Conto alla rovescia sul bonus acqua potabile e rubinetti, con le domande per le spese fino a fine 2023 che si possono inviare fino al prossimo 28 febbraio. Da quel momento in poi il sostegno non ci sarà più. Il governo ha deciso infatti di non rinnovarlo con l'ultima legge di Bilancio. La misura ha inoltre recentemente subito una diminuzione dei fondi, passando da un milione previsto nel 2023 a soli 500 mila euro per questa ultima tranche.
Cos'è il bonus acqua potabile e quando andava usato
Dallo scorso 1° febbraio e fino al giorno 28 di questo mese, sarà possibile inviare la richiesta di detrazione del 50% per le spese sostenute, con la speranza di rientrare tra coloro che ne beneficeranno. L'agevolazione riguarda le spese sostenute nell'anno precedente a quello della domanda, quindi nel 2023. La normativa prevede una possibile riduzione dell'agevolazione nei casi in cui l'ammontare del credito d'imposta superi le risorse stanziate per l'anno.
Bonus in scadenza a febbraio, ecco quali sono e come presentare domanda
Gli importi del credito d'imposta
Per le persone fisiche, il rimborso può arrivare fino a mille euro per ogni immobile, mentre per chi esercita attività d'impresa, arti o professioni e per gli enti non commerciali si arriva a 5 mila euro per ogni immobile adibito all'attività commerciale o istituzionale. Il bonus consiste in un credito d'imposta del 50% delle spese sostenute per l'acquisto e l'installazione di sistemi di filtraggio, mineralizzazione, raffreddamento e/o addizione di anidride carbonica alimentare finalizzati al miglioramento qualitativo delle acque per il consumo umano erogate da acquedotti.
Modello 730, tutte le detrazioni. A febbraio la domanda per il bonus acqua potabile
Come inviare la domanda
La richiesta per il bonus acqua potabile può essere presentata sul sito dell'Agenzia delle Entrate dal 1 al 28 febbraio 2024. Per usufruire del bonus, è necessario inviare la comunicazione delle spese sostenute insieme alla fattura elettronica o al documento commerciale contenente il codice fiscale del richiedente. L'importo delle spese sostenute deve essere documentato da una fattura elettronica o un documento commerciale in cui sia riportato il codice fiscale del soggetto che richiede il credito.
Per i privati e in generale i soggetti diversi da quelli esercenti attività d'impresa in regime di contabilità ordinaria, il pagamento va effettuato con versamento bancario o postale o con altri sistemi di pagamento diversi dai contanti. In ogni caso, per le spese sostenute prima della pubblicazione del Provvedimento sono fatti salvi i pagamenti in qualunque modo avvenuti ed è possibile integrare la fattura o il documento commerciale attestante la spesa annotando sui documenti il codice fiscale del soggetto richiedente il credito.
Il modello predisposto per la domanda può essere inviato attraverso il sito dell'Agenzia delle Entrate, e le informazioni sugli interventi legati al bonus devono essere trasmesse telematicamente all'Enea, l'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile. L'agevolazione può essere utilizzata in compensazione tramite F24 o, per le persone fisiche, nella dichiarazione dei redditi.