Sofia Castelli, l'amica che dormiva nella stanza accanto mentre l'ex fidanzato la uccideva: «I sensi di colpa mi divorano, sono morta anch'io»

La lettera di Aurora: "Non ho potuto fare niente per aiutarti, per salvarti. Quell'animale deve pagare"

Lunedì 7 Agosto 2023 di Veronica Cursi
Sofia Castelli, l'amica che dormiva nella stanza accanto mentre l'ex fidanzato la uccideva: «I sensi di colpa mi divorano, sono morta anch'io»

Sul suo profilo Instagram scorrono immagini felici: i selfie in discoteca, le belle serate estive. Auri e Sofia si erano persino fatte fare lo stesso tatuaggio per suggellare la loro unione speciale: «Io e te migliori amiche per sempre», scriveva Auri, l'amica di Sofia Castelli, la ventenne uccisa nel sonno a Cologno Monzese, in provincia di Milano, dal suo ex fidanzato.

Ma quella era un'altra vita. Perché ora il profilo Instagram di Auri parla solo di dolore: appaiono come un pugno allo stomaco le immagini del funerale, i palloncini bianchi che volano in cielo, gli abbracci, il necrologio. Perché a 20 anni non si dovrebbe raccontare la morte.

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«Sono morta anche io»

E invece da quella notte Auri è morta con Sofia. «Sono passati giorni da quella notte, da quello strazio, e io non riesco ad andare avanti con la mia vita, stento a crederci. I sensi di colpa mi stanno divorando», scrive la ragazza che la mattina del delitto stava dormendo proprio nell'appartamento dove si è consumato il delitto, ma non si è accorta di nulla fino all'arrivo dei carabinieri, allertati dallo stesso assassino che, subito dopo aver ucciso Sofia Castelli, è andato a costituirsi. «Non ho potuto fare niente per aiutarti, per salvarti», scrive l'amica di Sofia, che dal giorno del delitto non riesce più a dormire di notte perché ha gli incubi.

Amiche da sempre

«Ci siamo conosciute tra i banchi di scuola sette anni fa e dal primo giorno siamo diventate migliori amiche, non ci siamo mai staccate. Quando le altre persone pensavano a noi, eravamo sempre Auri&Sofi-Sofi&Auri, ma tu ora mi hai lasciata sola in un mondo in cui non riesco a vivere senza di te, in cui non voglio vivere senza te. 

La mattina del delitto

Zakaria Aqaoui, l’ex fidanzato stalker che non si rassegnava alla fine della loro storia, ha ucciso la ragazza nel sonno: quattro coltellate al collo e al viso. «Sono andato da lei, da Sofia, a prendere le mie cose – ha detto il 23enne italo-marocchino al magistrato – Ho preso le chiavi di suo padre. Mi sono nascosto in casa, dentro l'armadio della camera da letto dei genitori. Le ragazze erano uscite. Sono entrato in casa quando non c'erano persone, verso mezzanotte e mezza. Ho aperto la porta utilizzando le chiavi del padre di Sofia”. L’indagato ha ripercorso anche il momento in cui, a sua detta, sarebbe maturato il proposito omicidiario. “Ho atteso che l'amica di Sofia, Aurora, se ne andasse, ma lei non se n'è andata; lì è scattato qualcosa – ha affermato – Non riesco a spiegare cosa. Ho atteso che le ragazze si addormentassero. Sofia dormiva nella camera dei genitori e Aurora in quella di Sofia. Sono uscito dall'armadio, mi sono recato in cucina, da dove ho afferrato un coltello, poggiato sul lavandino, nel portaposate. Sofia dormiva. Sono tornato in camera da letto e l'ho accoltellata – afferma Atqaoui – Non l'ho svegliata. L'ho colpita mi sembra tre volte sul collo. Poi non ricordo più nulla, mi sono sentito male».

Auri dormiva nella camera accanto

«Non avevo capito cosa fosse successo, perché era una cosa più grande di me che né la mia testa né il mio fisico erano pronte ad affrontare - scrive Auri che dormiva nella stanza accanto a quella in cui è stata uccisa Sofia -  Da quel giorno ho provato a farmi forza e ho guardato negli occhi la tua famiglia e ho pianto con loro, perché anch'io ne facevo parte ormai. La vita è così ingiusta. Ogni giorno che passa diventa un dolore sempre più insopportabile per me, per la tua famiglia, le tue amiche di sempre e tutte le persone che ti conoscevano, una parte di me è morta con te e nessuno potrà mai restituirmela. Ormai niente ha più senso senza di te: le serate, le feste, il divertimento, i sorrisi non esistono più, la mia vita è ferma a quella mattina del 29 luglio 2023, era tutto così normale con le cose che facevamo sempre, infatti molte persone ci hanno viste insieme ballare, ridere e scherzare perché noi facevamo questo insieme, eravamo migliori amiche con la A maiuscola».

«Sono morta anche io»

 «Come faccio ad andare avanti e a vivere per entrambe?", continua l'amica di Sofia, "avevamo tanti progetti e sogni insieme, ma ora è tutto distrutto, io sono distrutta dal dolore perché non ti rivedrò mai più, non rideremo più insieme, le vacanze con le amiche, le litigate e tutto quello che eravamo. Avrei tante cose da dire, ma la mia testa esplode, le giornate, le ore, i minuti sono infiniti e ogni secondo muoio un po' di più". La ragazza continua scrivendo che d'ora in poi cercherà di prendersi cura delle amiche comuni e della famiglia di Sofia, anche se "dentro sono morta anch'io". La vita, comunque, deve andare avanti e Aurora promette che renderà orgogliosa la sua amica: "Un giorno mi laureerò come ci eravamo promesse e farò grandi cose in tuo nome", promette, "forse un giorno ci incontreremo e saremo ancora e ancora migliori amiche, anzi sorelle».

Le parole per l'assassino

«A 20 anni non si può e non si deve morire, quell'animale pagherà». Infine una preghiera: "Piccola Sofi, guardami da lassù e proteggimi come io avrei dovuto fare con te, verrò a trovarti ogni giorno e ti farò sapere della mia vita e di come andrò avanti, ma tu devi darmi la forza perché io e le altre ce la faremo solo in questo modo».

Ultimo aggiornamento: 16:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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