Monterotondo, botte a tunisine in chador
Polemiche. «Tanto scalpore per nulla»

Venerdì 30 Marzo 2012
Neila e Nadia, le due tunisine aggredite
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ROMA - E' stata rintracciata una delle persone che ha aggredito e insultato due sorelle tunisine mercoled a Monterotondo, in provincia di Roma. Spintoni e schiaffi contro Nadia, che vive da vent'anni a Monterotondo, e Neila Azzabi che indossava lo chador. Kamikaze avrebbe urlato uno degli aggressori. La persona fermata, 27 anni, si è scusata per l'accaduto ed è stata denunciata dai carabinieri per lesioni e percosse e per delitti contro i culti ammessi nello Stato. I carabinieri cercano gli altri aggressori.



IL RACCONTO DELLE SORELLE



L'aggressione. L'aggressione è avvenuta in via Buozzi, una via centrale in cui si radunano molti giovani, sono volati spintoni e schiaffi. Le due donne hanno avuto una prognosi di 5 e 3 giorni all'ospedale di Monterotondo.



Polemiche. «Fa tanto scalpore la notizia della nota aggressione di Monterotondo solo perché sono coinvolti un italiano e due persone di origine tunisine - ha detto Roberto Buonasorte, consigliere regionale del Lazio eletto nella lista La Destra-Storace e per oltre 20 anni consigliere comunale a Monterotondo - Se si fosse trattato di due italiani o di due romeni che dopo aver bevuto una birra si fossero dati qualche spintone nessuno ne avrebbe nemmeno parlato».

«Parole vergognose» ribatte il consigliere provinciale del Pd Paolo Bianchini che afferma: «Non si può dire qualsiasi cosa soltanto per un lampo di visibilità. Dichiarare, come fa Buonasorte, che aggredire, peraltro in gruppo, prendere a pugni e insultare due donne sia cosa da nulla è vergognoso e offende tutti». Bianchini ha chiesto a Polverini di prendere le distanze dalle dichiarazioni di Buonasorte.



Il sindaco di Monterotondo: è una vergogna, ma la nostra città non è razzista. Condanna con forza l'aggressione il sindaco Mauro Alessandri che a nome dell'amministrazione parla di «ignobile aggressione», di «episodio vergognoso che indigna profondamente l'intera comunità monterotondese». «Il fatto che sia avvenuto in una città come la nostra, da sempre particolarmente capace d'accogliere, integrare e soprattutto rispettare, rende se possibile quanto accaduto ancora più spregevole», aggiunge Alessandri. Il sindaco intende incontrare al più presto le due tunisine e le loro famiglie. Alessandri esige che lo stesso facciano gli aggressori: chiedere scusa alle vittime e all'intera comunità. «A Monterotondo non c'è alcun clima d'intolleranza né un tessuto sociale degradato a fare da incubatore ad episodi di violenza razzista - afferma il sindaco -. Al contrario esiste una tradizionale rete di servizi, un livello di controllo e un patrimonio socio-culturale tali da poter ricondurre una nefandezza del genere alle esclusive responsabilità di chi l'ha commessa».



Le reazioni politiche. «L'aggressione ai danni di due donne musulmane a Monterotondo è un episodio inaccettabile, frutto dell'ignoranza e dell'intolleranza religiosa e razziale di chi non riesce a comprendere i benefici di appartenere ad una comunità interculturale» afferma in una nota il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti.
Ultimo aggiornamento: 7 Aprile, 20:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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