Giuseppe De Luca, Paola Severino: «La cultura e l’ironia, le doti inimitabili di un grande Maestro»

Insegnò a coniugare i ruoli di difensore e di docente. Da lui andavamo con i nostri assistiti a chiedere consigli

martedì 15 ottobre 2024 di Paola Severino
Giuseppe De Luca, la cultura e l’ironia: le doti inimitabili di un grande Maestro

Ci ha lasciato un grande, inimitabile Maestro. Grande, perché alla sua immensa cultura giuridica univa un raro e profondo senso di raffinata ironia che gli consentiva di sintetizzare in una battuta il significato essenziale della fallibilità della giustizia umana e della insostituibilità del ruolo del difensore.
Inimitabile, perché ad una saggezza costantemente alimentata dal suo amore per lo studio accompagnava un senso di umanità che gli consentiva di essere un avvocato difensore pronto a sostenere il proprio assistito nelle fasi più delicate del processo penale, nelle scelte difensive più difficili, nella drammatica prova della carcerazione preventiva, nelle ore infinite che precedono la lettura del verdetto. 

Mani pulite

Ho avuto la fortuna di poter apprezzare tutte queste sue doti nel delicato momento storico in cui le indagini di Mani Pulite diffusero in un ampio settore della imprenditoria e della politica italiana il fondato timore di una spettacolarizzazione del processo. Una tragica sceneggiatura che ripetitivamente si apriva con perquisizioni all’alba in casa e in ufficio, tra familiari sgomenti e collaboratori allarmati; proseguiva con carcerazioni preventive volte – per espressa ammissione di alcuni magistrati – ad ottenere confessioni; veniva accompagnata da una enfatizzazione mediatica che spesso sfociava in un violento giustizialismo; relegava le notizie di esiti assolutori in un numero di righe minimo, rispetto ai titoli cubitali dedicati alle iniziali accuse poi rivelatesi infondate. 
In quegli anni ero un avvocato agli esordi della carriera e ricordo con gratitudine che, nonostante ciò, il Professor De Luca mi volle associare ad alcune importanti difese, dimostrandomi un affidamento che soltanto i Grandi possono far trasformare in fiducia condivisa con l’assistito. 

Il ruolo del Maestro

E fu proprio in quel drammatico periodo che imparai da lui come coniugare il ruolo del Professore con quello dell’Avvocato; come essere rigorosi nelle scelte difensive, ma anche adattabili al cambiamento dei dati di contesto; come essere lungimiranti nelle scelte strategiche, ma al tempo stesso puntuali nella loro attuazione; come rassicurare e dare fiducia al cliente, senza però mai illuderlo che l’esito sia scontato; come prendere decisioni complesse, ponderandone le implicazioni, ma con la forza che può darti solo la competenza e l’esperienza.

E infatti ho ancora ben presenti i tanti momenti nei quali, dovendo assumere decisioni delicate e complesse, si diceva, magari anche con il proprio assistito: andiamo a chiedere consiglio al Professor De Luca. Si trattava di un consiglio sempre prezioso, che illuminava un angolo di visuale rimasto ancora buio, che ci faceva sentire più sereni in ogni valutazione di aspetti difensivi rilevanti. Ecco perché è doveroso tributargli un ricordo così caloroso e sentito, diffondendolo dalle pagine di un giornale che ha spesso ospitato le sue riflessioni, sempre lucide ed equilibrate, sul complesso tema della giustizia.

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