TEMPIO PAUSANIA

Processo Ciro Grillo, la ragazza piange in aula: «Dopo lo stupro mi volevo suicidare, costretta con la violenza a bere vodka»

La ragazza italo-norvegese ripercorre quella notte tra il 6 e 7 luglio 2019: sotto accusa Grillo jr e 3 suoi amici

Martedì 7 Novembre 2023

«Non avevo la forza di reagire. Ero paralizzata, volevo urlare ma non riuscivo a muovermi»

Prima costretta a bere una bottiglia di vodka, poi il black out. «Non avevo la forza di reagire.

Ero paralizzata, volevo urlare ma non riuscivo a muovermi». E dopo quella notte, atti di autolesionismo e tentativi di suicidio. È stata una deposizione fiume, drammatica e segnata da crolli emotivi, un racconto durato quasi sei ore con le domande del procuratore Gregorio Capasso e della sua avvocata Giulia Bongiorno, quello della principale accusatrice dei quattro amici genovesi, Ciro Grillo (figlio di Beppe, fondatore di M5s), Edoardo Capitta, Vittorio Lauria e Francesco Corsiglia, a processo a Tempio Pausania per violenza sessuale di gruppo. Nell'udienza a porte chiuse la studentessa italo-norvegese, per la prima volta in aula a dire la sua verità, è apparsa «devastata», così l'ha descritta la sua legale. Tanto che quasi subito la sua deposizione è stata interrotta: lacrime e singhiozzi mentre ricordava quella serata del 16 luglio del 2019 tra i bar e la discoteca Billionaire di Porto Cervo: «avevo bevuto molto», racconta. La notte è lunga, e si conclude nella villetta della famiglia Grillo con i quattro amici conosciuti al Billionaire: qui si sarebbe consumata la violenza di gruppo. Prima l'allora 19enne sarebbe stata costretta a bere una bottiglia di vodka che l'avrebbe resa «inanimata, inerte», con le braccia immobili pur volendo agitarle: un black out che l'avrebbe lasciata in balia degli imputati, che a turno l'avrebbero stuprata. Una notte da incubo che le ha lasciato il segno: «Ho tentato più volte il suicidio - confessa - correvo sui binari, incontro al treno. E poi tanti episodi di autolesionismo». Ancora oggi fatica a riprendersi: «Soffro di disturbi alimentari», spiega. L'avvocata Bongiorno, che rappresenta la studentessa come parte lesa e parte civile, è uscita anche lei provata dall'udienza: «Credo che per un legale queste giornate siano le più difficili, le più complicate e le più dolorose. Perchè vedere una persona che ha parlato di suicidio, di atti di autolesionismo, di corse verso i binari per farsi mettere sotto il treno non è facile. A volte queste cose si banalizzano ma invece sono di una gravità inaudita, non è che lasciano il segno ma distruggono, devastano. E infatti stiamo parlando di una ragazza distrutta, devastata che ha fatto una deposizione tra i singhiozzi». Si torna in aula domani mattina alle 10: toccherà al pool della difesa interrogare la teste-chiave. «Già oggi - sottolinea l'avvocata Antonella Cuccureddu - sono emerse tante contraddizioni rispetto a quello che ha raccontato l'amica (seconda presunta vittima, ndr) e gli altri testimoni sentiti finora. Si tratta di elementi cruciali - chiarisce - dati obiettivi di tipo tecnico che emergono dalle intercettazioni e dagli hard disk, e che hanno reso possibile fare una ricostruzione quasi millimetrica della serata». Gli avvocati degli imputati sono pronti a dare battaglia facendo leva soprattutto su alcuni video girati con gli smartphone nella villetta di Porto Cervo e che riprenderebbero alcune fasi del rapporto sessuale tra la ragazza e gli imputati. Nel frattempo sono state fissate altre due udienze: dopo quelle già previste per il 13 e 14 dicembre, quando proseguirà l'esame della studentessa, si andrà al 31 gennaio e all'1 febbraio 2024.

L'avvocato: "La ragazza è devastata e distrutta"

«Per un legale queste giornate sono forse le più difficili, le più complicate e le più dolorose. Perché avere una persona che nel raccontare quello che le è accaduto, dicendo che ha tentato il suicidio e che ha fatto atti di autolesionismo, ha parlato anche di corse verso i binari per farsi mettere sotto da un treno, fa capire che a volte si banalizzano dei fatti che invece, sono di una gravità inaudita». Lo ha detto l'avvocata Giulia Bongiorno, la legale di parte civile della giovane italo-norvegese che ha denunciato Ciro Grillo e tre suoi amici, lasciando il Tribunale di Tempio Pausania, in Sardegna. «Questi fatti non è che lasciano un segno - dice - ma distruggono, devastano. È una ragazza devastata. Ha fatto una deposizione tra i singhiozzi», ha concluso.

