Le religioni monoteiste per la prima volta ad una conferenza sul clima con un proprio padiglione scendono in campo per la transizione energetica.
L'autore della enciclica green Laudato Sì torna a insistere sul fatto che la questione climatica è legata nel profondo al tema della pace. Gli squilibri nell'ecosistema saranno fonte di guerre, contenziosi e migrazioni apocalittiche in futuro. «Diamo l’esempio, come rappresentanti religiosi, per mostrare che un cambiamento è possibile, per testimoniare stili di vita rispettosi e sostenibili, e domandiamo a gran voce ai responsabili delle nazioni che la casa comune sia preservata. Ce lo chiedono, in particolare, i piccoli e i poveri, le cui preghiere giungono fino al trono dell’Altissimo».
La ricetta sulla quale la Chiesa sta lavorando da tempo è favorire tra i cattolici stili di vita diversi, educando a consumare meno, riflettere prima di fare investimenti, fare scelte basate sulla consapevolezza. Come? «Attraverso l’efficienza energetica, l'introduzione di fonti rinnovabili; l’eliminazione dei combustibili fossili; l’educazione a stili di vita meno dipendenti da questi ultimi»
A dare l'avvio al Padiglione della Fede alla Cop28 anche una ong israeliana fondata nel 2010 dal rabbino Yonatan Neril, Interfaith Center for Sustainable Development che si interessa esplicitamente dei legami tra religione ed ecologia. «Non è solo una questione di combustibili fossili e di Co2 nell'atmosfera terrestre, ma come noi umani viviamo una realtà spirituale in un contesto fisico. Ci sono profonde radici che conducono ad interrogativi sulla natura dell'uomo, su come si prende cura dei suoi simili e questo impone anche una visione spirituale del problema».
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