Mandare al Colle il Cavaliere è il progetto di Salvini e Meloni e non si tratta soltanto di un modo - come dicono i detrattori di questa operazione - di illudere l’anziano patriarca e di trattenerlo tramite questa lusinga nel recinto del centrodestra filo sovranista che sta stretto a Berlusconi.
Quirinale, Berlusconi: «Farò quello che sarà utile al Paese. Il centro? Alternativo alla sinistra»
Berlusconi, il piano per il Colle
Berlusconi crede veramente di riuscire ad arrivare al Quirinale e infatti del tema non vuole parlare mai. Non solo ci tiene ma ritiene di potercela fare, partendo con una massa di circa 400 voti “sicuri’” Anche se con l’elezione del presidente della Repubblica non c’è niente di sicuro. Di sicuro c’è almeno, però, che i parlamentari azzurri sono decisivi per eleggere il nuovo presidente. E infatti a Berlusconi al netto delle sue chance quirinalizie interessa poter decidere la partita. E questo è ampiamente in suo potere con 77 deputati e 55 senatori.
Quirinale, il tesoretto decisivo di quei 149 voti del “partitone” centrista
Il piano A è comunque quello di giocare per sé. Berlusconi vuole coltivare fino in fondo l’idea di poter concludere la sua lunga, controversa e divisiva stagione politica insediandosi al Quirinale come successore di Mattarella. Il suo ritorno in doppiopetto sulla scena politica con tanto di considerazione da parte anche di certa sinistra come padre della patria (una cinquantina tra dem e stellati potrebbe votare per lui anche per dispetto verso altri) e il tentativo di ritagliarsi ancora un ruolo da mattatore nel Ppe a Bruxelles con abbracci alla Merkel, confermano che il Cavaliere vuole provarci sul serio.
Berlusconi, corsa (in salita) per il Colle. Poi il Cav guarderà al centro
Il tema Lega e Fdi
Per questo blandisce i suoi alleati sovranisti, evitando di infierire dopo gli evidenti fallimenti dell’ultima tornata elettorale, bacchettando o ignorando le proteste e le insofferenze dei suoi ministri anti-sovranisti. E di fronte ai posizionamenti anti-europei di Lega e Fratelli d’Italia garantisce per loro (ammettendo implicitamente che qualche problema lo pongono) davanti ai leader dei Popolari europei. E si spinge fino a dire che Mario Draghi sarebbe un ottimo presidente della Repubblica, ma forse è meglio che resti dov’è, per il bene del Paese. Ma soprattutto perché sarebbe l’avversario più ingombrante per la corsa al Quirinale.
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