"Dopo lo stupro mi volevo suicidare"

«Dopo lo stupro di gruppo mi volevo suicidare, correvo sui binari per farmi mettere sotto da un treno». È la drammatica testimonianza della ragazza italo-norvegese, la presunta vittima della violenza di gruppo che sarebbe avvenuta la notte tra il 6 e il 7 luglio del 2019 nel residence del figlio di Beppe Grillo, in Costa Smeralda. Imputati sono Ciro Grillo e i suoi amici, Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria. Oggi nessuno degli imputati era in aula.

"Costretta a bere vodka con la violenza"

«A un certo punto, quella notte, fui costretta a bere della vodka dalla bottiglia. Vittorio (Lauria ndr) mi afferrò la testa con la forza e con una mano mi teneva il collo e con l'altra mi forzava a bere». A dirlo, proseguendo la deposizione in aula al processo a Ciro Grillo e ai suoi tre amici, è la ragazza italo-norvegese, la presunta vittima dello stupro di gruppo. La giovane, assistita dagli avvocati Giulia Bongiorno e Dario Romano, tra le lacrime e momenti di forte emotività, ripercorre i momenti della notte tra il 6 e il 7 luglio del 2019 quando sarebbe avvenuta la violenza sessuale di gruppo. La ragazza sta raccontando delle presunte violenze sessuali che avrebbe ricevuto, in tre diversi momenti, a casa di Beppe Grillo in Costa Smeralda.

Il racconto: «Io volevo gridare ma ero come paralizzata»

«Io volevo urlare ma non ci riuscivo. Volevo gridare ma ero come paralizzata». A raccontarlo in aula, proseguendo sempre tra i singhiozzi, la deposizione al processo per stupro di gruppo a carico di Ciro Grillo e dei suoi tre amici, è la presunta vittima, una ragazza italo-norvegese che oggi ha 23 anni.

La ragazza: "Non sentivo il mio corpo, non riuscivo a muovermi"

«Non sentivo il mio corpo e neppure le mie braccia, non riuscivo a muovermi...». È il racconto, tra i singhiozzi, della ragazza italo-norvegese che sta ripercorrendo in aula, al processo a Ciro Grillo e ai suoi tre amici per stupro di gruppo, la notte tra il 6 e il 7 luglio del 2019. La giovane, che all'epoca aveva 19 anni, rispondendo alle domande del Procuratore Gregorio Capasso, ricorda quanto sarebbe avvenuto dopo la serata trascorsa con i quattro ragazzi genovesi al Biliionaire. Con la sua amica 'Robertà, nome di fantasia, la giovane andò con Grillo junior e i suoi tre amici nel residence di Costa Smeralda. Qui sarebbero avvenute le violenze. Prima da parte di uno dei ragazza, Francesco Corsiglia, come dice la giovane, e poi degli altri tre. Gli imputati sono assenti.

Ragazza in aula, via al processo

Nuova questione procedurale nel processo per violenza sessuale di gruppo che vede imputati Ciro Grillo (figlio di Beppe, fondatore di M5s), Edoardo Capitta, Vittorio Lauria e Francesco Corsiglia, e che riprende oggi a Tempio Pausania a porte chiuse. In aula c'è grande attesa per la deposizione della principale accusatrice dei quattro amici genovesi, la studentessa italo norvegese all'epoca dei fatti 19enne, che racconterà la sua versione sulla notte tra il 16 e il 17 luglio del 2019 nella villetta a schiera di Porto Cervo di proprietà della famiglia Grillo, dove secondo l'accusa si è consumato lo stupro.

Rigettate le richieste della difesa

Non saranno acquisite le dichiarazioni della ragazza italo-norvegese che ha denunciato Ciro Grillo e i suoi tre amici di stupro di gruppo. Lo ha deciso il Presidente del Tribunale Marco Contu che ha così rigettato la richiesta avanzata dalla difesa degli imputati di rinunciare all'audizione della presunta vittima. La deposizione è iniziata regolarmente con le domande del Procuratore Gregorio Capasso.

Ciro Grillo, domani il processo: la ragazza sarà sentita per la prima volta. Dalla «violenza di gruppo» all'alcol, tutti i nodi dell'indagine

Processo Ciro Grillo. Giornata fondamentale in aula. La presunta vittima dello stupro di gruppo della Costa Smeralda scoppia a piangere mentre risponde alle domande del Procuratore di Tempio Pausania Gregorio Capasso e il Presidente Marco Contu sospende l'udienza.

La giovane, che appare molto provata, quando ha ripercorso i primi momenti di quella sera tra il 6 e il 7 luglio del 2019, ha iniziato a singhiozzare e così è stata decisa una breve pausa del processo. Che riprenderà tra poco. La ragazza italo-norvegese è assistita dall'avvocata Giulia Bongiorno e dall'avvocato Dario Romano. Poi dice: «Non sentivo il mio corpo».

 

Ultimo aggiornamento: 8 Novembre, 08:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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