Yara, la sorella in aula: "Da lei nulla di strano". Il supertestimone: "Un uomo mi fissava..."

Venerdì 18 Settembre 2015
La sorella di Yara Gambirasio
2

BERGAMO - Al processo per l'omicidio di Yara Gambirasio è il giorno della sorella e dell'uomo che trovò il corpo nel campo di Chignolo d'Isola. I due sono stati ascoltati dalla Corte che dovrà giudicare Massimo Bossetti, unico imputato per l'assassinio della 13enne di Brembate.

Ilario Scotti, l'aereo modellista che il 26 febbraio del 2011 trovò il corpo di Yara nel campo di Chignolo d'Isola ha raccontato in aula, ribadendo le dichiarazione rese durante l'indagine, che mentre attendeva l'arrivo delle forze dell'ìordine un uomo, ai bordi del campo, lo aveva guardato per circa un quarto dora e se ne era andato quando aveva sentito le sirene.

«Era poco più alto dell'utilitaria da cui è sceso - ha ricordato Scotti - aveva una età di 50/55 anni. È salito su un panettone di cemento a bordo del campo e mi ha guardato per 10-15 minuti.

Ho colto qualcosa di strano: guardarmi va bene ma per 15 minuti...». L'uomo se n'era poi andato quando aveva sentito le sirene delle forze dell'ordine.

LA SORELLA Da Keba Gambirasio, sorella della vittima, il racconto di come era la ragazzina e della sua serenità. "Se fosse successo qualcosa di preoccupante lo avrei saputo, se avesse avuto qualche approccio me lo avrebbe detto".

La sorella maggiore di Yara ha spiegato che si sarebbe accorta se ci fosse stato qualcosa di strano nei giorni precedenti alla sua scomparsa e, rispondendo alle domande degli avvocati di Massimo Bossetti, ha detto che la tredicenne era "agile, anche muscolosa. Era sveglia". Ha ricordato che Yara aveva un diario scolastico e che, talvolta, mentre facevano i compiti, lei sbirciava sulle pagine ma ha detto di non aver mai visto nulla di particolarmente rilevante. Ha aggiunto, quindi, di non aver mai visto né sentito parlare di Massimo Bossetti e dei suoi familiari prima del fermo del muratore di Mapello, nel giugno dell'anno scorso.

ALTRO TESTIMONE Sul banco dei testimoni anche Fabrizio Francese, che nel tardo pomeriggio del 26 novembre 2010 era andato a prendere la figlia della sua compagna al centro sportivo di Brembate Sopra, al termine dell'allenamento di ginnastica ritmica, e incontrò Yara. "Io stavo entrando, lei stava uscendo ci siamo incrociati. Mi ha sorriso e io le ho detto: ciao Yara". Erano circa le 18,40, l'ora in cui si persero le tracce della tredicenne, e Fabrizio Francese lo seppe indicare agli inquirenti con una certa precisione, perché prima di scendere dall'auto aveva letto l'ora sull'orologio del cruscotto. "L'ha vista uscire dalla palestra?", gli è stato chiesto. "Per vederla uscire avrei dovuto guardare indietro ma ho sentito la porta che si chiudeva", ha risposto. Francese ha anche detto di non avere visto furgoni nei pressi della palestra e, a proposito di Massimo Bossetti ha detto "non era un viso da me conosciuto".

Ultimo aggiornamento: 14:02
Potrebbe interessarti anche
caricamento

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci