Evasione fiscale, Gino Paoli non si dimette dalla Siae. E Grillo lo difende

Sabato 21 Febbraio 2015
Evasione fiscale, Gino Paoli non si dimette dalla Siae. E Grillo lo difende
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Il giorno dopo la bufera giudiziaria, Gino Paoli valuta le dimissioni da presidente della Siae, ma fa parlare il suo legale, che nega ogni addebito, e convoca per martedì un consiglio di gestione della Società nel quale esprimerà la sua posizione sulla vicenda e comunicherà definitivamente le sue decisioni.



Il suo legale, Andrea Vernazza, aveva fatto sapere in mattinata che il cantautore gli aveva manifestato l'intenzione di lasciare l'incarico, una mossa che lo stesso legale aveva frenato, consigliando al cantautore una sospensione. Eventualità che, ha precisato la Siae, non è prevista dallo statuto della Società. Intanto saltano, ufficialmente per motivi di salute, i concerti di Paoli con Danilo Rea previsti domani a Settimo Torinese, per la rassegna 'Nel blu dipinto di blù, e domenica al Cortona Mix Festival. Col passare delle ore la vicenda giudiziaria del cantante genovese è diventata anche un caso politico che ha coinvolto il movimento 5 Stelle.



Il gruppo alla Camera dei pentastellati, in una nota, aveva chiesto ieri a Paoli di «valutare seriamente le dimissioni dalla sua carica». Oggi ha preso il telefono il leader del movimento Beppe Grillo, amico di sempre del cantante, per offrirgli le sue scuse. Poi sul suo blog l'ex comico genovese ha spiegato la sua posizione: «Premetto che Gino Paoli è mio amico - ha scritto - e quindi potrei essere considerato poco obiettivo. Ma a questo gioco al massacro di una persona di 80 anni non pregiudicato, mai inquisito, per alcunchè, che mi risulti, io non ci sto! I cittadini sono diventati vittime sacrificali, mostri da sbattere in prima pagina senza che possano difendersi. Io non ho mosso i 'mieì contro Gino Paoli».



Ma i deputati del Movimento non recedono dalla richiesta a Paoli di riflettere sull'opportunità di lasciare il suo incarico, senza che questo, hanno precisato, sia da leggere come una presa di distanza dal leader. «Non c'è alcuna presa di distanza di Beppe Grillo dai deputati M5S», ha affermato il gruppo parlamentare alla Camera. «Il gruppo, come sempre, ha agito in piena autonomia, riconosciuta da Grillo, e aspettiamo che la magistratura faccia il suo corso».



Parole di solidarietà sono venute anche dal direttore generale della Siae, Gaetano Blandini. «Sono sicuro che potrà difendersi, come tutti i cittadini, di fronte alle accuse. Dal punto di vista personale, ha tutto il mio sostegno e la mia solidarietà», ha affermato. Il cantante spiegherà la sua posizione agli inquirenti il prossimo 2 marzo, quando verrà interrogato dai pm Nicola Piacente e Silvio Franz, che coordinano le indagini della Guardia di finanza.



«Chiariremo tutto. L'accusa è infondata - ha sottolineato il legale -. Paoli e sua moglie sono dispiaciuti per questa cosa, per l'immagine che ne esce fuori. Ma lui non ha commesso alcun reato». Secondo l'accusa Paoli avrebbe portato in Svizzera due milioni di euro nel 2008, evadendo il fisco non avendo dichiarato quella cifra nella dichiarazione dei redditi del 2009.



Per gli investigatori, quei soldi sarebbero stati pagati in nero per i suoi concerti alle Feste dell'Unità.
Dalle perquisizioni di ieri, intanto, è emerso che le Fiamme gialle hanno sequestrato nella sede delle tre società riconducibili a Paoli e alla moglie faldoni con documentazione fiscale, agende e computer. Adesso è al vaglio degli inquirenti.
Ultimo aggiornamento: 10:30

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