Dramma a Lampedusa. Ha perso il bambino che portava in grembo da 8 mesi. La donna, una trentenne ieri, è stata due volte al Poliambulatorio dell'isola: nella prima occasione, alle 9 circa, è stata rassicurata dai medici. Ma dopo un'ora e mezza, la donna - che è anche consigliere comunale - ha fatto ritorno nella struttura sanitaria dove è stato accertato che i battiti cardiaci del piccolo erano lenti. Con l'elisoccorso del 118, la lampedusana ha lasciato l'isola alle ore 13, quando forse era ormai troppo tardi. È stata trasferita all'ospedale «Civico» di Palermo dove i medici hanno accertato che il piccolo era morto.
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«Non ci devono essere altri Giacomo, Fortunato e Alessandro che non sono riusciti a nascere - dice - . Se mia moglie fosse stata trasferita subito dopo il primo accesso al Poliambulatorio, forse mio figlio ci sarebbe ancora. Per i soccorsi dell'elicottero del 118, il protocollo prevede che si debba attendere, nel caso in cui stiano arrivando migranti, se ci sono feriti, malati o partorienti. Non è possibile che non vi siano attrezzature adeguate, e questo vale sia per i lampedusani che per i tanti migranti che sbarcano sulla nostra isola. Lampedusa è una realtà dove, in proporzione al numero di abitanti, ci sono più concepimenti che altrove. Solo che a Lampedusa non si nasce, lo si fa ad Agrigento o a Palermo».