Sinodo, riforme e carte Vatileaks: così Bergoglio è finito sotto attacco

Mercoledì 21 Ottobre 2015 di Franca Giansoldati
Sinodo, riforme e carte Vatileaks: così Bergoglio è finito sotto attacco
CITTÀ DEL VATICANO - E’ da un po’ che l'atmosfera al di là del Tevere si presenta avvelenata. E forse è proprio per questo che Papa Francesco, durante la messa a Santa Marta, lancia ciclicamente appassionati appelli ai curiali affinchè riducano il tasso di gossip e di maldicenze interne. «Sono frutto del demonio». Anche in questi giorni di scontri sinodali e di incidenti mediatici, tra cui la pubblicazione della lettera dei tredici cardinali, o la storia del bambino che ha spezzato l’ostia per darla ai genitori divorziati (interpretata da molti padri sinodali come il tentativo di manipolare il Sinodo), a un vecchio cardinale ha ricordato un recente periodo non facile, dove gli intrighi e le bufere mediatiche avevano preso il sopravvento su tutto.



La chiave alle domande che si accavallano anche in questi giorni sul perché ci sia «così tanto accanimento contro l’attuale pontificato», potrebbe trovarsi proprio in una scatola bianca custodita nella cassaforte privata di Bergoglio. Una cassetta di legno, di medie dimensioni, 35 centimetri per 45 centimetri, rivestita di pelle, apparentemente innocua, eppure al tempo stesso esplosiva. Lì dentro è conservato tutto il materiale raccolto da Benedetto XVI ai tempi di Vatileaks, frutto delle indagini svolte dai tre cardinali detective incaricati di ascoltare sotto il segreto della confessione funzionari, cardinali, monsignori. Invidie, carriere stroncate, cordate. E ancora pettegolezzi mescolati a confidenze, a circostanze precise, a segreti. Insomma la radiografia di una piccola parte della curia, di una fetta del collegio cardinalizio e dell'apparato amministrativo. Fu lo stesso Ratzinger a illustrare personalmente a Bergoglio il contenuto del rapporto, chiarendogli ogni singolo fascicolo, andando a memoria come suo solito. Bergoglio però non deve essersi spaventato troppo, lo disse anche in aereo, tanto che decise di non avviare ulteriori indagini e di chiudere lì il capitolo, riponendo la scatola bianca nella cassaforte.



MISTERI

Il Sinodo in corso sulla Famiglia con il suo bagaglio di veleni, intrecciato all’ultimo colpo basso assestato al pontefice - la storia del tumore - a molti ha fatto pensare a quello che subì tre anni fa Ratzinger: fiaccato e sfinito dagli attacchi, fu indotto a ripensare al suo ruolo e arrivare alla conclusione di non avere più le energie sufficienti per fronteggiare le ostilità. I lupi avevano vinto. Ma oggi che cosa si è scatenato attorno alla figura di Papa Bergoglio? La domanda si ascolta sovente in Vaticano. L’Osservatore Romano parla di una «manipolazione studiata». Chissà se anche in questo caso si muovono ambienti ostili, nemici impalpabili, macchinazioni animate, ancora una volta, da circoli ultra conservatori, ostinatamente ancorati ad un vecchio modello di riferimento.



ATTACCHI

Gli attacchi mediatici emersi nelle due settimane di Sinodo presentano similitudini ai veleni precedenti. E’ affiorata evidente una battaglia sotterranea, occulta, che si sta intensificando probabilmente per depotenziare l'azione riformatrice del pontefice. In ballo non c'è tanto la riduzione del numero dei dicasteri, la pulizia dei conti correnti, o la decisione di abitare in un pensionato e non nel palazzo apostolico. In gioco c'è molto di più. C'è una diversa visione ecclesiale, qualcosa che ha a che fare con una Chiesa di popolo, conciliare, giovannea, aperta e in ascolto ai bisogni di tutta la comunità, anche di quella parte di persone non credenti, che, come ha scritto Francesco nella prefazione all'opera omnia del cardinale Martini, portano in sé il germe della fede («ogni credente porta in sé la minaccia della non credenza, e ogni non credente porta in sé il germe della fede»).



Ultimo aggiornamento: 22 Ottobre, 00:01

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