Nessun colpevole per la morte improvvisa di Ginevra Olivetti Rason, avvocatessa di 27 anni.
L’assenza di responsabilità penale era stata certificata fino alla Cassazione. Restava il fronte civile per stabilire un eventuale profilo di colpa nella morte di Ginevra Olivetti Rason, trovata senza vita in casa dal marito la notte tra il 21 e il 22 ottobre 2011 a Firenze. Un problema cronico al cuore fu la causa di un decesso che segnò a lutto la comunità fiorentina. L’esito della citazione per danni, avviata dalla mamma della professionista per un risarcimento invocato di almeno 1,7 milioni di euro, ha ribadito che non ci sono colpevoli per omissioni o negligenze nella morte della giovane (lo riporta Il Tirreno). E, nella sentenza con cui vengono escluse responsabilità per cardiologo, Asl Toscana Centro e Istituto Fanfani Snc, il Tribunale civile condanna la signora Gioia Manci, la madre della vittima, a pagare le spese legali. Nella ricerca di un verdetto su chi avesse provocato, in via colposa, la morte di Ginevra, la mamma ottiene la risposta di un’assenza di responsabilità dei professionisti che avevano avuto a che fare con la 27enne. E di riflesso anche un importo da versare a chi aveva chiamato in Tribunale.
LA MALATTIA - Fin dall’adolescenza la giovane era affetta da cardiopatia da «sindrome di Barlow» con insufficienza mitralica, corretta e risolta con un intervento di plastica mitralica eseguito il 4 novembre 2010 all’ospedale San Raffaele di Milano. L'11 aprile 2011 aveva effettuato un esame Holter alla clinica Fanfani di Firenze e la sera del 21 ottobre 2011 era morta all’improvviso, qualche ora dopo aver chiesto un consulto telefonico al suo cardiologo, il dottor Alfredo Zuppiroli.
LE ACCUSE - A carico del cardiologo, la signora Manci sosteneva «l’erroneo dosaggio del farmaco antiaritmico (Sotalolo); l’omessa prescrizione di indagini ulteriori volte a verificare, alla luce della patologia dalla quale era affetta Olivetti Rason, lo stato del tessuto cardiaco; la superficialità nell’aver confidato apoditticamente nel referto Holter dell’aprile 2011; la mancata indicazione, la sera del decesso, di recarsi precauzionalmente al pronto soccorso». Nella citazione a giudizio era coinvolta anche l’Asl Toscana Centro dove il dottor Zuppiroli svolgeva la propria attività in regime di intramoenia. A carico dell’Istituto Fanfani, invece, la «invocata responsabilità veniva individuata nella ritenuta erronea refertazione dell’esame Holter eseguito da Olivetti Rason in data 15 aprile 2011». Ma le accuse sono cadute e, adesso, la madre che avrebbe voluto solo giustizia per una figlia morta all'improvviso dovrà ripagare le spese legali.
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