Ciro Grillo, l'avvocato e le domande choc alla vittima: «Medioevo? Non mi faccio intimidire»

Il legale del pool difensivo replica alle dichiarazioni del collega Romano

Giovedì 14 Dicembre 2023
Ciro Grillo, l'avvocato e le domande choc alla vittima: «Medioevo? Non mi faccio intimidire»

«Vi ringrazio per quello che avete scritto ieri per oggi. Non credo che riuscirete a intimidirmi. Io continuerò a fare il mio lavoro nell'unico modo in cui lo so fare facendo il mio dovere professionale fino in fondo». Lo ha detto l'avvocata Antonella Cuccureddu, legale del pool della difesa replicando alle affermazioni del legale di parte civile Dario Romano, che ha parlato di «domande da Medioevo», in merito all'esame di ieri della principale accusatrice di Ciro Grillo (figlio di Beppe fondatore di M5s) e dei tre suoi amici liguri Edoardo Capitta, Vittorio Lauria e Francesco Corsiglia accusati di violenza sessuale di gruppo nel processo che si sta svolgendo, a porte chiuse, al tribunale di Tempio Pausania.

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«Le domande che si faranno continueranno a riguardare i fatti di questo processo che è un processo di violenza sessuale e quindi chiaramente non ci sono domande su furti di borsette ma semplicemente sui fatti solo ed esclusivamente sui fatti», ha aggiunto Cuccureddu visibilmente infastidita per le polemiche suscitate al termine dell'udienza di ieri. «Vi ricordo che tutte le domande che sono state fatte ieri sono state vagliate, nonostante ci siano state delle opposizioni e tutte ammesse da un tribunale del 2023 che può lavorare in questo modo perché - ha spiegato ancora l'avvocata - nel 1988 c'è stato un codice che in Italia ha introdotto il sistema accusatorio che ha il suo punto focale nel contro esame che può riguardare non i pianti della vittima e non i sentimenti della vittima - questo è vietato - ma esclusivamente i fatti».

Le polemiche

Corrono intanto sui social le polemiche legate alle dichiarazioni.

Sui social decine di persone hanno scritto e commentato quanto sarebbe accaduto nel processo a porte chiuse. In prima linea alcune attiviste dei movimenti femministi sardi che hanno paragonato l'andamento del dibattimento contro Ciro Grillo, Edoardo Capitta, Vittorio Lauria e Francesco Corsiglia, al processo tenutosi a Latina nel 1979 riguardante il delitto del Circeo, contro Angelo Izzo, Andrea Ghira e Gianni Guido. «Si potrebbe pensare di andare a manifestare fuori dal tribunale per portare la solidarietà a questa ragazza», così scrivono sui social. Proposta che si sta valutando per le prossime due udienze previste in calendario per il 30 gennaio e 1 febbraio.

«Così come è stato fatto in passato per processi riguardanti femminicidi tenutisi in Sardegna, potremmo pensare di mostrare la nostra vicinanza alla vittima venendo a Tempio Pausania», ha confermato all'Ansa Maria Paola Curreli, attivista e componente dell'Associazione Noi Donne 2005. Dal canto suo la legale Cuccureddu, rispondendo alle parole della collega Ilaria Boiano, avvocata di Differenza Donna, che su Repubblica l'accusa di aver fatto in aula una «vittimizzazione secondaria» nei confronti della ragazza, ha dichiarato: «Credo che non conosca il codice».

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