La storia tra Massimo Segre e Cristina Seymandi finirà - come prevedibile - in tribunale. La collaboratrice dell'ex sindaca Appendino, passata poi con Paolo Damilano, lo aveva annunciato nelle varie interviste dei giorni scorsi. Quella vicenda del tradimento spiattellato davanti agli invitati alla festa che preannunciava le nozze non poteva che avere questo finale. Si sarebbero dovuto sposare a ottobre a Torino, ma quel discorso poi diventato virale in cui Massimo Segre accusava la futura moglie di tradimento, ha dato alla storia un esito completamente diverso.
La battaglia legale
Cristina Seymandi ha già incaricato l’avvocato Claudio Strata di tutelarla «in tutte le sedi opportune». «Non escludo di fargli causa», aveva infatti raccontato al Messaggero qualche ora dopo quella scena.
Il lavoro
«Non posso permettermi di perdere il lavoro. Spero che la collaborazione professionale continui al di là di tutto. Vedremo cosa succederà più avanti, dopo le vacanze, quando tutto questo caos sarà svanito». Così parlava del capitolo lavorativo Cristina Seymandi. Eppure la soluzione potrebbe non essere così facile anche per via dei guai giudiziari che hanno colpito Segre nelle ultime ore. Directa Sim, società quotata su Euronext Growth Milan, ha già sottolineato «di non essere sottoposta a indagine. Directa prende atto che, da documenti notificati alla società nell’ambito di un procedimento giudiziario ancora nella fase di indagini preliminari risulta indagato, presso la Procura di Torino, il presidente (Segre, ndr), presumibilmente in relazione al ruolo apicale ricoperto». Secondo l’accusa, avrebbe agito da banca senza averne i requisiti creando un giro d’affari di 800 milioni.
Gli scenari
L'avvocato esperto di diritto di famiglia Davide Piazzoni, intervistato dal Corriere della Sera, ha spiegato che si potrebbe trattare di «illecita diffusione dei dati personali». Segre non avrebbe usato parole offensive e «bisognerebbe provare che la reputazione e l'immagine sociale di Cristina siano stati profondamente lesi dalle parole di lui». Inoltre i due non sono ancora sposati e, secondo la giurisprudenza, nella convivenza non ci sono obblighi di fedeltà. Per questo motivo è ancora più difficile provare l'offesa nell'aver rivelato l'infedeltà dell'altro. Segre non avrebbe insultato l'ex e avrebbe riferito fatti che ritiene di poter provare. Resta la questione di aver diffuso dati personali senza il consenso della donna.