Meloni-Schlein, cosa c'è dietro la nuova intesa? Dal nodo guerra in Medio Oriente all'isolamento di Conte

Ieri in Aula a Montecitorio è stato raggiunto quello che potremmo chiamare un'intesa tra il governo e parte delle opposizioni

Mercoledì 14 Febbraio 2024 di Monica De Chiari
Asse Meloni-Schlein su Gaza, gli obiettivi delle due leader

Cessate il fuoco. Tre parole che hanno siglato una larga intesa tra Giorgia Meloni ed Elly Schlein sulla guerra in Medio Oriente.

Un accordo che sembrava impossibile da raggiungere e che invece ha portato ad un auspicio comune del governo e di buona parte delle opposizioni a "una soluzione politica del conflitto israelo palestinese, alla condanna senza appello dei terroristi di Hamas e e all'impegno "a sostenere ogni iniziativa volta a chiedere un immediato cessate il fuoco umanitario", contenuto nella mozione presentata dal Partito Democratico a Montecitorio.

L'accordo

Ecco così arrivare l'intesa sulla guerra a Gaza, resa ancora più rara e preziosa perché preceduta da ben due telefonate tra le due leader avversarie, la premier e la segretaria dem che per prima ha deciso di fare un passo verso la sua avversaria. E la cosa ha funzionato, l'impasse si sblocca con il via libera del governo a tre mozioni su sei presentate in aula. Centrodestra e Pd si astengono a vicenda. L'invito (inedito per il governo) è quello di uno stop dei bombardamenti su Gaza da parte di Israele per concedere una tregua umanitaria. Una richiesta che ha trovato sostegno anche da parte del ministro degli Esteri Antonio Tajani che prende una posizione netta: "Israele sbaglia perché sta provocando troppe vittime civili, bisogna puntare alla liberazione degli ostaggi per far sì che cessi la violenza degli attacchi israeliani", ha detto ieri a Radio1.

La strategia 


Che sia una tregua targata Meloni Schlein quella di ieri a Montecitorio? Non proprio, forse un'unione d'intenti che sa di strategia. In primis perché quello che è successo ieri è la dimostrazione, assolutamente voluta, che il primo partito di maggioranza e il primo partito dell'opposizione, almeno su certi temi, possono dialogare. Una sorta di reciproco riconoscimento, leale e rispettoso, tra due donne che restano pur sempre avversarie. Dunque un cambio di clima che potrebbe stabilire un contatto prima inesistente, soprattutto se si pensa alle ultime settimane in cui il dialogo tra le due leader non era mi stato così serrato, e che potrebbe tornare utile anche per altre partite. Da una parte il pensiero corre veloce alla riforma per il premierato a cui Meloni tiene particolarmente, per non tentare di nuovo un coinvolgimento del Partito Democratico. Dall'altra anche Elly Schlein sa che una partita così importante è molto più conveniente giocare dall'interno per evitare un autogol.

Ma non è finita qui. L'utilità di questa semi intensa per entrambe, non è soltanto quella di potersi permettere la posizione migliore sulle questioni importanti, ma di creare una piccola voragine tra loro e, gli altri giocatori in Parlamento, più di tutti Giuseppe Conte. Il colloquio che sia da Palazzo Chigi che dal Nazareno è stato chiamato "cordiale" in nome della priorità di "trovare una soluzione per il bene del Paese" ha portato con se l'ennesimo tentativo di marginalizzazione del Movimento 5 Stelle. non è un caso che i pentastellati (così come anche Avs) minimizzino il tutto. "Leggo titoli roboanti sull'impegno assunto dal governo, però la maggioranza non ha espresso voto favorevole, preferendo invece l'astensione", dice in Aula il capogruppo Riccardo Ricciardi. Ma Giorgia Meloni ed Elly Schlein non si fermano certo all'Italia. Questa strategia tutta al femminile guarda molto più avanti, fino ad arrivare alle elezioni europee di giugno, dove l'obiettivo potrebbe essere quota 50, un 30% per la premier e un 20% per la segretaria dem e lasciare fuori non solo Conte, ma anche Salvini e Renzi. 
A suggellare tutto questo sarà l'attesissimo confronto televisivo in programma per fine marzo che vedrà per la prima volta le due donne l'una di fronte all'altra affrontare i temi più caldi del dibattito politico, soprattutto quelli che le vedono più in disaccordo. Ma va bene così, che lo scontro sia il loro terreno di incontro, per riuscire nell'obiettivo finale, quello di polarizzare solo su di loro il gioco politico. 

Ultimo aggiornamento: 16 Febbraio, 07:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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