Sciame sismico Campi Flegrei, dal bradisismo al rischio eruzione vulcanica: facciamo il punto

L'ultima crisi bradisismica si è verificata nel 1983

Sabato 30 Settembre 2023
Sciame sismico Campi Flegrei, dal bradisismo al rischio eruzione vulcanica: facciamo il punto

I fenomeni sismici nell'area a nord-ovest di Napoli stanno preoccupando la popolazione. Mentre scriviamo ci sono ancora scosse di terremoto ai Campi Flegrei. La più forte c'è stata ieri alle ore 23.57 di magnitudo 2.5, a una profondità di 2,6 chilometri. E sono giorni che i Campi Flegrei fanno i conti con gli sciami sismici. Il 27 settembre 2023 c'è stata la scossa più forte degli ultimi 40 anni: la magnitudo è stata di 4.2.

Facciamo il punto su questo fenomeno analizzandolo da diversi punti di vista. 

 

La forma singolare dell'area: non è un vulcano classico

I Campi Flegrei sono una vasta area di origine vulcanica situata a nord-ovest della città di Napoli. Si tratta di una zona dalla struttura singolare: non un vulcano dalla forma di cono troncato ma una vasta depressione o caldera, ampia circa 12x15km.

Nella foto il cratere della Solfatara a Pozzuoli.

Quando è avvenuta l'utima eruzione nei Campi Flegrei?

Nel 1538 si è verificata l’ultima eruzione che, pur essendo fra le minori dell’intera storia eruttiva dei Campi Flegrei, ha interrotto un periodo di "silenzio" di circa 3000 anni e, nel giro di pochi giorni, ha dato origine al cono di Monte Nuovo, alto circa 130 m. Da allora, l’attività ai Campi Flegrei è caratterizzata da fenomeni di bradisismo, attività fumarolica ed idrotermale localizzata nell’area della Solfatara.

Nel "diario" della storia eruttiva dei Campi Flegrei ci sono due eventi etsremamente violenti: l'eruzione dell’Ignimbrite Campana e quella del Tufo Giallo Napoletano. Questi eventi produssero volumi di magma notevolissimi e la velocità con cui sono stati emessi hanno causato i collassi e le caldere (cavità) che tuttora vediamo. Per questo, la forma dell'area è quella di un semicerchio bordato da numerosi coni e crateri vulcanici.

Cos'è il bradisismo?

È un fenomeno che consiste in un sollevamento e abbassamento del suolo dell’area. Le fasi di abbassamento, che attualmente rappresentano la condizione normale, sono asismiche e sono caratterizzate da bassa velocità. Le fasi di sollevamento, presentano invece maggiore velocità del moto del suolo e sono accompagnate da intensa attività sismica locale. L'ultima crisi bradisismica si è verificata nel 1983.

 

Che tipo di allerta c'è ora?

Sulla base dei dati di monitoraggio a oggi registrati e delle valutazioni espresse dalla Commissione Grandi Rischi a dicembre 2012, poi ribadite negli anni successivi fino a oggi, il Dipartimento ha ritenuto di mantenere il livello di allerta “giallo” ai Campi Flegrei. A differenza del livello di allerta “verde”, che corrisponde all’attività ordinaria del vulcano, questo livello è infatti determinato dalla variazione di alcuni dei parametri monitorati.

Si può capire prima se ci sarà un'eruzione?

«Chi abita ai Campi Flegrei, sottoposto di continuo al bradisismo e agli sciami sismici, sa che il vulcano potrebbe diventare pericoloso». Lo dice Giovanni Macedonio, geofisico dell’Osservatorio vesuviano dell’Ingv, l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. «Il terreno si sta sollevando e in genere una deformazione del suolo e accompagnata da scosse - spiega - Il sollevamento sta accelerando: 5-6 anni fa era di 7-8 millimetri al mese, oggi arriva a 15 nel Rione Terra di Pozzuoli». In generale, rassicura, «il rischio di eruzione e relativamente basso. L’ultima risale al 1538. Il Vesuvio invece, che ha eruttato nel 1944, resta nella memoria». In più «il monitoraggio dei Campi Flegrei è strettissimo. Con satelliti e gps notiamo anche minime deformazioni del suolo. Misuriamo temperatura e composizione dell’acqua e del gas che fuoriescono dal terreno, e non notiamo alterazioni da una decina di anni. Se lo scenario dovesse cambiare e il vulcano entrasse in crisi, molto probabilmente ce ne accorgeremmo. Campi Flegrei e Vesuvio, a differenza di Etna e Stromboli, hanno il condotto lavico tappato, coperto da strati di roccia. Questo rende meno improvvisa un’eventuale eruzione». 

Ultimo aggiornamento: 15:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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