Canale di Sicilia, scoperti tre nuovi vulcani sottomarini (alti 150 metri e larghi 6 km) e il relitto di una nave

Una spedizione scientifica particolarmente fruttuosa coordinata congiuntamente dall'Università di Malta e dall'Istituto nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (Ogs) di Trieste

Martedì 8 Agosto 2023
Scoperte eccezionali nel canale di Sicilia: 3 nuovi vulcani da 150 metri di altezza e un relitto

La Sicilia, si sa, non smette mai di stupire, dall'archeologia alle bellezze naturalistiche. Questa volta a lasciare scienziati e archeologi senza fiato son stati diversi coni vulcanici sottomarini e il relitto di una nave.

Le scoperte

Una spedizione scientifica particolarmente fruttuosa, insomma, coordinata congiuntamente dall'Università di Malta e dall'Istituto nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (Ogs) di Trieste, che ha scoperto tre grandi vulcani sottomarini nell'area marina tra Mazara del Vallo e Sciacca, in Sicilia.
Oltre alla scoperta dei crateri sommersi, sono stati chiariti anche alcuni fenomeni di idrotermalismo ed è stato individuato il relitto di una nave sul Banco Senza Nome, a metà strada tra l'isola vulcanica di Linosa e la Sicilia.
 

I vulcani

I nuovi vulcani misurano almeno 6 chilometri in larghezza e si elevano per oltre 150 metri sul fondo del mare circostante: essi si aggiungono a una serie di altri coni vulcanici scoperti dall'Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale – OGS nel 2019, nell' zona marina compresa tra Mazara del Vallo e Sciacca.

 

Il relitto

Il relitto invece è stato scoperto grazie alla mappatura dei fondali condotta nel corso della campagna e la sua posizione è stata segnalata alle autorità marittime italiane. Si tratta di una nave lunga 100 metri e larga 17 metri adagiata a una profondità di 110 metri sul Banco Senza Nome, situata all'incirca a metà strada tra l'isola vulcanica di Linosa e la Sicilia.

La strumentazione

I ricercatori hanno esplorato il fondale marino in vari settori del Canale di Sicilia, utilizzando un ecoscandaglio Multibeam per ricostruire la morfologia del fondale ad alta risoluzione, un magnetometro per identificare le anomalie associate a strutture vulcaniche sottomarine, e un sistema di sismica ad alta risoluzione per osservare le caratteristiche geologiche delle prime decisioni di metri al di sotto del fondo mare.

Nel corso della campagna di ricerca sono stati anche raccolti campioni di roccia (lave e depositi piroclastici) da vari vulcani sottomarini, alcuni dei quali già noti da indagini indirette. Nei prossimi mesi i campioni saranno analizzati per ricavare indicazioni sull'età dei vulcani e sulle caratteristiche del magma che li alimenta.

«Queste informazioni saranno fondamentali per ricostruire la storia geologica di una delle regioni più complesse del Mediterraneo centrale dove, a partire da circa 4-5 milioni di anni fa, si è sviluppato un sistema di profonde fosse legato a tetto processinici di tipo estensionale, che tecnicamente chiamiamo “rift”, che non hanno portato però alla formazione di crosta oceanica” afferma Giulia Matilde Ferrante, ricercatrice della Sezione di Geofisica dell'OGS.

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