Giambruno, quanto costa a Mediaset? Un danno da 151 milioni di euro ma per il giornalista non ci saranno provvedimenti disciplinari

Giovedì 26 Ottobre 2023 di Francesco Bechis
Giambruno, quanto costa a Mediaset? Un danno da 151 milioni di euro ma per il giornalista non ci saranno provvedimenti disciplinari

Quanto costa a Mediaset il caso Giambruno? Mentre la polemica sui fuorionda di Striscia la Notizia che hanno portato alla rottura tra la premier Giorgia Meloni e il suo ex compagno inizia a scemare, al Biscione si iniziano a fare i conti in casa.

 

I mercati

Per un'azienda quotata in borsa un polverone mediatico come quello scatenato dalla vicenda Giambruno non può non lasciare qualche traccia.

E in effetti così è stato. Tra martedì e mercoledì il titolo ha perso rispettivamente sei punti e tre punti. Un danno - temporaneo, si intende - di 151 milioni di euro, secondo Repubblica. Ma ci sono stati anche momenti di netta ripresa. Come quando le agenzie, mercoledì mattina, hanno battuto le parole di Marina Berlusconi, presidente di Fininvest e figlia primogenita di Silvio Berlusconi, a difesa di Meloni e del governo, «Retroscena inventati, stimo Meloni, specie in questo momento», le parole della distensione contenute in un'anticipazione del nuovo libro di Bruno Vespa.

L'altalena

Per Mediaset dunque sono stati giorni sull'altalena, sui mercati e non solo. Scossoni a cui la dirigenza ora vuole porre rimedio. Da un lato spegnendo il prima possibile i riflettori mediatici su Giambruno, che resta il padre di Ginevra, la figlia della premier, e dunque deve essere schermato dallo stillicidio dei media, ragionano ai vertici dell'azienda. L'ex conduttore del Diario del Giorno su Rete 4, ha fatto sapere lui stesso in un comunicato concordato con Mediaset, è «dispiaciuto» per il can can sollevato dai fuorionda di Striscia e pertanto ha deciso di fare un passo di lato.

Resterà all'interno della squadra del programma ma non più come conduttore, bensì come autore, il suo precedente ruolo. Un modo per schermarsi dalle telecamere finché la tempesta non sarà passata. Mediaset da parte sua, questa almeno è l'impressione fatta filtrare dai dirigenti, non intende adottare provvedimenti disciplinari nei confronti del giornalista.

Le tensioni

Poi c'è un altro fronte e riguarda lo scontro a bassa tensione tra una parte della maggioranza, leggasi Fratelli d'Italia, e Mediaset dopo i video-shock pubblicati da Striscia che hanno stravolto la vita famigliare di Meloni. Nel mirino dei fedelissimi della leader c'è ovviamente la trasmissione di Antonio Ricci, fondatore-guru del fortunato tg satirico, che ancora oggi nega di aver preparato un "dossieraggio" contro la presidente del Consiglio, come pure qualcuno in maggioranza ha evocato nelle scorse ore. Da Mediaset continuano ad assicurare che "Striscia è una repubblica a parte", non risponde e in fondo non ha mai davvero risposto alle direttive del Biscione come dimostrerebbero altri "blitz" che in passato hanno terremotato la politica colpendo personaggi vicini al Cavaliere.

Pontieri in campo

Ma non è detto che la presa di distanze basti e anche per questo è in corso da giorni una silente tessitura tra il mondo di Arcore e quello di Palazzo Chigi, sfociata ieri nella mano tesa di Marina alla premier. In campo in pontieri azzurri per eccellenza. Anzitutto Antonio Tajani, il vicepremier e ministro degli Esteri che lunedì stesso, nelle ore successive al polverone, ha incontrato Meloni per chiarire che dietro i fuorionda non c'è una regia politica, tutt'altro. Poi ancora Gianni Letta, raccontato come assai preoccupato delle ripercussioni politiche del caso Striscia, una trasmissione di cui lo storico braccio destro del Cavaliere non è mai stato un fan.

Infine la famiglia Berlusconi, che ha rotto gli indugi con un doppio messaggio: prima Pier Silvio, patron di Mediaset, e la sua solidarietà alla premier, dunque Marina. Entrambi facilitati, raccontano, dalla diplomazia telefonica di Tajani. Per ora è bastato.

Ultimo aggiornamento: 27 Ottobre, 13:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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