«I bambini derisi dai genitori sui social sono casi preoccupanti, il rischio è che si sentano traditi», l’allarme degli psicologi

"Credo che un genitore dovrebbe cercare di tutelare il più possibile i propri figli, rispettandone il diritto di autodeterminazione", avverte Lavina Stefanini, psicologa specializzata in psicopatologia dello sviluppo e co-autrice del libro "Genitori, riflessioni psicoanalitiche su un mestiere «quasi» impossibile"

Martedì 23 Gennaio 2024 di Alessandro Rosi
Genitori e video dei figli sui social, il parere degli psicologi: «Casi in cui li deridono sono preoccupanti. Rischio che si sentano traditi»

«Ci sono dei genitori che filmano i propri figli mentre li prendono in giro. Registrano le reazioni che hanno, ad esempio, quando sono arrabbiati oppure dopo momenti di paura davanti a un gioco. Ci sono anche casi in cui riprendono le loro emozioni dopo aver finto di portar via loro l'animale domestico. Un'offesa terribile per il bambino». L'allarme è lanciato dal Dott. Cristian Pagliariccio, psicologo dell'educazione inserito nella Rete professionale di Psicologia scolastica dell' Ordine degli psicologi del Lazio. C'è inoltre un episodio recente che ha fatto molto discutere. È la reazione di un bambino (diventata virale) alla scoperta che Babbo Natale aveva lasciato impronte in casa. Il video (registrato dalla madre) ha spopolato sul web. Una scena divertente, ma che ha esposto il piccolo a commenti di ogni tipo. Anche, naturalmente, di derisione. Su questo tema abbiamo sentito il parere di Lavina Stefanini, psicologa specializzata in psicopatologia dello sviluppo e co-autrice del libro "Genitori, riflessioni psicoanalitiche su un mestiere «quasi» impossibile".

Bambino da solo a casa per 2 anni. «Mangiava i pomodori rubati al vicino». La madre condannata, lo ha abbandonato per vivere con il compagno

Lavina Stefanini, psicologa specializzata in psicopatologia dello sviluppo

L'esposizione dei figli sui social (fino ai casi di derisione) quali effetti possono avere sul minore?

Ritengo si tratti di un’esperienza potenzialmente molto dolorosa per il bambino, poiché viene reso oggetto di scherno e ironia proprio da parte delle figure in cui ripone maggiore fiducia. L’accesso e la visualizzazione di questi contenuti da parte del bambino o del futuro adolescente può portare ad intensi sentimenti di vergogna e imbarazzo associati ad un vissuto di tradimento.

Infatti, il genitore, cioè proprio colui che dovrebbe proteggere il bambino, lo espone pubblicamente, lo ridicolizza e non lo tutela.

 

Sul caso del bambino filmato mentre si emoziona alla vista delle impronte di Babbo Natale?

Penso valga il discorso di prima, la creazione e condivisione di immagini, video e audio di momenti privati, intimi, domestici rappresenta un atto intrusivo nella sfera personale del bambino. C'è il rischio di rilevanti conseguenze, anche a lungo termine, come autostima bassa, un minore senso di autoefficacia, ansia, depressione, difficoltà nelle relazioni interpersonali e ritiro sociale, solitudine, aggressività, difficoltà scolastiche, fino ai casi estremi di suicidio. Penso non sia corretto, nei confronti dei figli, sottoporli prematuramente e inutilmente a tutto questo, con il solo scopo di ottenere qualcosa per sé. Credo che un genitore dovrebbe cercare di tutelare il più possibile i propri figli, rispettandone il diritto di autodeterminazione e, dunque, della possibilità di scegliere se e cosa condividere online (dove permarrà potenzialmente per sempre) in un’età in cui sono in grado di scegliere da soli. 

@american.bully.roma Guardate la reazione di questo bambino è stupenda ❤️ #magianatale #babbonatale #reazione #nataleinsieme #natale2023 ♬ suono originale - IgnazioElFlaco83

 

Si rompe un legame di fiducia?

Viene meno la possibilità di vivere la relazione con il proprio genitore come uno spazio sicuro, intimo, di comprensione e rispetto; vengono infranti i confini tra ciò che è privato e ciò che è pubblico. Per un sano sviluppo emotivo, invece, è necessario garantire al bambino un contesto familiare, privato, tutelato, nel quale poter esprimere liberamente, al di fuori dello sguardo indiscreto altrui, l’intera gamma delle emozioni, che vengono contenute e modulate dal genitore.

Cosa ci può essere dietro? Quali le vere intenzioni dei genitori?

Riprendere e rendere pubblici momenti di intimità porta alla frammentazione di questo ambiente sicuro, in particolar modo se lo scopo è il divertimento altrui a scapito dei vissuti del bambino. In alcuni casi, si tratta di un atto di bullismo vero e proprio, celato dal fatto che è il genitore stesso a perpetrarlo. È una dinamica in cui vi è uno squilibrio di potere, dove il genitore sfrutta la spontaneità, il candore e l’ingenuità del figlio per ottenere visibilità e popolarità.

Quando un gentiore si dovrebbe astenere dal riprendere?

Un altro aspetto da non sottovalutare è l’esperienza di indisponibilità che il bambino fa nel momento in cui, sperimentando una reazione emotiva forte, sia essa positiva o negativa, si interfaccia con un genitore che, invece di partecipare o contenere il suo stato emotivo, prende il cellulare e si mette a riprenderlo. Viene meno l’esperienza dell’”essere con” l’altro, di sperimentare il calore della presenza e della condivisione.

