Salario minimo, Giorgia Meloni apre al dialogo con le opposizioni ma ribatte: «Io credo nella contrattazione sindacale»

Oggi si torna a discutere in commissione Lavoro alla Camera della proposta di legge sulla retribuzione garantita. Si va verso il rinvio a settembre: nella maggioranza, Forza Italia spinge il fronte del "no"

Martedì 25 Luglio 2023 di Riccardo Palmi
Salario minimo, Giorgia Meloni apre al dialogo con le opposizioni ma ribatte: «Io credo nella contrattazione sindacale»

«Ho un dubbio sul salario minimo: è un bel titolo, funziona molto bene come slogan, ma nella sua applicazione rischia di creare dei problemi». Nel giorno in cui il salario minimo torna in commissione Lavoro alla Camera, il presidente del Consiglio Giorgia Meloni affronta con Rtl 102.5 il tema, dopo l'indiscrezione degli scorsi giorni circa una sua possibile apertura alle opposizioni. E indica una strada diversa: «Io credo nella contrattazione sindacale», afferma la premier, «credo che vada rafforzata» per tutelare quei lavoratori «che non sono coperti senza però rischiare di abbassare i diritti di quelli che un contratto ce l'hanno».

Meloni però non esclude un dialogo con i partiti fuori dal governo: «Apriremo un confronto e cercheremo di capire se c'è una soluzione che può tenere insieme le due cose». 

Cosa è in programma oggi

Le forze di opposizione (Italia viva esclusa) hanno presentato il 4 luglio, in commissione Lavoro alla Camera, una proposta di legge che prevede un salario minimo a 9 euro lordi all'ora, a prescindere dal contratto collettivo nazionale applicabile. Il 14 luglio il centrodesta ha depositato un emendamento soppressivo che, se approvato, eliminerebbe la proposta. Infatti, il testo andrebbe comunque in Aula, ma con il mandato della relatrice a riferire negativamente e la sua bocciatura sarebbe a quel punto scontata. Per questo Pd, M5s, Azione, Avs e Più Europa, nella riunione dei capigruppo di ieri, hanno chiesto il ritiro dell’emendamento. E, oggi pomeriggio, proprio in commissione Lavoro della Camera si discuterà della questione. Il tema è in discussione anche in Senato, dove è in programma un voto sulla mozione di Stefano Patuanelli (M5S) sul tema proprio del salario minimo di 9 euro orari.

Le differenze nella maggioranza

Nelle settimane scorse, vari esponenti della maggioranza si erano scagliati contro il salario minimo, come Antonio Tajani di Forza Italia («non siamo nell'Urss») e il ministro di FdI Nello Musumeci (che aveva parlato di «assistenzialismo»). Nel fine settimana, però, era filtrata una possibile apertura della premier Meloni al dialogo, con le opposizioni che a quel punto avevano chiesto mosse concrete della maggioranza. Secondo quanto filtrato, ci sarebbe stata una discussione tra i partiti di maggioranza e alla fine si sarebbe deciso di dire "no" alla richiesta delle opposizioni, proponendo invece una mediazione. Walter Rizzetto, presidente della commissione Lavoro di FdI, ha quindi chiesto di rinviare la discussione a dopo l’estate. Una decisione non gradita soprattutto tra gli esponenti di Forza Italia, i più restii a misure di questo tipo, come confermato, per esempio, dalle dichiarazioni recenti di Paolo Barelli: «Nessuno può sostenere che Forza Italia non sia a favore di un aumento dei salari e della loro capacità di spesa», ha detto il capogruppo azzurro alla Camera, ribadendo però che «l'argomento è complesso, non può essere trattato solo con una legge». Video

Ultimo aggiornamento: 27 Luglio, 08:49 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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