VENEZIA - Erano custoditi in una cassetta di sicurezza di una banca austriaca parte dei soldi che Enzo Casarin avrebbe portato all’estero per conto dell’ex assessore regionale alle Infrastrutture, Renato Chisso, di cui era il più stretto collaboratore.
A raccontarlo agli inquirenti è stato l’imprenditore bellunese Luigi Dal Borgo che ha spiegato ai magistrati di essersi prestato a fare un favore a Casarin, aprendo una cassetta di sicurezza a proprio nome in Austria. Il giorno in cui accompagnò l’ex segretario di Chisso, a chiudere la cassetta, vide che era piena di banconote. I nuovi elementi a carico di Casarin e Chisso non sono però riusciti ad evitare la scarcerazione dell’ex segretario dell’assessore regionale. La decisione del Riesame è meramente tecnica e non entra nel merito dei gravi indizi, la cui esistenza è già stata confermata con precedenti provvedimenti. Il collegio presieduto da Angelo Risi ha ritenuto che abbia ragione la difesa di Casarin: la normativa da applicare è quella in vigore fino al novembre del 2012 che prevede per il reato di corruzione una custodia cautelare della durata massima di tre mesi.
Ultimo aggiornamento: 09:09
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