetta "Malattia X". Chiamato così proprio dall'OMS, il morbo potrebbe uccidere venti volte più del Covid, motivo per cui è stato inserito nell'elenco delle malattie prioritarie dell'Organizzazione.

​Malattia X, un nuovo virus (secondo gli esperti) potrebbe «provocare una nuova pandemia e uccidere milioni di persone»

La malattia

Inserita nell'elenco delle malattie prioritarie dell'OMS insieme alla febbre emorragica Crimea-Congo, l’Ebola, la febbre di Lassa, la malattia da virus Nipah, la MERS, la malattia da virus Marburg, la SARS, la febbre della Rift Valley e Zika, la "Malattia X" è considerata uno delle più rischiose per la salute pubblica.

Chiamata così dall'OMS, la malattia - in inglese "Disease X" - sarebbe scatenata da un ipotetico agente patogeno attualmente sconosciuto.

Il piano di protezione

Per elaborare una strategia e discutere dei «nuovi sforzi necessari per preparare i sistemi sanitari alle molteplici sfide future», questa settimana un panel di esperti guidato dal direttore dell'Organizzazione Mondiale della Sanità Tedros Adhanom Ghebreyesus si riunirà a Davos, in Svizzera. Insieme a lui, anche Michel Demaré, presidente del Consiglio di amministrazione di AstraZeneca, il ministro della sanità brasiliano Nisia Trindade Lima, l’amministratore delegato di Royal Philips, Roy Jakobs, la vicepresidente della catena ospedaliera indiana Apollo, Preetha Reddy e Shyam Bishen, capo del Centro per la salute e l’assistenza sanitaria del World Economic Forum, che organizza l'incontro.

Il rischio di una nuova pandemia

L’Oms ritiene che i vaccini dovranno essere creati e somministrati in una risposta rapida per combattere la malattia, ma come nel caso della precedente pandemia, non vi è alcuna garanzia che ciò accada. L'Organizzazione aggiunge che i suoi effetti potrebbero superaro di gran lunga quelli del Covid, per il quale il mondo si ritrovò impreparato quando colpì all’inizio del 2020. Kate Bingham, che ha presieduto la task force sui vaccini del Regno Unito tra maggio e dicembre di quell’anno, afferma che non dovremmo essere compiacenti solo perché il Covid è ormai «in gran parte considerato una malattia di routine».

I virus in circolazione

«Mettiamola così - aveva spiegato Bingham al Mail Online - la pandemia influenzale del 1918-1919 uccise almeno 50 milioni di persone in tutto il mondo, il doppio di quante furono uccise nel corso della prima guerra mondiale. Oggi, potremmo aspettarci un numero di vittime simile causato da uno dei tanti virus già esistenti. Oggi ci sono più virus che si replicano e mutano attivamente di tutte le altre forme di vita sul nostro pianeta messe insieme. Non tutti rappresentano una minaccia per gli esseri umani, ovviamente, ma molti lo fanno». La professoressa ha rivelato che gli scienziati sono attualmente a conoscenza di 25 famiglie di virus, ciascuna delle quali comprende fino a migliaia di singoli virus che hanno tutti il ​​potenziale per evolversi in una pandemia. Oltre a ciò, si stima che potrebbero esserci circa un milione di altri virus ancora da scoprire che potrebbero passare da una specie all’altra e avere la capacità di uccidere milioni di esseri umani. «In un certo senso siamo stati fortunati con il Covid, nonostante abbia causato oltre 20 milioni di morti in tutto il mondo. Il punto è che la stragrande maggioranza delle persone infette dal virus è riuscita a riprendersi. La malattia X è contagiosa quanto il morbillo con il tasso di mortalità dell'Ebola (67%). Da qualche parte nel mondo si sta replicando e, prima o poi, qualcuno inizierà a sentirsi male».

Le cause

Spiegando l’aumento delle pandemie, Kate Bingham afferma che non si tratta semplicemente di un «periodo casuale di sfortuna». Elenca come causa tre fattori chiave – vale a dire la globalizzazione, il sovrappopolamento delle città e la deforestazione – che hanno creato «condizioni ideali affinché i virus possano passare da una specie all’altra». «Dobbiamo fare i primi passi per affrontare la prossima pandemia in questo momento - ha spiegato - e questo implica mettere soldi sul tavolo. Eppure ci sono pochissime prove che siamo disposti a spendere qualcosa di lontanamente paragonabile per proteggerci dai virus reali». Il costo monetario dell’inazione è sismico: dopo tutto, anche il Covid, un virus più lieve della Malattia X, è riuscito a lasciarci con un conto di 16mila miliardi di dollari sia in termini di perdita di produzione che di spesa sanitaria pubblica».

I vaccini prototipo

La professoressa ha affermato come sia fondamentale scoprire una raccolta di «diversi prototipi di vaccini per ogni famiglia di virus minacciosi» di cui siamo a conoscenza prima che inizi la prossima pandemia. Con questo “vantaggio” i vaccini potrebbero essere progettati per «prendere di mira le caratteristiche molto specifiche della malattia X», cosa che per fortuna «non è affatto impossibile».

Ultimo aggiornamento: 18 Gennaio, 08:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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