Franca Coin dopo il divorzio col Re dei grandi magazzini: «Per poter vivere ho venduto la mia villa a Cortina»

Lady Coin dal 2019 non aveva mai parlato del suo divorzio da Piergiorgio Coin e, a distanza di anni, lo ha fatto raccontando la sua storia

Sabato 31 Dicembre 2022 di Niccolò Dainelli
Franca Coin, il divorzio con il re dei grandi magazzini e le sue 5 vite: «Ecco cosa ho venduto per vivere»

Franceschina Mancino è conosciuta da tutti come lady Coin. Tutti, infatti, la conoscono con il nome di Franca Coin, ma dopo il suo divorzio ha conservato solo il cognome del re dei magazzini generali, Piergiorgio Coin. Si racconta, infatti, che il suo divorzio abbia avuto gli stessi effetti dell’acqua alta a Venezia. Era abituata al bel mondo e agli ospiti illustri, ricevuti nella sua lussuosa dimora a Palazzo Barbaro, sul Canal Grande a Venezia; aveva un lavoro appagante e redditizio come anima della comunicazione di Coin.

Ma la vita, con il divorzio dopo 36 anni di matrimonio, ha fatto una brusca svolta per la signora Franca. Era il 2019, sono passati diversi anni, e solo ora ha deciso di parlarne.

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 «Solo il congome»

 

A Il Corriere della Sera, Franca Coin ha deciso di raccontare la sua storia. Partendo da quel cognome illustre che ha voluto conservare nonostante la separazione. «Ignoro se fosse previsto nella sentenza, non l’ho mai letta. Ma era ben felice che continuassi a usarlo. È sempre stato un uomo generosissimo. Avevo tutto su un vassoio d’oro». Ma la sua vita, o meglio, le sue molteplici vite iniziano ben prima. 

Le cinque vite

«Ho vissuto cinque vite, forse di più. Di sicuro una l’ho spesa per il made in Italy», racconta Franca Coin. La prima quella legata all'infanzia. È nata nel 1938 a Trieste perché suo nonno materno, un antifascista pugliese, vi era stato mandato con la moglie e gli otto figli. La seconda in Libia, dove suo padre fu trasferito per lavoro tra Bengasi, Apollonia e Tripoli. Al ritorno, poi, girò l'Italia fino a Fornovo, nel Parmense. Le piaceva cucire vestiti per le bambole tra giochi e la spensieratezza dell'adolescenza. Poi una terza vita legata agli studi: suo padre le disse di diplomarsi e di decidere chi diventare, scegliendo ragioneria. «A 18 anni partii per la Londra dei Beatles e di Mary Quant. Ma senza minigonna: vivevo dalle suore. Prima di andarmene, mi rapai a zero. Non so perché: per sentirmi più libera, credo. Mi restò solo mezzo centimetro di capelli. Trovai posto nella sede diplomatica della Nigeria. Insegnavo il latino ai figli dell’ambasciatore. L’avevo studiato alle medie». Per giungere alla vita lavorativa. Avrebbe voluto fare la hostess, in mano aveva già la divisa di Alitalia e un contratto, ma suo padre non approvava e pochi giorni dopo fu convocata da Barilla, dove la ssunsero per tradurre testi sull'alimentazione. Ma non era quello che avrebbe voluto diventare la giovane Franceschina Mancino e, poco dopo, cambiò lavoro: assistente del presidente di un’azienda che costruiva pipeline, poi del presidente della Campbell’s soup, poi interprete per Condotte d’Acqua, sempre in viaggio: Persia, Nigeria, Sudafrica. Intanto mio fratello Rocco era venuto a Milano per studiare architettura. Vivevamo insieme. Si buttò sulla fotografia di moda. Trasformammo la cucina in camera oscura. E creammo Talents international, che scovava stilisti», racconta. Infine quella legata al matrimonio con Piergiorgio Coin

La storia d'amore

Si conosbbero a Firenze, il 4 luglio 1983. Lei era lì per lanciare un progetto di moda per bambini legato a Snoopy, lui venne a vedere la collezione e non acquistò niente. Ma dopo due mesi vivevano già insieme a Venezia. «Lui era divorziato, con due figli, Marta e Marco, belli tosti. Li ho amati come fossero miei - continua Franca Coin -. Il matrimonio morale fu celebrato ad Anacapri dal proprietario del Palace hotel, un amico. Anni dopo lo regolarizzammo davanti a Paolo Pillitteri, sindaco di Milano. Una formalità». Ma la ragione del divorzio, avvenuto 36 anni dopo, è molto meno da fiaba. «È finito perché siamo deboli - racconta -, perché diamo retta agli adulatori, perché i collaboratori domestici amavano più me che mio marito. Perso il potere finanziario, Piergiorgio smarrì anche la fiducia in sé stesso. Ma non nutro rancori. I soldi non sono riusciti a schiavizzarmi. Stavo male, non camminavo più. Nonostante l’età, ne sono uscita. Detesto la parola 'divorziata'. Guardi qua, porto ancora al dito la fede nuziale». E a quel punto come ha reagito Franca Coin?

«Cosa ho venduto»

 

«Per vivere ho venduto a Luca Cordero di Montezemolo la villa di Cortina - confessa -. L’avevo trovata io ed era intestata a me. Avrei dovuto farlo molto tempo prima. Ci ho rimesso. L’ho considerata il mio Tfr dopo 40 anni di lavoro per Coin. Di che altro avrei dovuto vivere?». 

Ultimo aggiornamento: 19:33 © RIPRODUZIONE RISERVATA