Ci sono delle conseguenze già sulle nuove generazioni? Difficoltà nel costruire un'identità?

Si tratta di un ambito di studio piuttosto recente, quindi è necessario ancora ampliare e approfondire il tema da un punto di vista empirico. Alcune ricerche rilevano come possibili effetti del cosiddetto “sharenting” – cioè la condivisione online da parte dei genitori di materiale che riguarda i propri figli – tensioni nelle relazioni genitori-figli, soprattutto dal momento in cui i bambini crescono e diventano adolescenti fruitori a loro volta del mondo digitale. Il vissuto di intrusività nella propria sfera privata e la condivisione di contenuti imbarazzanti possono portare ad importanti sentimenti di vergogna, che in fase adolescenziale possono avere un impatto rilevante sull’autostima. Attualmente si iniziano a riscontrare difficoltà nella costruzione dell’identità durante l’adolescenza: i ragazzi si scontrano con l’immagine pubblica che i genitori hanno creato per loro, faticando spesso a distanziarsene e ad esprimere liberamente il proprio sé. Possono così finire per identificarsi con rappresentazioni e ruoli imposti da altri.

Quali sono i sintomi più comuni?

Il cyberbullismo, la discriminazione e l’odio online incrementano problemi di salute mentale, in particolare i sintomi ansiosi e depressivi. Inoltre, l’esposizione a comportamenti maladattivi può promuovere l’adozione di comportamenti analoghi. Rispetto all’utilizzo dei cellulari, un dato a cui gli studiosi stanno dando sempre maggiore attenzione è l’incremento a livello mondiale di problemi di salute mentale. Si tratta di un argomento complesso, riconducibile a diversi fattori, in cui anche la rivoluzione digitale potrebbe avere un ruolo. Gli studi condotti fino a questo momento evidenziano quanto un utilizzo eccessivo dei cellulari e dei social media è associato a sintomi ansiosi, depressione, disturbi del sonno, dipendenza dal cellulare, disturbi del comportamento, disturbi somatici.

 

Se un genitore vuole fotografare il proprio figlio e condividere lo scatto sui social, in che modo dovrebbe farlo?

Il consiglio è quello di non condividere informazioni personali e dati sensibili, come nome completo, scuola, luoghi frequentati e abitudini, poiché ciò può esporre a rischio di adescamento. Non pubblicare foto intime o in cui il bambino è nudo, anche parzialmente, per il rischio che queste vengano utilizzare come materiale pedopornografico. Penso che sarebbe opportuno sempre limitare la pubblicazione di contenuti che includano minori e, qualora venga fatto, censurare il loro volto al fine di salvaguardare parzialmente il bambino. La condivisione di questo materiale pone sempre e comunque un problema etico, che concerne il tema del consenso e della privacy, che andrebbero rispettati soprattutto nel caso in cui il bambino è troppo piccolo per essere pienamente consapevole delle conseguenze a breve e lungo termine della sua esposizione su internet.

L’attrazione dei bambini verso i cellulari è sempre maggiore ma anche prematura. I genitori vivono un conflitto: se non si compra il telefono al proprio figlio, si rischia di isolarlo dagli altri che lo utilizzano; se invece gli si fornisce subito, è difficile limitarne l’uso. Cosa fare?

La scelta di quando comprare il primo cellulare al proprio figlio dovrebbe prendere in considerazione diversi fattori, non c’è infatti un’età considerata universalmente giusta. Il passaggio dalle scuole elementari alle medie rappresenta una fase evolutiva associata ad un incremento graduale dell’indipendenza e dell’autonomia nelle interazioni sociali, i ragazzi iniziano ad uscire con gli amici e ad andare a scuola o alle attività sportive da soli. Questo periodo può essere, dunque, considerato adeguato all’acquisto del primo cellulare. La decisione dovrebbe però prendere in considerazione le specifiche caratteristiche del bambino o del ragazzo: la competenza sociale, la responsabilità, il rispetto delle regole e dei limiti, l’attenzione verso le sue proprietà, la conoscenza e consapevolezza delle tecnologie. In un primo momento può essere indicato introdurre l’uso del cellulare solo in alcune occasioni, come le uscite con gli amici, e permettendo esclusivamente l’uso delle chiamate e dei messaggi (no internet). In questo modo è possibile iniziare a testare la maturità e la capacità del bambino di farne un uso responsabile. Nel momento in cui si compra un cellulare al proprio figlio è fondamentale stabilire regole e limiti ben definiti, discussi e concordati reciprocamente, come tempo di utilizzo, applicazioni e contenuti a cui è possibile accedere. Andrebbe evitato l’uso del cellulare almeno un’ora prima di andare a dormire (per permettere un sonno adeguato), durante i pasti e nei momenti in cui si è in compagnia. I genitori dovrebbero monitorare l’utilizzo dei social media e di internet, così come introdurvi opportune limitazioni, al fine di tutelare la sicurezza dei figli. Credo sia fondamentale che prima di permettere ai propri figli l’accesso al cellulare i genitori discutano con loro su come utilizzare la tecnologia in modo responsabile, sulle potenzialità e opportunità, sui rischi e pericoli in cui si può incorrere, sull’educazione e il rispetto che vanno sempre mantenuti anche nel mondo dei social. La condivisione e l’esplorazione guidata delle nuove tecnologie sono la chiave per una progressiva autonomia e competenza.

Ultimo aggiornamento: 27 Gennaio, 08:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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