ROMA Filmati e fotografie saranno fondamentali per ricostruire la dinamica dell'impatto e, soprattutto, per capire se il giovane che era al volante sia stato incitato, o disturbato, mentre sfrecciava a bordo della Lamborghini per le strade di Casal Palocco, prima di centrare in piano la Smart sulla quale viaggiava il piccolo Manuel Proietti insieme alla mamma e alla sorellina. Circostanza che potrebbe portare all'iscrizione sul registro degli indagati anche degli amici che erano insieme a Matteo Di Pietro, l'unico per ora accusato di omicidio stradale e lesioni per la morte del bimbo, avvenuta subito dopo l'impatto, e per il ferimento della madre e dell'altra piccola a bordo. Per questo motivo le perquisizioni e i sequestri effettuati venerdì dai carabinieri rappresentano il punto di svolta dell'inchiesta. Gli investigatori tra il tardo pomeriggio e la sera, si sono presentati nelle abitazioni dei quattro youtuber coinvolti nell'incidente di Casal Palocco.
L'AMICA
Le posizioni degli altri quattro passeggeri sono al vaglio e le perquisizioni svolte servono anche a chiarire molti dettagli. L'unica ad essere stata esclusa dalle verifiche è Gaia Nota, la ventenne salita sulla Lamborghini a 500 metri da dove poi è avvenuto l'impatto. La giovane conosce i ragazzi, ma non sarebbe coinvolta nella challenge (finta) con la quale Di Pietro e i suoi soci-amici volevano far credere a pubblico e followers che sarebbero riusciti a restare a bordo dell'auto di lusso per 50 ore filate. «Ha preso solo un passaggio per tornare a casa a studiare», ha detto il padre il giorno dopo l'incidente mortale.
Le perquisizioni dei militari, svolta quella da Di Pietro, si sono estese agli tre ragazzi a bordo: Vito Loiacono, Alessio Ciaffaroni, Simone Dutto. Pare che non sia stata trovata droga, anche se proprio Di Pietro non è risultato negativo agli esami tossicologici svolti subito dopo l'impatto. Si cercavano, e sono stati trovati e sequestrati computer, videocamere, telefonini e altri supporti, come hardware e memorie digitali, che possono cristallizzare con precisione la dinamica dell'incidente avvenuto mercoledì pomeriggio. Ma non solo.
LE VERIFICHE
In questi giorni gli investigatori stanno anche facendo accertamenti sulle modalità di organizzazione delle challenge proposte sul canale YouTube: stanno indagando per capire come vengono scelti i soggetti, quanti sono i collaboratori, chi si occupa dell'attrezzatura e delle telecamere, quali sono le modalità di guadagno. Per farlo, hanno sentito diversi testimoni coinvolti nell'attività e nelle precedenti sfide effettuate. Sempre sul tema social, Alex Orlowski, esperto di cyber propaganda e analista dei social, fa notare su Twitter il giallo dei filmati spariti dalla pagina: parla del «curioso fenomeno che riguarda il canale YouTube di The borderline: da 118 video iniziali siamo passati a 51. Queste rimozioni, forse attuate su richiesta degli sponsor o direttamente da YouTube, hanno causato una flessione di 68 milioni di visualizzazioni». Nonostante i protagonisti del canale stiano fuggendo dai social, rendendo privati i loro profili e cancellando tutti i post, su Instagram il numero di follower di Matteo Di Pietro è impennato: in tre giorni è passato da 30mila a 44mila.
LA CONCESSIONARIA
Nel quartiere continua a crescere l'indignazione. «La sera prima della tragedia li avevo visti passare a bordo della Lamborghini e mi ero chiesta come fosse possibile che ragazzi così giovani potessero guidare una macchina così veloce», dice una signora. Ma dalla società Skylimit - la concessionaria di noleggio auto in cui è stato preso il Suv Lamborghini - l'amministratore Gabriele Morabito fa sapere di aver consegnato tutte le carte agli inquirenti e che «il contratto era regolare». Ha denunciato di avere ricevuto minacce di morte: «La macchina, in presenza di una patente che ha più di un anno, poteva essere data. Questo non ci esime dal prendere le distanze e dal condannare ogni comportamento irresponsabile. Ma non siamo in alcun modo corresponsabili o, peggio ancora, complici». E ancora: «Continuare a ricevere minacce di morte nei confronti nostri e dei nostri figli, crediamo sia qualcosa di intollerabile».Ieri è stata effettuata al policlinico di Tor Vergata l'autopsia sul corpo del piccolo Manuel. La famiglia attende ora il nullaosta per i funerali, che dovrebbe arrivare all'inizio della prossima settimana. Il quartiere, nel frattempo, si è già mobilitato per organizzare una fiaccolata in ricordo del bambino.