Marta Fascina, il posto vuoto accanto alla maglia di Berlusconi, gli sguardi complici con Pier Silvio: ormai è una di famiglia

Prima uscita pubblica per la deputata di Forza Italia dopo la morte di Silvio: look castigato e il bracciale con i loro nomi insieme

Mercoledì 9 Agosto 2023 di Veronica Cursi
Marta Fascina, il posto vuoto accanto alla maglia di Berlusconi, gli sguardi complici con Pier Silvio: ormai è una di famiglia

Marta Fascina è seduta in tribuna autorità allo stadio di Monza. Accanto a lei un posto vuoto, occupato da una maglia numero 1 intitolata a Berlusconi. Vuoto, come quello che prova da quando Silvio se ne è andato. Da quel 12 giugno non è quasi mai più uscita di casa. Chiusa nel suo lutto ad Arcore, la residenza che il Cavaliere le ha lasciato. Ieri sera è stata la sua prima uscita pubblica. La prima edizione del trofeo Silvio Berlusconi, che ha visto in campo Monza contro Milan, non è stato solo «un omaggio a Silvio che ha sempre amato i colori rossoneri», come ha ricordato Paolo Scaroni, presidente del Milan.

E' stata anche (e forse soprattutto) per lei la conferma di una unità familiare dopo le polemiche sul lascito di 100 milioni di euro contenuto nel testamento di Berlusconi. 

Una di famiglia

A dispetto di quello che pensano in molti, la deputata di Forza Italia infatti è diventata una di famiglia. Camminava mano nella mano con Marina, la figlia prediletta, durante i funerali di Silvio. Ieri era accanto agli altri due figli del Cavaliere: Pier Silvio e Luigi. Con loro si scambiava sguardi di affetto e complicità. Seppur a qualche metro di distanza, la presenza di Marta insieme alla famiglia nella tribuna dello stadio brianzolo ha messo un freno alle polemiche nate dopo l’apertura del testamento del Cavaliere.

Il look (castigato) 

Marta Fascina è arrivata allo stadio da sola e accompagnata da due persone dello staff del Monza. I capelli tirati in una lunga coda di cavallo, casual in un abito lungo blu di seta e scarpe da ginnastica bianche. Nessun gioiello vistoso. Ad eccezione di due bracciali oro e brillanti che sembrano riportare i loro nomi intrecciati. Uno stile castigato, come piaceva a Silvio che l'aveva resa una perfetta (ed elegantissima) first lady. Spesso sceglieva designer di alto livello, come Alessandra Rich, la stilista milanese, naturalizzata inglese, che veste tra le altre anche Kate Middleton. E' sempre stata al suo posto, ha accennato a qualche sorriso, non ha voluto strafare. Marta ha deciso di ritagliarsi non un ruolo politico ma quello della vestale, della fedele custode - insieme ai figli del Cav - della memoria personale di Silvio. 

 

Il messaggio su WhatsApp

Qualche settimana fa, dopo giorni e giorni di silenzio, era riapparsa sui social con uno stato di Whatsapp dove scriveva: «Per raggiungerti ci vorrebbero le ali perché tu, amore mio, sei molto in alto, in un cielo azzurro dove c’è pace e amore, fiori che crescono ovunque…. Allungo la mano, vorrei toccare la tua ma non riescono a congiungersi. Mi manchi amore mio, Diooooo se mi manchi!”.  Una frase che, assicura chi conosce bene Marta, a lei  piace infinitamente e da sempre, da prima che  conoscesse il suo Silvio. Il “Diooo se mi manchi”, frase finale e suggello del messaggio, rientra nella devozione cristiana di Marta.

 

La commozione di Pier Silvio 

Ieri, raccontano, non si sarebbe mai persa il primo evento in memoria del suo amore perduto. Sugli spalti, per assistere al match tra Monza e Milan, con lei c'era anche Luigi, il figlio più piccolo, e Pier Silvio che del ricordo pubblico di suo padre ne ha fatto ormai una missione. Apparso visibilmente emozionato durante i discorsi di Adriano Galliani, ad del Monza, e Paolo Scaroni, presidente del club rossonero. «Per noi è una serata davvero emozionante, mio papà era un grande uomo di sport e ha sempre amato il suo Milan e il suo Monza. Ci ha abituato a dei miracoli e questa è una cosa bella che non va dimenticata. Siamo emozionati, ma l'affetto della gente è una delle sensazioni più belle. Per noi figli questo affetto è una cosa bellissima, è una prova della grandezza di mio padre, ma ancora di più dell'umanità e dell'amore che ha dato allo sport, all'Italia e agli italiani».

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