Appalti Marina Militare, sette arrestati
«Intascavano il 10% su ogni gara»

Martedì 13 Gennaio 2015
Appalti Marina Militare, sette arrestati «Intascavano il 10% su ogni gara»
4
Sette membri della Marina Militare in servizio a Napoli, Roma e Taranto sono stati arrestati dai carabinieri nell'ambito dell'indagine sulle tangenti imposte sugli appalti della Marina Militare.



Un «vero e proprio pizzo imposto in modo rigido e con brutale e talora sfacciata protervia, e che ha causato nel complesso danni notevoli sia alle singole imprese che all'intera economia locale, sostanzialmente alla stregua dell'agire della malavita organizzata», scrive il gip di Taranto Pompeo Carriere nell'ordinanza di custodia cautelare richiesta dal pm Maurizio Carbone. La tangente imposta era pari al 10% dei profitti.



Gli arrestati avrebbero - secondo l'accusa - abusato delle loro qualità e dei loro poteri, con la minaccia di ostacolare la regolare emissione dei mandati di pagamento per la esecuzione dei lavori di manutenzione e forniture di servizi e materiale loro affidati per conto della Marina militare, costringendo «vari imprenditori a versare materialmente al capo del V Reparto di Maricommi, in tempi diversi, più somme di denaro non dovute per importi variabili e altre utilità, per un valore complessivamente comunque equivalente al 10% circa dei profitti derivanti dai servizi svolti». Somme che il capo reparto, precisa una nota dei carabinieri, «provvedeva a distribuire successivamente in diverse parti percentuali secondo gli accordi tra loro intervenuti».



I sette sono tutti indagati in concorso con il capitano di fregata Roberto La Gioia, di 46 anni, ex responsabile di Maricommi, arrestato il 12 marzo del 2104 ed attualmente e sottoposto all'obbligo di firma. L'ufficiale fu indagato per concussione nei confronti di una serie di imprenditori locali, assegnatari di servizi per conto della Pubblica Amministrazione nell'ambito degli appalti gestiti dalla direzione di Commissariato per la Marina Militare di Taranto. Al graduato fu sequestrata una somma di denaro contante, suddivisa in singole mazzette, per un ammontare complessivo pari a 44mila euro. Il gip scrive nell'ordinanza di custodia cautelare eseguita oggi che il sistema ideato dagli indagati faceva sì che gli imprenditori concussi fossero vittime di una «vera e propria prassi illecita che si trasferisce da

un comandante all'altro, in un ideale passaggio di consegne, più o meno tacito».



Ultimo aggiornamento: 14:22

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci