Anestesista esce dalla sala operatoria durante un intervento di mastoplastica, paziente finita in stato vegetativo: c'è il reato di lesioni

L'anestesista ha risarcito la paziente che dopo l'intervento è finita in stato vegetativo permanente

Sabato 9 Marzo 2024
Anestesista al telefono durante un intervento di mastoplastica, paziente finita in stato vegetativo: c'è il reato di lesioni

Uscire da una sala operatoria durante un intervento per rispondere al telefono? Non si può fare: si rischia una pesante condanna per concorso nel reato di lesioni colpose se l’anestesista esce dalla sala operatoria per rispondere al telefono. In questa storia, riportata dal Sole 24 ore, il medico in questione si era assentato per quattro volte dalla sala operatoria per rispondere al telefono. Era in corso un interventi di chirurgia plastica per aumentare il volume del seno: una mastoplastica additiva. L'anestesista ha risarcito la paziente che dopo l'intervento è finita in stato vegetativo permanente ma il reato è prescritto per cui non si è potuto procedere penalmente. Si è pronunciata però sul caso la Cassazione che ha definito le varie tipologie di danni.

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Cassazione conferma la condanna al risarcimento di 600 mila euro

Gli ermellini, come riporta il quotidiano economico finanziario, hanno confermato la condanna al risarcimento pari a circa 600 mila euro.

L’anestesista era stato chiamato a rispondere del reato di lesioni, in concorso con il chirurgo, e di falso perché nella cartella clinica ha omesso alcune informazioni e mentito su altre, come la frequenza cardiaca della paziente.

Tra l'altro gli è stato contestato di non essere intervenuto tempestivamente su una crisi respiratoria della paziente durata circa 6 minuti. E per i giudici l’intervento è arrivato fuori tempo massimo perchè l’anestesista, verso la fine dell’operazione era uscito quattro volte dalla sala, per rispondere ad altrettante chiamate, come risultato dai tabulati telefonici.

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Un'altra omissione contestata è l'aver permesso alla paziente di avere lo smalto alle unghie dei piedi e delle mani che ha impedito ai medici di poter osservare correttamente le dita per capire il livello di ossigeno. 

Ultimo aggiornamento: 10 Marzo, 18:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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