Primarie Pd: Bonaccini, Schlein, De Micheli, Cuperlo. Ecco chi sono i quattro candidati

Nel giro di un mese si saprà infatti chi sarà il nuovo leader del partito, che verrà incoronato dalle primarie del 26 febbraio

Lunedì 23 Gennaio 2023 di Andrea Bulleri
I ritratti degli aspiranti successori di Enrico Letta: Stefano Bonaccini, Elly Schlein e Paola De Micheli

Stefano Bonaccini, Elly Schlein, Paola De Micheli e Gianni Cuperlo: corsa a quattro per la segreteria del Pd. Nel giro di un mese si saprà infatti chi sarà il nuovo leader del partito, che verrà incoronato dalle primarie del 26 febbraio. Sulla scheda che verrà fornita nei gazebo però (e online per le categorie alle quali è riservato il voto telematico), elettori e simpatizzanti dem non troveranno un poker di nomi, ma una coppia: quella formata dai due candidati che avranno ottenuto più successo nelle consultazioni tra gli iscritti.

Ma a sentire esperti, sondaggisti e voci di corridoio a largo del Nazareno, la sfida, in ogni caso, non è mai stata tanto aperta. Ecco chi sono i quattro candidati. 

Stefano Bonaccini

È il favorito nella corsa alla segreteria, a guardare i sondaggi. Presidente dell’Emilia Romagna dal 2014, nella vita politica di Stefano Bonaccini (56 anni, nato a Campogalliano in provincia di Modena da una madre operaia di maglieria e un papà camionista) si può individuare un prima e un dopo. Uno spartiacque, che lo consegna alla notorietà nazionale e rilancia la sua immagine: la rielezione alla guida dell’Emilia nel 2019. Avvenuta contro i pronostici che vedevano la Lega e il centrodestra in forte vantaggio, anche in una regione tradizionalmente “rossa”. È in quel momento, infatti, che quello che da molti era percepito come un amministratore capace ma un po’ “grigio”, una storia tutta a sinistra (dalle feste dell’unità alla militanza nel Pci, poi Pds, Ds e Pd) si “trasforma”: concretezza nei programmi (per guardare anche al centro) e un nuovo look. Da una dieta stretta che gli fa perdere dieci chili («me l’ha imposta il cardiologo», spiegherà lui poi) agli occhiali “a goccia” che diventano il suo tratto distintivo («li ha consigliati mia moglie»). Rivince, anche grazie alla mobilitazione delle “sardine”. E si fa affiancare da Elly Schlein come vice per il secondo mandato in Regione.  

Elly Schlein

La più giovane tra i quattro competitor, la più “di sinistra”, concordano gli osservatori. Tanto che il britannico Time la definisce la “Alexandra Ocasio Cortez italiana”, paragonandola alla giovane pasionaria del partito democratico a stelle e strisce. Trentasette anni, all’anagrafe Elena Ethel Schlein, vive a Bologna ma la sua famiglia ha origini svizzere da parte di padre (Melvin Schlein, docente universitario a Lugano). Volontaria per la campagna presidenziale Usa di Barack Obama nel 2008, da giovane militante dem lancia la campagna OccupyPd, per protestare contro la mancata elezione al Quirinale di Romano Prodi. Un anno dopo decide di candidarsi col Pd al Parlamento europeo, con una campagna all'insegna della sostenibilità. E forte di oltre 50mila preferenze, viene eletta. Passa un altro anno e si consuma la rottura coi dem, in polemica con l’allora segretario Matteo Renzi (accusato di essere troppo “di destra”). Per il riavvicinamento bisogna aspettare il 2019, quando Elly si candida a diventare la vice di Bonaccini in Emilia. Nel 2022, Letta la vuole come candidata in Parlamento, per “ringiovanire” il partito. Le sue parole d’ordine: accelerazione sui diritti civili, tra cui il matrimonio omosessuale (tempo fa ha fatto coming out, dichiarando di amare una donna), ambientalismo, difesa dei diritti sociali (è a favore del Reddito di cittadinanza, per fare un esempio). 

Paola De Micheli

È l’outsider della sfida, anche se è stata la prima a candidarsi ufficialmente al Nazareno. Cinquant’anni, originaria anche lei dell’Emilia Romagna, la sua parola d’ordine è «puntare sui militanti, troppo spesso dimenticati, quando non umiliati». Eletta deputata per la prima volta nel 2008, De Micheli ha ricoperto diversi ruoli anche di governo: è stata prima sottosegretaria al ministero dell'Economia e delle finanze dal 2014 al 2017, nei governi Renzi e Gentiloni. Poi, sempre nell’esecutivo Gentiloni, anche sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Infine, nel 2019 diventa ministra dei Trasporti, nel governo giallo-rosso di Giuseppe Conte. Si è definita la “sindacalista degli iscritti Pd”, ai quali chiede di dare più peso (ad esempio facendo contare di più il loro voto rispetto a quello degli altri elettori nella scelta del segretario). E ha criticato aspramente la classe dirigente del partito (punto che in realtà accomuna tutti e quattro i candidati): «Basta col finto unanimismo, i comportamenti siano più coerenti». 

Gianni Cuperlo

Ultimo a scendere in campo nella partita del congresso, è l’unico dei quattro sfidanti che ci aveva già provato, a diventare segretario: si candidò nel 2013, contro Matteo Renzi e Pippo Civati, classificandosi secondo dopo l’ex sindaco di Firenze. Oggi ci riprova con una candidatura «di testimonianza», la definisce, per mettere l’accento su «chi siamo» e «dove vogliamo andare». Triestino, 61 anni, Cuperlo ha una lunga storia di militanza alle spalle: è stato l’ultimo segretario della sinistra giovanile comunista, eletto capo della Fgci nel 1988 (poco prima dello scioglimento del partito). In parlamento dal 2006 al 2018, nel 2013 diventa presidente del partito (con Renzi segretario), ma lascerà la carica poco dopo in polemica col gruppo dirigente. Esponente della sinistra del partito, è uno dei pochi dem che non vota il “Jobs act”, la riforma del lavoro promossa da Renzi. Non ricandidato alle politiche del 2018, è rieletto invece nel 2022.

Ultimo aggiornamento: 25 Gennaio, 09:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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