Coronavirus, Claudia Balotta, la scienziata dell’ospedale Sacco di Milano che ha isolato il ceppo italiano detta le regole da seguire per evitare il contagio: “Stop a baci e strette di mano, ci rifaremo dopo. Il caldo ci aiuterà”. Intervenuta in mattinata alla trasmissione di Radio Deejay con Linus e Nicola Savino “Deejay Chiama Italia”, Claudia Balotta ha spiegato in modo molto semplice e diretto alcune regole di comportamento in questi giorni di paura del coronavirus.
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Claudia Ballotta, a capo del team di ricercatrici precarie che all'Ospedale Sacco di Milano hanno isolato il ceppo italiano, spiega a @Mezzorainpiu che questa scoperta accelererà i tempi per trovare una cura e un vaccino#CoronaVirusUpdate #facciamorete#diffondoOttimismo pic.twitter.com/0FrLf3UgRT
— Manuela Bellipanni 🖤#facciamorete 🇮🇹 🇪🇺 (@ManuelaBellipan) March 2, 2020
«Che paura bisogna avere? Si può vivere tranquillamente seguendo le buone regole dettate dal ministero della Salute.
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Poi sul vaccino spiega: «Non sarà meno di un anno e mezzo per trovare un vaccino. In attesa quindi di farmaci attivi, noi lavoriamo per contenere l’epidemia. Le persone con tranquillità e rispettando le norme devono fare la loro parte. Tutti i cittadini delle zone rosse sono stati ligi». «Il caldo è della nostra parte sicuramente. Non perché il virus se ne andrà, ma perché le nostre vie aeree in inverno sono meno protette. Con la buona stagione si innalzano e questo darà un grosso contributo dell’epidemia. “Noi pensiamo che sia in circolazione anche da prima di metà gennaio».
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LE REGOLE DI SICUREZZA
«Diciamo almeno un metro e mezzo, 1,80 per essere sicuri in tutti i sensi»: è la distanza da tenere tra le persone per essere sicuri di non essere infettati, secondo quanto spiegato da Massimo Galli, docente di malattie infettive e primario dell'ospedale Sacco di Milano, intervenuto a Rai Radio1. «Non ritengo che da queste cose ci si possa liberare tanto presto. Ritengo che ce la faremo e la stragrande maggioranza delle persone colpite vinceranno sul virus e supereranno la malattia senza particolare difficoltà», ha aggiunto Galli, precisando che «però abbiamo questo ospite indesiderato in casa e dobbiamo fare tutto quello che è necessario per contenerlo e per impedire nuove infezioni e questo implica sacrifici: è inutile girarci attorno».
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Galli ha spiegato che al Sacco «la situazione è dura. Abbiamo molti pazienti e diversi in condizioni precarie. Ci sono alcuni ospedali in Lombardia che sono ancora più sotto stress di noi». «Si tratta di numeri attesi e di infezioni già avvenute svariati giorni fa. Questo numero in crescita non è di nuove infezioni ma è un numero in crescita di nuove diagnosi di infezioni già avvenute magari da qualche settimana». Infine un appello agli over 65: «Anche io sono un over 65. Ritengo che siamo anziani ed esperti e dobbiamo avere la capacità di gestire una problematica come questa con esperienza e prudenza senza diventare allarmisti. Non c'è bisogno di fare provviste in casa come se fosse scoppiata la guerra, se però riusciamo ad evitare situazioni affollate, tanto di guadagnato. Rassegniamoci a stare un pochino in più in casa».
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