«Non avevo la forza di reagire. Ero paralizzata, volevo urlare ma non riuscivo a muovermi»
Prima costretta a bere una bottiglia di vodka, poi il black out. «Non avevo la forza di reagire.
L'avvocato: "La ragazza è devastata e distrutta"
«Per un legale queste giornate sono forse le più difficili, le più complicate e le più dolorose. Perché avere una persona che nel raccontare quello che le è accaduto, dicendo che ha tentato il suicidio e che ha fatto atti di autolesionismo, ha parlato anche di corse verso i binari per farsi mettere sotto da un treno, fa capire che a volte si banalizzano dei fatti che invece, sono di una gravità inaudita». Lo ha detto l'avvocata Giulia Bongiorno, la legale di parte civile della giovane italo-norvegese che ha denunciato Ciro Grillo e tre suoi amici, lasciando il Tribunale di Tempio Pausania, in Sardegna. «Questi fatti non è che lasciano un segno - dice - ma distruggono, devastano. È una ragazza devastata. Ha fatto una deposizione tra i singhiozzi», ha concluso.
"Dopo lo stupro mi volevo suicidare"
«Dopo lo stupro di gruppo mi volevo suicidare, correvo sui binari per farmi mettere sotto da un treno». È la drammatica testimonianza della ragazza italo-norvegese, la presunta vittima della violenza di gruppo che sarebbe avvenuta la notte tra il 6 e il 7 luglio del 2019 nel residence del figlio di Beppe Grillo, in Costa Smeralda. Imputati sono Ciro Grillo e i suoi amici, Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria. Oggi nessuno degli imputati era in aula.
"Costretta a bere vodka con la violenza"
«A un certo punto, quella notte, fui costretta a bere della vodka dalla bottiglia. Vittorio (Lauria ndr) mi afferrò la testa con la forza e con una mano mi teneva il collo e con l'altra mi forzava a bere». A dirlo, proseguendo la deposizione in aula al processo a Ciro Grillo e ai suoi tre amici, è la ragazza italo-norvegese, la presunta vittima dello stupro di gruppo. La giovane, assistita dagli avvocati Giulia Bongiorno e Dario Romano, tra le lacrime e momenti di forte emotività, ripercorre i momenti della notte tra il 6 e il 7 luglio del 2019 quando sarebbe avvenuta la violenza sessuale di gruppo. La ragazza sta raccontando delle presunte violenze sessuali che avrebbe ricevuto, in tre diversi momenti, a casa di Beppe Grillo in Costa Smeralda.
Il racconto: «Io volevo gridare ma ero come paralizzata»
«Io volevo urlare ma non ci riuscivo. Volevo gridare ma ero come paralizzata». A raccontarlo in aula, proseguendo sempre tra i singhiozzi, la deposizione al processo per stupro di gruppo a carico di Ciro Grillo e dei suoi tre amici, è la presunta vittima, una ragazza italo-norvegese che oggi ha 23 anni.
La ragazza: "Non sentivo il mio corpo, non riuscivo a muovermi"
«Non sentivo il mio corpo e neppure le mie braccia, non riuscivo a muovermi...». È il racconto, tra i singhiozzi, della ragazza italo-norvegese che sta ripercorrendo in aula, al processo a Ciro Grillo e ai suoi tre amici per stupro di gruppo, la notte tra il 6 e il 7 luglio del 2019. La giovane, che all'epoca aveva 19 anni, rispondendo alle domande del Procuratore Gregorio Capasso, ricorda quanto sarebbe avvenuto dopo la serata trascorsa con i quattro ragazzi genovesi al Biliionaire. Con la sua amica 'Robertà, nome di fantasia, la giovane andò con Grillo junior e i suoi tre amici nel residence di Costa Smeralda. Qui sarebbero avvenute le violenze. Prima da parte di uno dei ragazza, Francesco Corsiglia, come dice la giovane, e poi degli altri tre. Gli imputati sono assenti.
Ragazza in aula, via al processo
Nuova questione procedurale nel processo per violenza sessuale di gruppo che vede imputati Ciro Grillo (figlio di Beppe, fondatore di M5s), Edoardo Capitta, Vittorio Lauria e Francesco Corsiglia, e che riprende oggi a Tempio Pausania a porte chiuse. In aula c'è grande attesa per la deposizione della principale accusatrice dei quattro amici genovesi, la studentessa italo norvegese all'epoca dei fatti 19enne, che racconterà la sua versione sulla notte tra il 16 e il 17 luglio del 2019 nella villetta a schiera di Porto Cervo di proprietà della famiglia Grillo, dove secondo l'accusa si è consumato lo stupro.
Rigettate le richieste della difesa
Non saranno acquisite le dichiarazioni della ragazza italo-norvegese che ha denunciato Ciro Grillo e i suoi tre amici di stupro di gruppo. Lo ha deciso il Presidente del Tribunale Marco Contu che ha così rigettato la richiesta avanzata dalla difesa degli imputati di rinunciare all'audizione della presunta vittima. La deposizione è iniziata regolarmente con le domande del Procuratore Gregorio Capasso.
Processo Ciro Grillo. Giornata fondamentale in aula. La presunta vittima dello stupro di gruppo della Costa Smeralda scoppia a piangere mentre risponde alle domande del Procuratore di Tempio Pausania Gregorio Capasso e il Presidente Marco Contu sospende l'udienza.